Centonove deputati del parlamento retico hanno approvato oggi una mozione sulla politica linguistica. Una volta all'anno il Servizio specializzato per il plurilinguismo informerà i granconsiglieri sullo stato di attuazione delle misure di promozione.
La mozione è stata sostenuta da granconsiglieri provenienti da tutte le regioni linguistiche e dei diversi partiti politici. In concreto contiene quattro richieste: l'elaborazione di linee guida per i vari Uffici cantonali, migliorare le competenze linguistiche all'interno dell'amministrazione cantonale, pubblicare i bandi di concorso contemporaneamente in tutte e tre le lingue cantonali e avere un'informazione regolare sull'attuazione delle 80 misure per il plurilinguismo.
Queste prevedono ad esempio l'offerta di corsi di lingua per il personale dell'amministrazione cantonale, il miglioramento dei mezzi didattici e l'analisi dello stato di salute del plurilinguismo.
"Le testimonianze dirette di collaboratori cantonali e della popolazione dicono che c'è ancora lavoro da fare", ha dichiarato il granconsigliere e presidente della Deputazione grigionitaliana, Samuele Censi (PLR). La granconsigliera Gabriela Menghini-Inauen (UDC) ha apprezzato gli sforzi attuati dal Governo negli ultimi anni, ma anche secondo lei c'è margine di miglioramento. "Se vogliamo che l'amministrazione rifletta la realtà del Cantone non basta offrire corsi o programmi di traduzioni, ma bisogna assicurare che i collaboratori cantonali provengano da tutte le regioni. Per questo il reclutamento decentralizzato deve diventare un asse portante della politica linguistica", ha detto davanti al plenum. Le ha fatto eco Piera Furger (Centro). Secondo la granconsigliera fra i principi e la realtà di tutti i giorni c'è ancora una certa distanza e la parità linguistica non sempre è garantita.
Il socialista Dominik Zindel ha espresso preoccupazione per la risposta del Governo. "La valutazione positiva delle misure attuate fa temere che non accadrà più molto", ha detto.
Il Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini ha risposto in modo deciso alle preoccupazioni. "Non è mai stato fatto così tanto per il plurilinguismo come negli ultimi anni", ha sottolineato. Il direttore del Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente ha fatto riferimento alle misure per il plurilinguismo attuate per il 60%, al nuovo sito web trilingue che verrà lanciato a breve, alla strategia delle risorse umane che punta sulla decentralizzazione.
Parolini ha fornito anche alcune cifre sulla distribuzione linguistica all'interno dell'amministrazione cantonale. "Circa l'11,8% dei collaboratori sono italofoni, i romanci sono invece il 16,4%. A guida di un Ufficio c'è purtroppo un solo italofono."
Secondo Censi, primo firmatario della mozione, si deve puntare sulla qualità e non sulla quantità. Ma senza abbassare la guardia. "Il compito dei prossimi mesi e anni sarà quello di monitorare la situazione e intervenire laddove non si è ancora raggiunto ciò che è auspicato", ha dichiarato il deputato del circondario di Roveredo.