Per il sindaco Davide Gendotti le priorità sono offrire impieghi, abitazioni e servizi di qualità, così come sviluppare l'accoglienza turistica
«Il mio sogno? Che i giovani dopo essersene giustamente andati altrove per studiare o lavorare, poi tornino a vivere qui e a svolgere un’attività». Davide Gendotti (Plr) è stato eletto lo scorso 6 aprile sindaco del nuovo Comune di Quinto, aggregatosi con l’ormai ex Comune di Prato Leventina, di cui proprio Gendotti deteneva il sindacato. È quindi dovuto passare da una realtà molto piccola a una un po’ più grande. Di conseguenza le priorità sono in parte cambiate, avendo ora a che fare con un territorio parecchio più ampio, con le sue peculiarità e i suoi problemi.
Davide Gendotti, innanzitutto come ha trascorso questi sei mesi dopo l’elezione?
Molto bene, non c’è stato alcun inghippo. Per quanto riguarda l’amministrazione comunale noto una buona qualità e un buon ambiente. Uno degli obiettivi dell’aggregazione era proprio quello di ottimizzare le risorse nell’ambito dell’amministrazione, migliorando di conseguenza i servizi pubblici offerti. Il buon funzionamento dell’amministrazione si riflette poi anche sull’efficacia del Municipio. Municipio con uno spirito giovane e propositivo che, dopo un periodo di assestamento a seguito dell’aggregazione, si sta ora concentrando sui progetti strategici principali che intende portare avanti.
Quali sono quindi le priorità?
Vivere, lavorare e accoglienza turistica. Più precisamente vogliamo proseguire con una politica che permetta di attrarre famiglie, promuovendo ad esempio residenze di qualità a prezzi accessibili e servizi. Miriamo inoltre a uno sviluppo ulteriore dell’offerta turistica, così come delle attività per il tempo libero. Per quanto riguarda invece la Piana di Ambrì, grazie ad analisi puntuali, intendiamo da un lato promuovere ulteriormente lo sviluppo della zona industriale e artigianale, mentre dall’altro vogliamo capire in quale direzione andare con il comparto aeroportuale a medio-lungo termine. In altre parole dobbiamo stabilire se l’attività aviatoria abbia un futuro oppure se lasciare libero sfogo alle altre attività. E questo perché mantenere in funzione un aeroporto implica anche investimenti importanti. In ogni caso la vicinanza dell’area industriale all’aeroporto rappresenta, credo, un unicum in Europa, con quindi un potenziale di sviluppo parecchio interessante a cui non dovremmo rinunciare ora.
A proposito di famiglie: un fattore che aumenta l’attrattività sono le scuole. Durante le serate pubbliche in vista del voto sull’aggregazione, alcuni cittadini si chiedevano da un lato se non valesse la pena unire le Elementari di Quinto e Prato Leventina in una sola sede, vista la scarsità di allievi. Dall’altro era emersa preoccupazione per la proposta di nuova legge cantonale delle scuole dell’obbligo che prevedeva di avere sedi di scuola media con almeno 200 allievi. Numeri che nella sede di Ambrì non ci sono. Tuttavia il messaggio governativo nel marzo 2024 era stato ritirato, proprio a seguito delle critiche ricevute in fase di consultazione.
Per quanto riguarda le scuole elementari, stiamo valutando come razionalizzare questo servizio mantenendone l’attuale caratteristica. I presupposti per una sede unica di scuola elementare ci sono; modi e tempi sono da definire con la concordanza di tutti gli attori coinvolti. Per quanto concerne invece le Medie, i timori per un’eventuale chiusura sono andati scemando, anche tenendo conto che il Cantone ha deciso di investire per risanare il centro scolastico di Ambrì che comprende sia le Medie, sia le Elementari (di competenza del Comune). Tengo inoltre a sottolineare che la qualità della formazione scolastica a Quinto è in ogni caso molto alta, con un’offerta che parte dal nido d’infanzia fino alle Medie, che và preservata. E per migliorare ulteriormente questa offerta vorremmo ora proporre anche dei pre- e doposcuola, magari in collaborazione anche con altri Comuni dell’alta valle.
Per attrarre famiglie però una buona offerta scolastica non basta…
In generale puntiamo molto su una buona qualità di vita, che significa garantire servizi di qualità ma anche valorizzare i nuclei delle 21 frazioni, così come offrire abitazioni con standard elevati. In quest’ambito al momento la qualità ad esempio degli appartamenti non è sufficiente. Intendiamo quindi agevolare la costruzione di nuove abitazioni ad esempio su terreni di proprietà del Comune, stimolare le ristrutturazioni e aprire alla possibilità di istituire cooperative di abitazione. Vorremmo inoltre discutere con le banche e altri istituti di finanziamento per migliorare le condizioni quadro: al momento questi istituti non sembrano avere interesse a investire in una regione periferica come la nostra. Di conseguenza le condizioni di finanziamento, per ad esempio costruire un’abitazione plurifamiliare, al momento non sono per nulla favorevoli, compromettendo molto il potenziale di ristrutturazione dell’attuale parco immobiliare.
A proposito di servizi: recentemente è stata lanciata una petizione contro la chiusura del centro di raccolta ingombranti di Rodi-Fiesso. Infatti, a seguito dell’aggregazione, questi rifiuti possono essere consegnati solo a Piotta e solo su appuntamento. Cosa ne pensa?
Il servizio che offriamo resta in ogni caso molto buono. È chiaro che per chi era abituato ad avere un centro di raccolta nelle immediate vicinanze della propria abitazione, può essere percepito come un passo indietro. Tuttavia, più centri si mettono a disposizione, maggiori risultano essere i costi, che poi si riversano sul cittadino attraverso la tassa rifiuti. A proposito di costi, quelli per usufruire del servizio (ndr: un metro cubo gratis, poi 20 franchi per quelli successivi) ritengo siano giustificati: le tasse causali sono ormai un principio condiviso a tutti i livelli. Piccoli accorgimenti per un ulteriore miglioramento del servizio potranno ancora essere presi, ma la direzione presa è confermata e ritenuta corretta.
Oltre ai servizi e alle abitazioni, servono poi anche i posti di lavoro. Da anni la zona industriale/artigianale non decolla. Ma ora sembrerebbe che vi sia sempre più interesse.
Assolutamente, l’interesse c’è. A dimostrazione di ciò, presto nel comparto sorgeranno altri capannoni. Comparto nel quale erano previsti contenuti nell’ambito del rilancio dell’ex Sanatorio con un’accademia per sportivi d’élite. Ma visto che il progetto è in fase di rivalutazione, a livello pianificatorio manterremo tutta la zona come industriale/artigianale. Un comparto che di fatto è attrattivo, visto che è vicino all’autostrada, alla ferrovia, e anche all’aeroporto. A livello pianificatorio anche l’area da dove parte la funicolare del Ritom non è più legata al progetto dell’accademia: prevediamo dunque un piano di quartiere per riordinare il comparto e renderlo attrattivo turisticamente. Inoltre, per incentivare ulteriormente il lavoro in valle, stiamo pensando di promuovere uno spazio di coworking, ovvero un ambiente lavorativo dove persone possano lavorare in modo indipendente ad esempio grazie al telelavoro. Spazi condivisi con magari anche una sala riunione.
Parlando di ex Sanatorio, cosa pensa del progetto volto a realizzare un polo di eccellenza nella fitoterapia alpina?
Posso solo dire che sarebbe un progetto interessante e adatto in una zona artigianale, industriale. Attualmente, però, quel comparto è destinato a edifici pubblici di proprietà privata. E il progetto non ha interesse pubblico.
Tornando alla Piana di Ambrì, oltre alle attività industriali e aviatorie, nel comparto dell’aeroporto si svolgono diversi eventi: da un lato tutto quello che ruota attorno all’Hcap e dall’altro manifestazioni che si svolgono sulla pista di atterraggio e nei prati adiacenti. Anche in questo caso vi è margine di miglioramento?
Innanzitutto, come detto, dobbiamo dapprima capire quale futuro dare al settore dell’aviazione, che se sostenuto necessita anche di investimenti non trascurabili. Per quanto riguarda invece altre manifestazioni nel comparto aeroportuale, abbiamo notato la volontà comune di dialogare maggiormente fra la gestione del Parco multifunzionale e l’Hcap: l’intenzione è organizzare eventi in comune, condividendo maggiormente gli spazi. Da entrambe le parti ho notato la volontà molto chiara di accentuare le sinergie.
E un albergo accanto alla Gottardo Arena è ancora un progetto attuale, dopo che il Consiglio comunale ha bocciato la messa in vendita del relativo terreno?
Al momento non è una priorità né per noi, né per l’Hcap. Però non è escluso che in futuro possa tornare di attualità. In ogni caso anche a livello ricettivo notiamo passi avanti. Ad esempio sono iniziati i lavori preparatori per un’importante ristrutturazione dell’albergo di Lurengo ed è stata depositata la domanda di costruzione per il risanamento del villaggio Tcs di Scruengo. Se a tutto ciò aggiungiamo la funicolare del Ritom, la teleferica del Tremorgio (entrambe saranno rinnovate, ndr), gli impianti di risalita di Airolo (dei quali Quinto detiene il 20% delle azioni), il Dazio Grande e tutto quanto offre il territorio per quanto riguarda le attività all’aria aperta, ritengo che a livello turistico siamo sulla buona strada.
Resta il fatto che non è scontato implementare tutto quanto avete in mente in tempi brevi…
Personalmente mi reputo una persona positiva a cui piace molto anche sognare, ma al momento bisogna concretizzare, dando priorità a quegli investimenti che la situazione finanziaria del Comune permette di portare avanti. Investimenti che hanno insomma il rapporto costi-benefici migliore. In questo contesto rientra ad esempio anche il risanamento del campo sportivo di Rodi, con nuovi spogliatoi e un’area multifunzionale che permetterà di organizzare eventi. Non va poi dimenticato che il territorio comunale è ampio e che questo comporta anche costi relativi alla gestione tecnica, ad esempio della rete idrica, delle canalizzazioni, delle strade e così via. In questo senso dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra costi correnti di gestione e investimenti strategici. Tutto ciò sarà stabilito dal Piano finanziario che pubblicheremo entro fine anno.
Visto che ha parlato di sogni, ce ne può svelare uno?
La sfida maggiore penso sia quella di sviluppare ulteriormente l’imprenditoria locale. In altre parole il mio auspicio sarebbe quello che, anche grazie a ciò che offriamo sul territorio comunale, i giovani tornino dopo aver studiato altrove, riprendendo o aprendo un’attività. C’è infatti un grande potenziale in tutti i settori lavorativi. In particolare i lavori artigianali (falegnami, metalcostruttori, e così via) sono a volte sottovalutati, ma continueranno ad avere un futuro: tutti prima o poi hanno bisogno di artigiani. Ma non vanno nemmeno dimenticate le attività di ricerca e sviluppo, come quelle svolte al Centro di biologia alpina di Piora o in altre ditte attive e riconosciute a livello internazionale già presenti sul territorio. E questo dimostra che i posti di lavoro qui ci sono e che vi è ancora un potenziale di sviluppo. Ora bisogna solo far passare il messaggio e fornire le basi per agevolare e sollecitare l’imprenditorialità privata.