Intervista a Tiziano Guarisco, comandante dei Civici pompieri. Riorganizzazione Corpi, nuova caserma ed effettivi: ecco come cambia il contesto
Una vita in divisa, anzi in doppia uniforme, sempre al servizio del cittadino. A una delle due, quella di agente della Polcomunale di Locarno, ha rinunciato a fine 2024, quando cioè ha ufficialmente assunto la carica di comandante al 100% dei Civici pompieri di Locarno. Tiziano Guarisco, 57 anni, i primi passi in una caserma li ha mossi, a onor del vero, a Biasca dove è nato e cresciuto prima di trasferirsi sulle rive del Verbano. Oggi guida un’unità forte di 180 uomini (7 professionisti e 6 in veste di ‘part time’, assunti dalla Città come pompieri e, al tempo stesso, dipendenti della squadra comunale con specifiche mansioni); 15 le donne incorporate, numero in costante crescita.
Dinnanzi a simili cifre verrebbe da pensare che l’annoso problema della carenza di effettivi sia stato risolto...
Si tratta di un buon numero ma non dimentichiamo due cose: l’area territoriale da coprire è aumentata e la copertura degli interventi nella fascia diurna settimanale (6-18) è resa possibile dalla disponibilità di Comuni, Cantone e grosse aziende che consentono ai loro dipendenti-pompieri di staccare dai loro impegni professionali per andare a costituire/puntellare il picchetto. Il 95% dei militi che lavora nel privato non ha questa possibilità.
Un grosso cambiamento a livello di organizzazione e pianificazione è arrivato con l’integrazione del Corpo pompieri di Tenero-Contra (manca ancora la firma di una convenzione con i Comuni interessati)
I colleghi pompieri di Tenero-Contra sono integrati, formati e sono parte dell’unità di Locarno a tutti gli effetti. È importante sottolineare che la loro sede di Tenero, per ovvie ragioni tattiche e strategiche (lo spostamento nel traffico urbano da Locarno comporta una perdita di tempo eccessiva), rimane a tutti gli effetti operativa. Questo ci consente una perfetta rapidità d’intervento.
Il discorso della riorganizzazione dei Corpi pompieri tocca anche quelli di montagna, ai quali Locarno assicura pieno supporto operativo. Potrebbe però sembrare paradossale che alcune realtà di valle dispongano di Corpi di categoria C (Centri di soccorso locali), quindi non abilitati allo spegnimento di roghi boschivi. Eppure sono composti da uomini e donne cresciuti sulle montagne...
Osservazione pertinente. Si tratta di una pianificazione studiata a livello cantonale. In questi Corpi pompieri troviamo, spesso, militi e ufficiali che svolgono il doppio compito. Il problema di fondo è quello del numero di effettivi: nelle valli e nelle zone più discoste dai centri, trovare un sufficiente numero di volontari necessario a creare sezioni distinte, non è possibile. Manca la massa critica. Per questa ragione si rende necessario concentrare – come nel caso della Vallemaggia – tutte le forze in un’unica sezione di montagna di riferimento che serve poi tutto il territorio di pertinenza.
A differenza di ciò che avviene nei Corpi pompieri di montagna o delle zone periferiche, dove uno entra e ci resta fino alla... ‘pensione’, nei Corpi urbani la permanenza di un milite è ridotta nel tempo. Come mai?
Nel caso dei Civici pompieri di Locarno, l’appartenenza media all’unità è di 6/7 anni. Nelle realtà di montagna, sicuramente gioca un ruolo l’ambiente di amicizia che si crea in seno al gruppo. Spesso è gente che si conosce da una vita, profondamente legata al territorio, con la quale è facile fare squadra. Si crea uno spirito di corpo particolare, con dei legami solidi e profondi. Discorso un tantino diverso nei Centri d’intervento più grandi, dove confluisce gente da diverse realtà, sempre accomunata dal desiderio di aiutare chi è nel bisogno. Un ruolo chiave lo gioca anche la formazione, sempre più impegnativa negli ultimi tempi. Sono aumentati i corsi d’istruzione, le competenze richieste ai fini della sicurezza, stiamo andando verso una sempre maggior professionalizzazione. Nel soccorso, ogni operazione può rivelarsi più complessa del previsto e richiede decisioni rapide in situazioni di rischio. Tutto questo costituisce, per molti, un impegno logorante ed eccessivo. Se agli interventi sempre più complicati ci aggiungiamo i picchetti settimanali si capisce come il carico alla fine diventi davvero oneroso. E in molti casi spegne il fuoco sacro.
Cambiamenti climatici e interventistica, com’è evoluta la casistica nel tempo?
Il grosso dell’interventistica si è concentrato piuttosto sugli inquinamenti, allagamenti e interventi tecnici di vario tipo. Per quanto concerne gli incendi di bosco, le precipitazioni sempre più scarse ma di intensità rilevante e il clima secco impoveriscono anche i corsi d’acqua e le riserve idriche, favorendo il propagarsi rapido delle fiamme; ci troviamo confrontati con questa tipologia di interventi anche nei mesi autunnali-invernali. Grazie a un’attenta politica di prevenzione condotta dalla Sezione forestale, con la creazione di vasche antincendio, le strade tagliafuoco e il potenziamento della rete idrica, la lotta agli incendi boschivi risulta essere oggi sicuramente più efficace. Rilevante, nell’opera di contrasto degli incendi, è pure la dotazione di attrezzature ed equipaggiamenti all’avanguardia.
Parliamo della caserma del Centro di pronto intervento della Morettina, diventata ormai troppo piccola...
Era adeguata in passato, oggi non lo è più. Prova ne è che siamo costretti a dislocare parte del nostro materiale in dotazione in altre sedi. La necessità, non dimentichiamolo, di assicurare anche l’interventistica nella galleria Mappo-Morettina e lungo la linea ferroviaria della Centovallina ha imposto l’acquisto di nuovi veicoli ed equipaggiamenti. In questo caso, la perspicacia dell’Esecutivo cittadino, che sta lavorando in sinergia con il Cantone, ha previsto la realizzazione di un nuovo stabile, il Centro di pronto intervento 3 che accoglierà, oltre ai Pompieri, la Protezione civile, Lea, la Posta (logistica) e altri inquilini. L’obiettivo è di realizzare un polo misto flessibile, capace di ospitare servizi di emergenza, formazione, e funzioni amministrative senza vincoli rigidi ma con una grande valenza strategica e un centro di specializzazione per la sicurezza regionale. Noi conserveremo comunque la nostra autorimessa e gli uffici amministrativi nell’attuale sede. Se tutto va come previsto la futura struttura sarà ultimata nel 2030.
Determinanti, per un buon lavoro, risultano essere i rapporti con le autorità municipali.
Con i Comuni convenzionati abbiamo sempre trovato disponibilità all’ascolto e piena collaborazione. Dalla Città, grazie in particolare all’impegno della capodicastero Elena Zaccheo, anche un grande sostegno e ottimo dialogo e confronto; sa cogliere le criticità e le opportunità di miglioramento. I nostri partner istituzionali danno prova di lungimiranza e capiscono che l’obiettivo è costruire un servizio moderno, efficace e sostenibile, a beneficio della popolazione e rispettoso delle specificità locali. E di questo va dato loro atto.