laR+ Grigioni

‘Porterebbe entusiasmo e ricadute interessanti’

In ciclopista fino a Mesocco e SanBe? I direttori degli enti turistici Moesano e Bellinzona entusiasti dell’idea di ampliare il tracciato fermo a Grono

Il vecchio tracciato con Soazza sullo sfondo e il suo storico viadotto ad archi
(lanostrastoria.ch/Rudolf Butz + Ed. Helbling)
8 febbraio 2025
|

La nuova ciclopista della Bassa Mesolcina, che si avvicina al compimento di un anno dalla sua inaugurazione e percorre attualmente i paesi di Grono, Roveredo, San Vittore e Lumino, è particolarmente apprezzata dalle famiglie e dai turisti e non presenta situazioni particolari, a parte nei weekend la convivenza un po’ stretta con pedoni e cani e il problema emerso nei giorni scorsi nel tratto ticinese a nord di Lumino, dove schegge del materiale inerte luminescente inserito nell’asfalto si staccano finendo per forare le gomme. Nell’edizione del 1° febbraio il sindaco di Grono, Samuele Censi, ha indicato l’auspicio affinché si possa un giorno estendere la ciclopista dedicata verso nord e raggiungere Mesocco sia sfruttando in parte il già esistente Percorso nazionale n° 6 di SvizzeraMobile fra Coira e Bellinzona – la cosiddetta Graubünden Route che sfrutta le strade agricole secondarie a destra e a sinistra del fiume Moesa fra Grono e Soazza – sia riconvertendo, il più possibile, lo storico tracciato della dismessa Ferrovia mesolcinese, come fatto nel primo tratto a sud. In tal senso un tratto molto interessante idealmente convertibile, attualmente sentiero sterrato, è quello caratterizzato da ponti e brevi gallerie che si inerpica verso Soazza e raggiunge il capolinea di Mesocco. Guardando poi ancora più verso nord, dal castello fino a Pian San Giacomo una soluzione possibile sarebbe quella di sfruttare il Percorso n° 6 che risale la valle lungo la stradina già esistente sulla sponda opposta di Mesocco. Valutazioni si renderebbero necessarie infine per la prosecuzione oltre Pian San Giacomo, dato che il Percorso n° 6 da qui a San Bernardino si innesta attualmente nella strada cantonale.

‘Occasione da non perdere’

Cosa succederebbe se veramente questa idea prendesse corpo? Nell’anno in cui Mesolcina e Calanca accoglieranno il 10 giugno una tappa del Tour de Suisse, con tanto di salita spettacolare da Grono fino a Santa Maria, a fornirci delle risposte sono i direttori dei rispettivi enti turistici di Bellinzona e Moesa, Juri Clericetti e Christian Vigne. «L’estensione verso nord – premette Juri Clericetti – è sicuramente un’occasione da non perdere: San Bernardino è una destinazione interessante e sempre più gettonata dai turisti. Ma se ci allunghiamo a nord, perché non allungarsi anche a sud, dove potremmo creare un collegamento con la ciclabile che unisce Bellinzona al Locarnese?». Secondo il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzona e Alto Ticino non sfruttare questo progetto includendovi anche Arbedo e la capitale del Ticino, collegando così in un’unica tratta San Bernardino al Locarnese fino ad Ascona, sarebbe un’opportunità sprecata: «A livello di offerta turistica sarebbe per noi importantissimo estendere la pista ciclabile nel Bellinzonese. Così diventeremmo il punto di collegamento di una rete con destinazioni forti come San Bernardino e il Verbano». Se Bellinzona e Arbedo venissero incluse nel progetto, Clericetti prevede anche delle ricadute positive finanziare nella regione, grazie alle persone che vi farebbero tappa. Ed è facile immaginare che proverrebbero anche o soprattutto dall’Italia e da Oltralpe.

‘Slancio all’economia locale’

Interrogato sulla finanziabilità del progetto, Clericetti ricorda che «come enti turistici, noi ci occupiamo della promozione, dell’informazione e della messa in rete di queste proposte. Per il loro finanziamento, bisognerebbe sentire quale interesse ripongono nel progetto sia i Comuni coinvolti sia il Cantone». Da notare, in effetti, che i rispettivi cantoni Ticino e Grigioni hanno sorretto i Comuni nel finanziamento della prima tratta. «Il ragionamento che consiglierei di fare prima di un’eventuale entrata in materia e presa di posizione, è quello di considerare la pista ciclabile come una grande opportunità sia in ambito di mobilità lenta che di sostenibilità ecologica, senza dimenticare il grande vantaggio per i due Comuni di entrare a far parte di un collegamento tra destinazioni forti dal profilo turistico». Juri Clericetti prevede ulteriori sviluppi economici positivi se la pista ciclabile verrà ampliata con qualità. «Non è detto che se la pista avrà successo, possa nascere nei suoi pressi anche qualche bar e magari in seguito un’offerta di ristorazione o addirittura qualche nuova piccola struttura ricettiva», conclude fiducioso.

‘Un flusso da nord a sud’

Anche Christian Vigne appoggia pienamente la possibile estensione verso l’Alta Mesolcina: «Ha un senso completo continuare verso San Bernardino su un’arteria ciclabile che sia anche turisticamente valida. La questione da approfondire riguarda la sistemazione del tratto Grono-Mesocco che in passato ha subìto trasformazioni senza una pianificazione specifica per la riconversione in ciclopista. Oggi, quindi, andrebbe riadattato e recuperato per garantire un tracciato più funzionale e continuo lungo l’ex ferrovia. Peraltro sarebbe un percorso attorno al quale esiste già un apparato di visita con valenza turistica come i grotti di Cama o il castello di Mesocco. I paesi della valle diverrebbero quindi punto di visita e passaggio consentendo ai turisti anche di fermarsi e usufruire dei servizi e commerci, generando un’economia di scala importante». Il direttore dell’Ente turistico Moesano prevede che, se il progetto dovesse andare a buon fine, vi saranno soprattutto dei flussi turistici sull’asse nord-sud: molti turisti salirebbero con l’autopostale fino a San Bernardino per poi scendere verso i centri urbani dei Grigioni e del Ticino.

‘Un’opportunità per la valle intera’

Sempre Vigne ricorda che il tratto già esistente tra Grono e Lumino è improntato maggiormente a un uso quotidiano per i residenti che vogliono raggiungere scuole e lavoro con la mobilità dolce. «Invece da Mesocco in su la zona diventa impervia e sarebbe più difficilmente percorribile per chi vuole spostarsi nel quotidiano su due ruote. Se il progetto andasse in porto avrebbe quindi una valenza decisamente più turistica che utilitaristica». Quanto alla concretizzazione, Vigne ne è convinto: «Se riuscissimo a migliorare la percorribilità e a estendere il collegamento ciclabile sicuro fino a San Bernardino, sarebbe un’opportunità per la valle intera e non solo per quella attualmente più orientata al turismo» e che sta conoscendo un boom grazie al progetto di rilancio curato dall’imprenditore ticinese Stefano Artioli. Perciò, e considerati i tracciati già esistenti, «mi sento di dire che il progetto è concreto e fattibile e non comporterebbe interventi infrastrutturali troppo impegnativi». Da qui il suo invito rivolto alla politica affinché «approcci il tema senza esitare troppo, considerando le positive ricadute per commerci ed economia locale». La palla a questo punto potrebbe passare nel campo dei Comuni, oltre che delle autorità retiche a Coira.

Leggi anche: