Il Comitato a favore del progetto invita ad approvare il credito il prossimo 15 giugno. Le ragioni: ‘Sicurezza, funzionalità e accessibilità’
Per una stazione sicura, accogliente e all’altezza del resto del cantone. Il Comitato interpartitico a sostegno della realizzazione del nodo intermodale della stazione di Locarno-Muralto si è presentato di fronte ai giornalisti, con i cinque copresidenti: Bixio Caprara (Plr), Paolo Caroni (Il Centro), Fabio Badasci (Lega), Cristina Zanini Barzaghi (Ps) e Matteo Buzzi (Verdi). Un Comitato che sta raccogliendo adesioni da Chiasso ad Airolo, trasversalmente ai partiti. Perché la futura porta d’entrata del Locarnese non è appannaggio di un unico schieramento o di una sola regione: è attesa da tutti e pure in Gran Consiglio aveva raccolto unanime adesione. Ma un referendum porterà la questione alle urne il prossimo 15 giugno. Il nodo – hanno affermato i cinque copresidenti – rappresenta un tassello fondamentale per completare la rete del trasporto pubblico ticinese e per garantire a tutta la popolazione una mobilità moderna, efficiente e soprattutto sicura e accessibile.
La conferenza stampa si è tenuta a Bellinzona per motivi ben precisi, come ha sottolineato Caprara: «Il tema è di interesse cantonale ed è stato ampiamente sostenuto dal Gran Consiglio nella capitale. Inoltre, a Bellinzona l’investimento in un nodo intermodale ha dimostrato come un’infrastruttura ben pensata possa trasformare un’intera area urbana, migliorare sensibilmente l’esperienza degli utenti e aumentare l’attrattiva del trasporto pubblico, ma anche l’immagine della città, la qualità della vita, l’attrattività per chi ci vive e chi la visita. Il Locarnese merita lo stesso slancio. Il grande potenziale turistico creato dalla nuova trasversale ferroviaria AlpTransit rende necessarie strutture efficienti per il trasporto pubblico locale. Non possiamo accettare che una delle porte d’accesso principali della regione resti ancora per anni in uno stato caotico, scomodo e soprattutto pericoloso. È un treno che il Ticino e la regione sul Verbano non possono permettersi di perdere». Il Locarnese, ben collegato al resto del cantone grazie alla rete Tilo e al tunnel del Ceneri, ha avuto un costante e importante aumento di domanda di mobilità pubblica (più 38,5 per cento su gomma, più 44,6 per cento su ferro tra il 2019 e il 2023), ha ricordato dal canto suo Zanini Barzaghi: «Non è più possibile attendere. Dopo i grandi investimenti già effettuati a Chiasso, Mendrisio, Bellinzona, quelli in corso a Lugano e quelli previsti a Biasca e Giubiasco è giunto il momento di portare anche il Locarnese all’altezza delle altre stazioni principali ticinesi». Ricordiamo che il costo a carico del Cantone sarà di 7,1 milioni di franchi (su un investimento totale di 16,6 milioni). Il nodo intermodale sarà sussidiato pure dalla Confederazione, con 5,4 milioni di franchi, ma a patto che i lavori inizino entro la fine del 2025. In caso contrario questo contributo verrà annullato. «Il progetto in consultazione è frutto di oltre dieci anni di lavoro congiunto tra il Comune di Muralto, la Città di Locarno, la Commissione intercomunale dei trasporti, il Cantone, le Ffs, le Fart e numerosi altri partner – ha ribadito Caroni –. È tecnicamente realizzabile e urbanisticamente qualificante. Prevede un nuovo terminale dei bus, che dal 2030 saranno elettrici, con stazioni di ricarica; accessi per i disabili; percorsi sicuri per pedoni e ciclisti; separazione dei flussi ed eliminazione dei conflitti tra i vari utenti della strada; regolamentazione semaforica degli attraversamenti pedonali; efficienza e sostenibilità; corsie preferenziali per i bus; collegamento con la centrale semaforica intelligente del Locarnese». In altre parole, la proposta – avversata dal gruppo locale “Salva Viale Cattori” – porterà una piccola rivoluzione, riuscendo a eliminare i tanti conflitti viari della zona che creano ingorghi e situazioni di pericolo. Sulla riqualifica urbana e la valorizzazione del comparto si è espresso Buzzi: «Il calibro stradale su viale Cattori verrà ridotto, offrendo più spazio per le persone e riducendo il traffico delle automobili. Si creeranno spazi pubblici accoglienti e curati, in grado di offrire comfort e di facilitare l’orientamento anche a turisti e visitatori. Non mancheranno l’illuminazione a Led, l’arredo urbano e le nuove alberature. Ci sarà poi la possibilità di una gestione flessibile». E questo, per Buzzi, significa anche la possibilità di inserire più verde; ma anche facilitare lo spostamento ai ciclisti, che oggi sono tra i più penalizzati. Badasci non ha esitato a definire la stazione di Muralto «non all’altezza delle necessità attuali. Ci sono problemi di transito per le auto e in generale di sicurezza per tutti gli utenti. Il nuovo nodo intermodale porterà senza dubbio a un grande miglioramento».
Insomma, le parole d’ordine sono: «Sicurezza, funzionalità, accessibilità – ha concluso il Comitato –. Non è un lusso, ma una necessità. Rifiutare il credito significherebbe bloccare ogni sviluppo del comparto per almeno un altro decennio, mantenendo l’attuale situazione insoddisfacente per migliaia di utenti quotidiani».