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La missione secolare: ‘Curare la Montagna per proteggere il Piano’

Viene presentato giovedì 22 maggio al Cps di Gerra Piano il libro sui 100 anni di attività del Consorzio forestale Valli Pesta e Riarena

1948, la Riarena a valle del ponte sulla cantonale
20 maggio 2025
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“Curare la Montagna per proteggere il Piano”. Questo il titolo del libro, fresco di stampa, che il Consorzio forestale Valli Pesta e Riarena ha voluto realizzare per sottolineare il secolo di attività. La pubblicazione, curata dallo storico Flavio Zappa e da lui realizzata unitamente agli autori Sonia Fornera Dazio e Sergio Mariotta, verrà presentata al pubblico giovedì 22 maggio dalle 20 al Centro professionale e sociale (Cps) in via Terricciuole 1 a Gerra Piano.

Evitando un linguaggio troppo tecnico, la pubblicazione si rivolge a un pubblico non specialista: non solo ai residenti di Cugnasco-Gerra, di Riazzino e delle Gerre di Sotto, beneficiari diretti dei lavori promossi dal Consorzio, ma a ogni persona che ha a cuore il territorio e si interessa alla sua storia e alla sua evoluzione. Riccamente illustrata con immagini d’epoca e moderne, cartine, grafici ed estratti di documenti originali, sapientemente intercalati ai testi, essa si presenta in una pregevole veste grafica, curata da Sandra Pozzoni Dafond.

Un ruolo imprescindibile anche in futuro

Il Consorzio l’ha voluta quale segno concreto e duraturo, al pari delle opere di premunizione realizzate sulla montagna. Essa tuttavia non guarda solo al passato, ripercorrendo cento anni di storia, ma anche al futuro, nella consapevolezza che il Consorzio continuerà ad avere un ruolo imprescindibile per garantire la sicurezza di un’ampia porzione di territorio oggi densamente urbanizzato. Come sottolinea Martino Bonardi nella sua presentazione, infatti, i compiti dell’ente non si sono esauriti con la realizzazione delle opere di premunizione e le sfide future, soprattutto quelle legate ai cambiamenti climatici, saranno molte e impegnative.

Scrive Pier Giorgio Gerosa nel capitolo “Territorio, paesaggio e insediamenti” del volume “Storia del Ticino”: “Durante il Medioevo, e in alcuni casi fino all’inizio del XX secolo, le pianure non erano permanentemente né sicuramente utilizzabili. […] Esse costituivano un territorio repulsivo, soggetto a pericoli, inondazioni lacuali e fluviali, sede di paludi e di malaria. […] Sino agli inizi del Novecento le pianure erano territori in formazione […], una fascia estremamente fluida e labile”.

Le pianure fino all’Ottocento

Fino allo scadere dell’Ottocento le pianure – insalubri, scarsamente produttive e soggette a pericoli naturali – erano un territorio poco attrattivo: in molte aree del Sopraceneri gli insediamenti si sono sviluppati piuttosto sui coni di deiezione (Bassa Vallemaggia) oppure a mezza costa. È così per la sponda destra della Valle del Ticino, fra Bellinzona e il Lago Maggiore, dove numerosi piccoli villaggi rurali punteggiavano la fascia pedemontana, alimentati – almeno quelli tra Gordola e Gudo – dalle complesse dinamiche della migrazione stagionale verzaschese.

Alla formazione di questi territori l’uomo ha contribuito con progetti che guardavano oltre gli interessi locali e con opere di grande respiro quali, nel comparto in esame, la “correzione” del Fiume Ticino e la “bonifica” del Piano di Magadino. Imprese gigantesche, durate decenni, che – consentendo di prosciugare ampie superfici – hanno modificato radicalmente la geografia fisica e umana del nostro cantone.

Un territorio che si trasforma

Così, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, estese aree della pianura più grande del Ticino hanno potuto essere destinate all’agricoltura e, in tempi più recenti, agli insediamenti abitativi, artigianali e commerciali, nonché alle vie di comunicazione. Tra gli attori che hanno contribuito in modo determinante a questo sviluppo passano spesso e ingiustamente in secondo piano quelli che hanno operato per la messa in sicurezza delle nuove aree bonificate, intervenendo a monte delle stesse.

Uno di questi è il Consorzio forestale Valli Pesta e Riarena, che nel 2025 ricorda appunto i 100 anni di attività. Senza l’assiduo e attento lavoro di questo ente, che ha operato a valle del Sassariente e della Cima di Sassello, l’odierno sviluppo dell’area di Riazzino, Gerra Piano e Cugnasco sarebbe impensabile, perché è necessario, come sottolinea appunto il volume del giubileo, “Curare la Montagna per proteggere il Piano”.

Il lavoro di Fornera Dazio e Mariotta

Sotto la direzione di Zappa, la pubblicazione esplora due grandi campi d’indagine. Da una parte Sonia Fornera Dazio, geografa di formazione e dotata di sensibilità storica, ricostruisce un contesto storico, demografico, sociale ed economico molto complesso, indispensabile per capire la costituzione e gli sviluppi del Consorzio. Con assidue e minuziose ricerche d’archivio, che le hanno permesso di scovare molti documenti inediti, e la consultazione di un’ampia bibliografia, l’autrice mostra lo sviluppo di un territorio che ha conosciuto una grande evoluzione negli ultimi cent’anni, grazie appunto anche agli interventi di premunizione sulla montagna.

Dal canto suo Sergio Mariotta, che vanta una grande esperienza nei vari settori legati all’ingegneria forestale, mette a frutto le sue competenze e la sua conoscenza dei canali di informazione e illustra con chiarezza, anche grazie alle numerose cartine da lui stesso elaborate, il territorio e i numerosi progetti di rimboschimento e premunizione che lo hanno interessato, prestando un’attenzione particolare sia alle dinamiche naturali sia a quelle antropiche, che sono sempre in stretta relazione tra loro.

Al termine della serata sarà offerto un rinfresco e sarà possibile acquistare il volume.