Bellinzonese

Agente della Polizia dei trasporti, fu abuso di autorità

La Corte d'appello del Tribunale penale federale ha confermato la condanna nei confronti di un 36enne che nel 2023 fermò in modo violento una persona

(Ti-Press)
10 novembre 2025
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La Corte d'appello del Tribunale penale federale ha confermato la condanna per abuso di autorità e lesioni semplici nei confronti di un agente della Polizia dei trasporti che il 30 maggio 2023 fermò in modo violento una persona alla stazione di Bellinzona. Dopo la sentenza emessa lo scorso 3 marzo dalla giudice del Tribunale penale federale Fiorenza Bergomi – che aveva in sostanza ritenuto credibile la vittima e non l'imputato – l’oggi 36enne aveva infatti inoltrato ricorso. Ricorso che è però, come detto, stato respinto dalla Corte d’appello, anche se – come ha riferito Tio – la pena pecuniaria è stata leggermente ridotta: da 10’500 franchi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni a 8’400 franchi, sempre sospesi. L'agente, difeso dall'avvocato Andrea Bersani, deve anche farsi carico delle spese procedurali e delle spese legali della vittima, difesa dall'avvocato Nicolò Manna.

Ricordiamo brevemente i fatti: il 30 maggio alla stazione di Bellinzona l’agente della Polizia dei trasporti, a seguito di un diverbio, colpì con un ceffone la vittima (sospettata ingiustamente di essere uno spacciatore), facendola cadere a terra e in seguito ammanettandola. Altri schiaffi furono poi inflitti alla persona fermata negli uffici della Polizia ferroviaria. Nel frattempo il vero spacciatore venne intercettato e fermato. Di conseguenza la vittima, assieme a due suoi amici, venne rimessa in libertà. Vittima che in seguito si recò in ospedale, dove furono riscontrati un trauma cranico minore, molteplici escoriazioni superficiali agli arti superiori e tumefazioni al viso. Da parte sua l'agente si è sempre professato innocente; stando ai giudici, però, a torto, visto che hanno ritenuto credibile la vittima e non l'imputato condannato.

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