A oltre 300 giorni dalla sentenza, le parti coinvolte nel processo all'ex giudice del Tribunale amministrativo retico condannato per violenza carnale contro l'ex praticante non hanno ancora ricevuto le motivazioni. Il passo è obbligatorio per impugnare il verdetto.
Quasi un anno fa il Tribunale regionale Plessur aveva condannato l'ex giudice del Tribunale amministrativo cantonale a una pena detentiva di 23 mesi con la condizionale, a una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere da 90 franchi ognuna e a un risarcimento alla vittima di 17'000 franchi. L'allora 49enne era stato riconosciuto colpevole di violenza carnale, molestie sessuali e ripetute minacce contro l'ex praticante. Il termine di notifica di 90 giorni dalla sentenza è stato quindi ampiamente superato. Sono passati quasi quattro anni dai fatti e il caso non è ancora completamente chiuso.
Secondo il diritto processuale penale svizzero i giudici devono motivare nero su bianco la loro decisione all'imputato e al pubblico ministero entro 60 giorni, in via eccezionale entro 90 giorni. Ma dalla pubblicazione delle decisione ne sono passati appunto 311. "Per il Tribunale regionale Plessur si tratta di un caso eccezionale in termini di carico di lavoro, complessità e attenzione pubblica", è la risposta del portavoce dei tribunali grigionesi, Stefan Schmid, apparsa ieri sul settimanale NZZ am Sonntag e confermata a Keystone-ATS. Per questi motivi è probabile che la motivazione scritta supererà il centinaio di pagine. Pure l'eccezionale carico di lavoro della corte di Coira contribuisce a ritardare la motivazione scritta, secondo Schmid.
Il processo che si era tenuto il 31 ottobre e il primo novembre 2024 aveva riscosso molto interesse. Per questo motivo l'udienza aveva avuto luogo in una sala all'interno dell'edificio del Gran Consiglio a Coira.