Il Municipio torna sulla vicenda dell'agente accusato di atti sessuali con fanciulli dopo le considerazioni personali ‘non verificate’ di un ex dipendente
"In fase di assunzione dell’agente in questione, erano state regolarmente effettuate secondo la procedura, da parte dell’ente, tutte le dovute verifiche sulla sua idoneità e situazione anche penale. Precedentemente attivo in un’altra Polizia comunale della regione, aveva lui stesso interrotto il rapporto di lavoro per assumere il nuovo incarico".
Ribadisce in sostanza quanto già riportato da laRegione la settimana scorsa – quando il nostro giornale aveva anticipato la vicenda – con la presa di posizione che il Municipio del comune del Locarnese per il quale lavorava il poliziotto arrestato per presunti atti sessuali con fanciulli si è sentito in dovere di inviare ai media in seguito alla pubblicazione, su Tio.ch, di un articolo che riportava le parole affidate ai social da un suo consigliere comunale ed ex dipendente. Quest'ultimo in sostanza ha criticato le modalità con cui l'agente era stato assunto una decina di anni or sono, facendo riferimento in particolare all'episodio che avevamo riportato e che aveva visto l'allora 18enne segnalato per aver calato i calzoni a un bimbo di 9 anni, così come al presunto licenziamento (smentito anche da nostre fonti) dello stesso dal precedente Corpo di polizia per il quale lavorava. Affermazioni quelle dell'esponente leghista che per l'esecutivo "non sono frutto di informazioni verificate, ma di considerazioni personali affidate ai social, basate su notizie trovate in rete, di un ex funzionario-dirigente con cui il Comune stesso, in passato, aveva dovuto interrompere la collaborazione".
Il poliziotto, lo ricordiamo, avrebbe in parte ammesso i fatti, che sarebbero avvenuti al di fuori della sua cerchia familiare, in particolare nei confronti di un ragazzo oggi maggiorenne che avrebbe ricevuto le indecenti attenzioni (e anche del denaro) dall’età di circa 11 anni e per due, tre anni. Arrestato lo scorso 22 luglio, si trova ora in regime di carcerazione preventiva (sei settimane la durata per ora stabilita dal giudice dei provvedimenti coercitivi René Libotte). Il Municipio, che nei confronti dell'agente ha avviato una procedura amministrativa in attesa degli esiti dell'inchiesta portata avanti dal procuratore pubblico Luca Losa, puntualizza come "tutti gli elementi emersi in queste settimane, oltre che a essere al vaglio degli inquirenti, sono oggetto di un’attenta verifica interna". E conclude con una considerazione: "In questa triste vicenda, che ha profondamente scosso sia il Municipio sia i collaboratori, spiace comunque rilevare come una testata giornalistica abbia pubblicato una serie di notizie e affermazioni senza approfondire né chiedere una replica al Comune interessato".