Clamoroso passo indietro di Snl, che manda al macero gli accordi del post-sciopero locarnese del 2017. E Sirica interroga il Consiglio di Stato
Un’interrogazione interpartitica con tanto di notizia incorporata: è quella di Fabrizio Sirica (primo firmatario) che tocca il tasto della Società navigazione Lago di Lugano e in particolare rivela la “disdetta straordinaria” e unilaterale del Contratto collettivo di lavoro che era stato firmato nel 2018, dopo lo sciopero dei marinai della Navigazione sul bacino svizzero del Lago Maggiore andato in scena per 3 settimane nell’estate del 2017. Ccl che, ricordano Sirica e gli altri firmatari Giulia Petralli (Verdi), Claudio Isabella (il Centro), Matteo Pronzini (Mps) ed Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino&Lavoro), era “il frutto di un accordo faticosamente raggiunto tra le parti sociali per garantire stabilità ai lavoratori”.
Ciò che fa specie agli interpellanti è l’aggettivo “straordinaria” riguardante la disdetta stessa, visto che “il termine ‘straordinario’ sembra privo di valore giuridico in diritto svizzero e non trova riscontro negli ordinamenti contrattuali nazionali”. Ma non solo: “La forma con cui è stata comunicata la disdetta solleva dubbi legali e rischia di minare la fiducia dei dipendenti verso la stabilità contrattuale. È quindi urgente fare chiarezza, per comprendere se i due membri del Cda in quota Cantone, nominati dal Consiglio di Stato, fossero informati e/o concordi; se l’esecutivo cantonale fosse stato informato; e in che maniera il Consiglio di Stato intenda mediare tra le parti”.
Sul Ccl andato improvvisamente al macero, ‘laRegione’ ha sentito il sindacalista di riferimento, Angelo Stroppini (Sev), che sul tema ha combattuto unitamente ai colleghi di Unia e Ocst. «La trovata della disdetta straordinaria, contestata legalmente, dello storico Ccl locarnese nato dopo lo sciopero del 2017, è l’ultimo disperato tentativo della proprietà Snl per togliersi di torno al più presto possibile chi porta alla luce le irregolarità di questa gestione che in quasi 10 anni di attività continua a deludere e a chiedere denaro pubblico». Per Stroppini si tratta di «un fallimento che dovrebbe portare la politica a riflettere su delle alternative. Una su tutte una gestione tramite Fart, in collaborazione con Navigazione Lago Maggiore». Opzione, come si vedrà in seguito, però difficilmente percorribile.
Sirica e cofirmatari non si fermano alla questione del Ccl disdetto: proseguono facendo riferimento a quello che definiscono un altro “grave gesto di una gestione che fa acqua da tutte le parti”, ovverosia la questione della Cassa pensione: “Il 3 giugno 2025 i sindacati Sev, Unia e Ocst hanno denunciato numerose criticità riguardanti la gestione della Cassa pensione aziendale. Nel 2021 la Snl ha trasferito i suoi dipendenti da Symova (copertura 111,97%) a Valitas, affidando la gestione a Copernicus Wealth Management, controllata da Copernicus Holding”. Tuttavia, “Agostino Ferrazzini, presidente della Snl, ricopriva allo stesso tempo la carica di vicepresidente di Copernicus Wealth Management e di presidente di Copernicus Holding, configurando un evidente conflitto di interessi. In aggiunta, il rappresentante dei lavoratori nella commissione previdenziale era pure direttore della Copernicus Wealth management: un doppio incarico che riporta questioni di governance quantomeno poco trasparenti”.
Cassa pensione che oltretutto dà riscontri “allarmanti”: nel triennio seguente al passaggio a Copernicus i rendimenti “sono stati tra i peggiori della Svizzera, inferiori del 13% rispetto ai precedenti gestori Symova, e i costi di gestione sostenuti dagli assicurati sono risultati cinque volte superiori. Non riuscendo a ottenere chiarimenti ripetutamente chiesti alla Direzione di Snl, i sindacati hanno dunque inoltrato una formale denuncia all’autorità di vigilanza di Zurigo, richiedendo chiarezza e tutela”. E “al contempo, la Snl è stata accusata di discriminare i sindacati ufficiali, promuovendo invece l’associazione Aplt per nominare il rappresentante del personale nella cassa, facendo temere un tentativo di escludere voci critiche”. Insomma, “alla luce del tentativo di disdire unilateralmente il Ccl, questa suggestione prende tristemente corpo”.
Infine, da controlli dell’Ufficio federale dei trasporti erano emerse criticità nella manutenzione dei pontili lacuali: “In particolare su quello di Magadino erano previste verifiche tecniche e interventi di riparazione. Tali misure, non tempestive, hanno causato la chiusura temporanea creando dei disservizi all’utenza e al territorio che vive di turismo proprio a inizio stagione, oltre a esporre la Snl a responsabilità civili in caso di incidenti. Di recente sono state avviate manutenzioni conservative e sostituzioni di elementi usurati, ma restano aperti vari interrogativi sulla frequenza dei controlli, sul rispetto dei calendari di intervento e sull’integrazione delle strategie tecniche con gli obblighi normativi legati alla concessione, che scade a fine 2026”.
Al Consiglio di Stato viene chiesto di esprimersi su tutte e tre le tematiche sollevate e in particolare sul ruolo avuto dai delegati del Cantone. Inoltre, vengono chiesti lumi sul coinvolgimento (o meno) dei dipendenti e sulle azioni intraprese dallo Stato a loro tutela. Infine, sul futuro del bacino svizzero del Lago Maggiore la domanda è pesante: “Considerando che siamo di fronte a una governance che fa acqua da tutte le parti (conflittualità con le parti sociali, gestione della Cassa pensione con conflitti di interessi, manutenzione non adeguata) sarebbe ipotizzabile affidare la gestione della mobilità lacuale sul Lago Maggiore ad altri attori (come le Fart) o creare una nuova società specifica con capitale pubblico?”.
È un tema, quello di un eventuale coinvolgimento delle Fart, già emerso 8 anni fa. Sempre interpellato dal nostro giornale, lo ricorda il direttore dell’azienda di trasporto pubblico, Claudio Blotti: «Già ai tempi dello sciopero il Cda delle Fart aveva effettuato una valutazione di questa eventualità, concludendo che l’azienda non possedeva le competenze richieste per assumere un tale mandato, malgrado alla stessa non fosse mai giunta una richiesta ufficiale. Alla luce delle condizioni attuali, riteniamo che quella valutazione resti valida. Oltre a ciò, l’azienda deve concentrare le proprie risorse da subito e per gli anni a venire nella realizzazione dei prossimi, impegnativi progetti strategici, quali ad esempio, tra i più importanti, figurano l’edificazione del nuovo deposito-officina autobus a Riazzino, l’elettrificazione a tappe della flotta autobus e la realizzazione degli interventi infrastrutturali a Tegna e Intragna per l’introduzione del servizio ferroviario regionale ogni 30 minuti tra Locarno e Intragna».