Il bilancio invernale della montagna è positivo; dopo la chiusura della funivia per le revisioni, una partenza col botto. E ora spazio ai festeggiamenti
Turismo di montagna, bilancio positivo per Cardada-Cimetta. L’inverno assai mite e povero di nevicate, se da una parte ha creato preoccupazione ai gestori delle stazioni sciistiche ticinesi, dall’altra ha invogliato molti escursionisti (turisti e indigeni) a uscite alla scoperta del nostro territorio (da chi è alla ricerca di un po’ di sole ai camminatori, dalle ciaspole alle discese in mountainbike oppure chi si gode semplicemente la gastronomia da una splendida terrazza sopraelevata).
Una buona notizia per coloro che lavorano nel settore, primo fra tutti il direttore della Cardada impianti turistici (società che quest’anno festeggia il giubileo del 25esimo anno di attività) Luca Jardini: «Siamo una destinazione turistica a 360 gradi, sulle 4 stagioni e solitamente quella invernale coincide con la bassa stagione. Mancano ancora le cifre precise, ma possiamo già sin d’ora dire che, dalla riapertura del 21 dicembre, dopo due mesi di chiusura per gli importanti lavori di manutenzione svolti, è stata una ripartenza performante. Ricordo che abbiamo dovuto procedere con un intervento tecnico importante, svolto di norma annualmente ma che, ogni sei anni, impone una chiusura prolungata di due mesi per la revisione completa dei due carrelli e lo spostamento dei cavi portanti ogni 12 anni. La montagna, in quelle settimane, era priva di neve, di conseguenza dopo la rimessa in funzione delle cabine gli ultimi dieci giorni di dicembre hanno fatto segnare un’ottima affluenza. Il miglior dicembre da sempre, posso confermarlo».
Avvio d’anno «a ‘bomba’, con parecchi passaggi, poi la meteo ha iniziato a fare le bizze, soprattutto nei fine settimana, per noi determinanti ai fini della resa. Perdere 4 o 5 weekend a causa di pioggia e neve ci ha penalizzati e ne abbiamo risentito. Le giornate dalle condizioni sfavorevoli sono ovviamente poco propizie per la montagna. Col bel tempo anche gli appassionati di racchette hanno preso d’assalto il nostro servizio di noleggio (il materiale messo a disposizione è andato a ruba). Possiamo parlare di un buon inverno con circa 10mila passaggi complessivi, condizionato dalla meteo che determina anche la tipologia dei nostri visitatori».
A livello promozionale, come sempre molto viene fatto per soddisfare tutti gli interessi: dalle famiglie (con la caccia al tesoro, le possibilità di slittare e i giochi pensati per i più piccoli) agli sportivi, passando dagli anziani turisti che magari arrivano da oltre Gottardo con le loro carte giornaliere, salgono a Cardada, passeggiano e si godono la bellezza del posto (arricchito ora anche dal pittoresco laghetto) per poi rientrare la sera».
Il comparto della montagna locarnese – oltre a essere un tesoro naturale, paesaggistico e ambientale – si conferma dunque strategico, irrinunciabile per la prosperità del nostro turismo. E, soprattutto, non costituisce un’offerta ‘elitaria’ grazie ai suoi prezzi modici (soprattutto se rapportati agli impianti di risalita del resto della Svizzera). «Per gli indigeni domiciliati salire a Cardada è sicuramente conveniente visto lo sconto del Comune azionista (35%). Abbiamo dovuto ritoccare leggermente i prezzi di risalita, ma era addirittura dal 2011 che non venivano aumentati. Titoli di trasporto quindi convenienti (tenuto conto anche dei rincari dell’energia e del materiale di consumo generale) anche per la clientela estera, come quella dalla vicina Italia. Ripeto, per la regione Ticino, è sicuramente un prezzo ragionevole. Sono membro di vari gremi di funivie svizzere e i colleghi mi fanno spesso notare come i nostri titoli di viaggio siano davvero bassi rispetto alla media nazionale».
Qualche criticità emersa negli ultimi tempi? «Abbiamo dovuto fare i conti – senza addossare colpe a nessuno – con la chiusura della Funicolare Locarno-Orselina per lavori di ristrutturazione, che ci ha sicuramente fatto scappare qualche cliente. Inoltre dovremo insistere con alcune offerte mirate, penso alla mountainbike, che con l’arrivo del nuovo tracciato sicuramente anche in inverno, in assenza di neve, ci assicurerà qualche passaggio in più».
Il 2025 sarà, come detto, l’anno del giubileo (quarto di secolo), sottolineato da più eventi. Il primo è una mostra fotografica (della Cit così come pure della Floc, la precedente società) allestita alla stazione di partenza della funivia a Cardada, che aprirà i battenti il 12 di aprile. Prevista pure l’inaugurazione del nuovo parco giochi inclusivo (fruibile anche per i diversamente abili), in zona seggiovia a Colmanicchio.
Non da ultimo, taglierà il traguardo dei 40 anni di attività il vecchio gatto delle nevi, il Pb170 Kässbohrer, il pistenbully (battipista o gatto delle nevi, che dir si voglia) diventato leggenda. Tra gli ultimi testimoni di un’epopea, quella dello sci, che ha segnato la storia della montagna dei locarnesi.