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Il Locarno Film Festival fa suoi i 17 milioni e può... brindare

Accolto dal Parlamento, a stralarga maggioranza, il credito destinato alla rassegna. Bocciati i due emendamenti di Avanti Ticino e Mps-Indipendenti

(Archivio Ti-Press)
12 giugno 2025
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‘Per qualche tartina in meno’. Potremmo riassumere così, parafrasando, scherzosamente, il titolo di una nota pellicola western, la proposta (formulata tramite emendamento, poi bocciato) di Amalia Mirante di decurtare, del 5%, il sussidio cantonale (17 milioni spalmati su un quinquennio) d'aiuto al Locarno film festival. Una riduzione del contributo equivalente a circa 171mila franchi da leggere non come un attacco contro qualcuno o qualcosa (la cultura), bensì per ricordare che, citiamo, «anche sul red carpet (tappeto rosso) è necessario mettere i piedi per terra». Per l'esponente di Avanti Ticino & lavoro, infatti, in un momento di difficoltà economica generale, è importante mandare un piccolo segnale, alla gente, che anche i grandi risparmiano. In pratica, se si taglia in altri settori, è giusto farlo anche per la rassegna locarnese. L'idea del suo gruppo di togliere a mo' di esempio dalla kermesse la parte ‘gastronomica’ riservata ai politici non ha tuttavia trovato consenziente il Parlamento, che ha respinto la proposta. Fabrizio Sirica (Ps e presidente della Gestione) ha messo in guardia sui pericoli delle decurtazioni («rischiamo posti di lavoro, no all'effetto dumping sui contributi!»), invitando a guardare il caso del festival di Zurigo. Omar Balli (Lega) dal canto suo ha lodato gli sforzi dei responsabili del Festival fatti nel tentativo di incrementare l’autofinanziamento della manifestazione. Alessandro Speziali (Plr) ha osservato che anche i momenti conviviali legati al Festival consentono alle persone di conoscersi e dialogare e che sarebbe riduttivo vederli come delle «semplici distese di gourmet».

Sorte analoga è toccata anche al secondo emendamento, presentato dall'Mps-Indipendenti, che richiamava invece l'attenzione sul rispetto, da parte del Festival (finanziato in parte dal Cantone), dei contratti di lavoro applicati nel settore. Matteo Pronzini ha invitato i responsabili della rassegna a dimostrare che ciò avviene realmente. Immediate le risposte di Alessandra Gianella (Plr) che ha ricordato i miglioramenti interni apportati proprio a tale scopo e ancora di Fabrizio Sirica, il quale ha confermato la grande attenzione dimostrata dal Film Festival al tema, con un dialogo con le parti sindacali che è presente.
Il dibattito, nella sala delle Orsoline, è stato aperto dalle considerazioni di Gianella relative al valore della rassegna locarnese, una piattaforma di promozione territoriale economica, turistica, formativa e culturale di prim'ordine per il territorio ticinese (tra i 20 e i 30 milioni le ricadute annue). Oggi, ha sottolineato, il 60% dei costi è coperto da fondi privati, a dimostrazione di come l'evento faccia gola anche agli sponsor; motivo per cui bocciare gli aiuti cantonali sarebbe un pessimo segnale. Non da ultimo la rassegna dimostra di essere un collante tra culture, di saper coinvolgere il pubblico favorendo la coesione. Riflessione sulla quale si è innestata anche la consigliera di Stato Marina Carobbio («il Festival ha dimostrato di sapere evolvere e superare anche le criticità finanziarie»).