Lo dice il direttore dell’Ufficio beni culturali. Dietro ai tempi lunghi ‘la ricerca delle soluzioni migliori’. Mozione del 2023 realizzata per un terzo
Le autorità fanno abbastanza per rendere Bellinzona più accessibile ai disabili? La domanda s’impone dopo la recente mozione del consigliere Orlando Del Don (Noce/Più Donne/Avanti con Ticino&Lavoro) secondo cui la situazione è “inaccettabile e sempre più urgente”. Atto depositato a due anni dall’accoglimento unanime, da parte del Legislativo, di un’identica mozione interpartitica dell’Unità di sinistra che chiedeva al Municipio tre cose: una strategia pluriennale con obiettivi generali, misure concrete e tempistiche; la nomina di un referente nell’amministrazione comunale; l’istituzione di un gruppo di accompagnamento composto da persone con disabilità e da professionisti del settore che possa essere consultato dal referente e dal Municipio. Nel frattempo è stato designato il referente, competente per le infrastrutture comunali. Da qui l’insistenza di Del Don che chiede di elaborare entro sei mesi un Piano strategico per l’accessibilità urbana totale partendo da una mappatura e priorizzazione degli interventi; di avviare un programma di rimozione progressiva delle barriere con obiettivi chiari, scadenze vincolanti e fondi dedicati; di rendere obbligatoria l’accessibilità in tutti i progetti edilizi futuri; di impostare un processo partecipativo continuo per la definizione delle priorità e il monitoraggio dei progressi.
La consigliera dell’Unità di sinistra Denise Carniel, che si sposta in sedia a rotelle, durante una delle ultime sedute di Cc ha rincarato la dose dicendo che «la percentuale di accessibilità della città è scandalosamente bassa, ci sono tempi burocratici scandalosamente lunghi per ottenere qualsiasi cosa e questo ha fatto in modo che le persone con mobilità limitata si siano adattate allo status quo». Ed è proprio il suo caso ad aver aperto mercoledì la serata informativa, organizzata dal Ps nella sede di Inclusione andicap a Giubiasco, dal titolo ‘Accessibilità e beni culturali: quali soluzioni per superare le barriere architettoniche’. Un video ha mostrato la soluzione tecnica individuata per consentirle di raggiungere la sala del Legislativo situata al secondo piano di Palazzo civico: una piattaforma mobile che le fa superare l’ultima decina di scalini, ma sempre accompagnata. «Il punto è proprio questo», ha detto Carniel: «In varie situazioni manca poco per assicurare l’indipendenza totale negli spostamenti. Il mio auspicio è che la società nel suo insieme faccia il possibile per eliminare le barriere invalicabili al 20% della popolazione».
Osservazioni e richieste che hanno chiamato in causa il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche, anch’egli socialista, cui compete il dossier. Al suo fianco c’erano Endrio Ruggiero, capo dell’Ufficio cantonale dei beni culturali, e Caterina Cavo, architetto di Inclusione andicap. Bang ha spiegato che sebbene manchi un piano strategico chiesto da ben due mozioni, è confermato l’impegno a individuare soluzioni in contesti molto complicati quali sono gli edifici protetti dove qualsiasi intervento va discusso e concordato con le autorità superiori. Quattro gli esempi esposti: Collegiata, Castelli, Palazzo civico e Villa dei Cedri. Per la Collegiata i lavori di realizzazione del nuovo sistema di accesso agevolato cominceranno in ottobre per concludersi nel 2026, a vent’anni dall’avvio dello studio per l’individuazione di una soluzione fattibile. Prevista la realizzazione di una piattaforma elevatrice che partendo dall’area del servizio igienico pubblico raggiungerà il sagrato superiore; da qui un’altra piattaforma automatica, nascosta sotto le lastre di granito, permetterà di superare gli ultimi sei scalini e di entrare in chiesa. Costo 260mila franchi (già stanziati dal Cc) e progetto avallato dai preposti servizi cantonali, dalla Parrocchia e da Inclusione andicap.
Tutti d’accordo nel dire che vent’anni son troppi. Ma Ruggiero ha offerto un’altra lettura: «Le versioni precedenti prevedevano una struttura di elevazione esterna con un impatto ottico eccessivo. Perciò mi sento di dire che i tempi lunghi sono anche fonte di soluzioni migliori, sebbene una fetta della popolazione sia costretta ad attendere anni. Confermo però che negli ultimi tempi la Città di Bellinzona ha mostrato un sensibile cambio di passo rispetto al passato». Tema Castelli: il Cantone, proprietario, nel risolvere alcuni dislivelli a Montebello ha posato un nuovo ghiaietto con tonalità più calde: «Ci siamo sentiti dire che quello grigio era preferibile», ha spiegato Ruggiero. Mentre per Castelgrande «abbiamo dovuto sottoporre non solo all’Ufficio federale della cultura, ma anche ai vertici Unesco a Parigi, la richiesta per poter aggiungere del cemento sul vialetto d’accesso, che parte dal posteggio, per agevolare il passaggio delle carrozzine». A Palazzo civico non si realizzerà un nuovo ascensore, ha dettagliato Bang, perché quello a suo tempo previsto nel cavedio dietro le vetrate decorate si basava su misure sbagliate; perciò sarà sostituito e ingrandito l’attuale lift rubando un po’ di spazio alla scala interna di servizio. In autunno il Municipio formulerà la richiesta di credito. Villa dei Cedri: qui è stato posato un vialetto in duro che facilita il passaggio sul ghiaietto, mentre all’interno un montascale agevola l’accesso al piano superiore. «In ogni caso – ha sottolineato Ruggiero – è importante valutare caso per caso, impostare un dialogo costruttivo, mirare al compromesso, rispettare le normative e alcuni principi, come quello della proporzionalità. Il tutto da applicare in modo oggettivo allestendo interventi minimi, di qualità e reversibili».
L’architetta Cavo ha insistito sulla necessità di un approccio più consapevole: «Costruire in modo inclusivo dovrebbe diventare una responsabilità collettiva. In definitiva la soluzione giusta sta nel progetto e nella cultura dell’inclusione». Da qui il suo auspicio, in materia di edifici protetti, che si concretizzi un piano d’azione comune insieme all’Ufficio beni culturali, «affinché ciò che si realizza insieme, confluisca poi in linee guida condivise». Infine il co-mozionante Danilo Forini ha insistito sulla necessità di approntare tutto quanto deciso due anni fa dal Cc: una strategia globale e un gruppo di accompagnamento «per assicurare una reale partecipazione».