Bellinzonese

Caso Gimnasium, in Procura si annunciano 200 ex clienti raggirati

L’inchiesta sull’ipotesi di truffa prosegue per stabilire quanti frequentatori della palestra possano in effetti rivestire il ruolo di accusatore privato

Lo stabilimento di Castione chiuso ormai da diversi mesi
(Ti-Press)
30 settembre 2025
|

Non è passato inosservato l’appello lanciato lo scorso aprile dal Ministero pubblico nell’ambito dell’inchiesta penale avviata per fare luce sull’improvvisa chiusura della palestra Gimnasium di Castione, fra le più grandi della regione e frequentata da circa duemila clienti fra regolari e saltuari. Ordinata il 24 ottobre 2024 dalla Pretura di Bellinzona, e poi confermata da due istanze superiori che hanno rigettato i ricorsi del titolare, la chiusura è stata resa effettiva il 23 gennaio e successivamente confermata dal Tribunale federale che ha respinto l’ultimo ricorso.

Stando a quanto abbiamo potuto appurare, sono circa duecento gli accusatori privati ora annunciatisi indicando di essere stati raggirati dal titolare indagato per truffa. L'uomo, sottolineava in primavera la Procura in un comunicato stampa, è gravemente sospettato di aver avviato nella seconda metà del 2024 diverse campagne pubblicitarie, raccogliendo così numerose sottoscrizioni di abbonamenti, nonostante sapesse perlomeno da maggio/giugno che vi era un rischio di sfratto da parte della società proprietaria dello stabile a causa di una vertenza per un conguaglio non pagato di 12mila franchi riferito alle spese del 2023.

Sfratto minacciato già a metà maggio 2024 quando la proprietaria diffida il titolare a saldare il conguaglio entro trenta giorni, con la comminatoria della disdetta del contratto causa ritardo nel pagamento. Il tutto rafforzato da un precetto esecutivo trasmessogli la settimana successiva e non impugnato. Disdetta puntualmente giunta al 30esimo giorno, quando però il titolare paga l’85% del conguaglio. Restano scoperti duemila franchi e l’inquilino contesta la disdetta. Inutilmente. L’istanza di sfratto, come detto, viene accolta in ottobre dalla Pretura, la cui decisione viene sospesa grazie a dei ricorsi che permettono al titolare di ‘tirar là’ tre mesi incassando ancora diversi abbonamenti fino al giorno prima della posa dei sigilli e la cessazione definitiva dell’attività. Per duemila franchi mancanti.

Da qui, come detto, il recente appello del Ministero pubblico. I potenziali accusatori privati erano invitati a indicare la data di sottoscrizione dell'abbonamento, la data dei pagamenti e l'importo versato. Il tutto producendo la necessaria documentazione a supporto. L'inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Daniele Galliano si trova ora nella fase di verifica delle circa duecento posizioni, per capire quali e quante abbiano le carte in regola per affrontare la fase successiva dell’inchiesta.

Leggi anche: