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Diritto allo sciopero e ‘congedo per l’altro genitore’ inseriti nella legge

Via libera dalla maggioranza del Gran Consiglio alle modifiche legislative della Lord e alla LStip proposte dal governo. Avallati anche alcuni emendamenti

(Ti-Press)
15 settembre 2025
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«Le modifiche proposte permettono di fare chiarezza e sono un buon bilanciamento tra diritti individuali e interesse collettivo». «Non se ne parla, sono ispirate a logiche ideologiche e privilegiano interessi minoritari». Sono essenzialmente questi i fronti principali su cui si sono arroccati rispettivamente i sostenitori e gli oppositori delle modifiche legislative proposte dal Consiglio di Stato alla Lord, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, e alla LStip, ovvero la Legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato e dei docenti. Da un lato, i (parzialmente) favorevoli. Dall’altro, i contrari tout court. Ad avere la meglio (37 a favore, 20 contrari e 3 astenuti), i primi.

Le modifiche proposte

Tra le modifiche alla Lord, la regolamentazione del diritto di sciopero, la possibilità di nomina anche per gli impiegati con un grado di occupazione inferiore al 50% (estesa anche ai docenti con l’approvazione di un emendamento del Centro), la possibilità di partecipazione ai concorsi interni per apprendisti che abbiano concluso la formazione presso l’Amministrazione cantonale (Ac) da meno di due anni, nonché l’eliminazione del riferimento alle unioni domestiche registrate – in seguito all’entrata in vigore del matrimonio per tutti – con la ridefinizione del congedo di paternità come ‘congedo per l’altro genitore’. Per quanto riguarda invece la LStip, il cambiamento principale concerne l’estensione delle prestazioni ai superstiti in caso di concubinato qualificato.

Il dibattito

Il plenum ha quindi dato luce verde al rapporto di maggioranza del socialista Fabrizio Sirica, favorevole alle modifiche proposte dall’Esecutivo, a eccezione del punto concernente l’estensione della possibilità di partecipare ai concorsi interni per gli apprendisti formatisi in seno all’Ac (aspetto poi avallato dal parlamento attraverso un emendamento dell’Mps). «Le modifiche proposte – ha spiegato il copresidente del Ps in aula – hanno un obiettivo chiaro: aggiornare la nostra Legislazione, dare certezza giuridica ai rapporti di lavoro nel pubblico impiego e garantire un equilibrio tra i diritti individuali dei dipendenti e le esigenze collettive che riguardano il servizio pubblico». Sirica evidenzia poi il rischio di trasformare «un coerente aggiornamento della Legge» in un «terreno di scontro politico», notando: «Certo, ogni tema è buono per costruire le proprie politiche, forse anche per attaccare a ogni occasione i dipendenti pubblici. È tuttavia peccato esasperare così quelle che sono sostanzialmente delle modifiche formali». Nulla da fare, dunque, per il rapporto di minoranza del leghista Boris Bignasca, contrario in toto alle proposte del governo e sostenuto, oltre che dalla Lega, dall’Udc e parte del Centro.

Dal canto suo, il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta ha sottolineato come la proposta del governo «sia mossa dalla necessità da un lato di adeguare le due basi legali alle recenti modifiche legislative, come per esempio la modifica del Codice civile con l’entrata in vigore il 1° luglio 2022 del matrimonio per tutti, e dall’altro di adeguare in modo puntuale alcuni articoli per aggiornare la gestione del personale». Rispetto al diritto di sciopero, ha rimarcato il consigliere di Stato, «è un tema che recepisce semplicemente le indicazioni del Tribunale cantonale amministrativo, secondo cui le disposizioni relative a tale diritto dovrebbero trovare fondamento in una legge formale».