Il suo nome figura nelle carte dell'operazione che ha portato all'arresto di 97 sospetti in tutta Italia. Aiutava nell'organizzazione di traffici di droga
Era stato arrestato nel corso di un'operazione antidroga, con l'accusa di associazione mafiosa e di traffico di sostanze stupefacenti, a Tenerife, Isole Canarie (Spagna), lo scorso mese di marzo (fermato dalla polizia mentre cercava di sfuggire alla cattura in maniera rocambolesca, attraverso il tetto di un edificio, dopo aver quasi investito un agente della polizia iberica); in Ticino è sospettato di essere coinvolto in un'importante attività di spaccio di cocaina che ha interessato, per molto tempo, soprattutto il Sopraceneri. Secondo le autorità spagnole, avrebbe fatto arrivare fino a 50 kg di cocaina dalla Spagna nel nostro Cantone. Rischia una pena di carcere fino a 15 anni. La giustizia ticinese ha chiesto la sua estradizione.
E, ora, ad aggravare il tutto, la notizia – confermata – secondo la quale il suo nome compare nelle carte dell'operazione anti-'ndrangheta denominata ‘Millennium’, condotta dai Carabinieri in molte province italiane su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Blitz che ha portato al fermo di oltre 90 sospetti in tutta Italia. Il giovane è un 28enne originario del Locarnese ma attualmente domiciliato a Como, in Lombardia. L'uomo è accusato di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Secondo quanto riportato nell’ordinanza firmata dalla giudice per le indagini preliminari Francesca Mesto, faceva parte della cosca Barbaro-D’Agostino. Con altri affiliati al clan si occupava in particolare di organizzare i traffici di sostanze stupefacenti, soprattutto dalla Calabria verso la Lombardia. E da lì poi verosimilmente anche oltre confine. Oltre all'attività estorsiva, le cosche, secondo l'accusa, avevano la capacità di infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche, così da ottenere informazioni sulle procedure degli appalti e sullo stato dei pagamenti utili per infiltrarsi, grazie anche alla compiacenza di imprenditori collusi, in attività economiche collegate quali la vendita di mascherine e guanti all'Asp di Reggio Calabria. Stando all'Ordinanza di applicazione di misure cautelari del Tribunale di Reggio Calabria (che laRegione ha visionato), il locarnese “collaborava costantemente con Pasquale Zappia nei suoi affari illeciti occupandosi assieme a lui di organizzare i traffici di sostanze stupefacenti (soprattutto quelle della Calabria verso la Lombardia), mantenendo costanti rapporti attraverso comunicazioni a distanza ‘sicure’ (col ricorso a segnali di messaggeria tipo Signal e, verosimilmente, a telefonini criptati) e incontri riservati di persona, partecipando alla commissione di diverse cessioni di sostanze stupefacenti, procedendo, coordinando e supervisionando le attività illecite dei complici egiziani ‘Oscar e ‘Carlo’ nel territorio lombardo”.