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La questione Sopracenerina genera scintille in Gestione a Locarno

Sette membri sostengono la mozione interpartitica ‘Per una Ses rivolta ai consumatori’, quattro si oppongono (come il Municipio)

8 settembre 2025
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La politica energetica e in particolare la correlazione tra utili/dividendi e le tariffe della Società Elettrica Sopracenerina (Ses) crea… scintille nella Commissione della gestione del Consiglio comunale di Locarno. Chiamati a esprimersi sulla mozione “Per una Ses rivolta ai consumatori”, presentata poco meno di un anno fa dalla Sinistra Unita (primo firmatario Francesco Albi) ma sottoscritta anche da tutto il gruppo dei Verdi e Indipendenti, dall’esponente di Avanti con Ticino e Lavoro e dal gruppo del Centro, sette commissari hanno infatti deciso di accogliere le richieste dei mozionanti, altri quattro di respingerle.

Non dividendi ma contenimento delle tariffe, principio da ancorare nel regolamento

Ma andiamo con ordine. La mozione in sostanza, ricordando che la Ses è una società anonima interamente controllata dai Comuni e dal Cantone, contesta “la linea adottata dal Cda e dai Comuni azionisti”, che durante l’assemblea del maggio 2024 e a fronte di un utile netto per il 2023 di 21,3 milioni di franchi, con riserve per oltre 280 milioni, avevano votato un aumento del dividendo da 1,95 a 3 franchi per azione, “invece di abbassare (oltre il 3% previsto per il 2025, ndr) le tariffe a favore del cittadino-consumatore”. Tariffe che in seguito agli importanti e costanti aumenti degli anni precedenti sono ormai, in paragone con realtà simili, tra le più elevate in Svizzera. Per questo i mozionanti, anche alla luce delle risposte negative dell’esecutivo alle “ripetute richieste del Consiglio comunale di adoperarsi per ribaltare questo paradigma”, propongono di modificare l’articolo del Regolamento comunale che disciplina rappresentanti e supplenti del Comune in soggetti esterni (come appunto la Ses), inserendo la specifica che il rappresentante del Comune deve adoperarsi in seno a tali consessi per promuovere una politica volta a favorire i consumatori. In pratica in caso di utile aziendale straordinario, deve preferire il reinvestimento volto al contenimento delle tariffe anziché la distribuzione di un dividendo maggiorato.

Da segnalare come unitamente alla mozione in questione, nella stessa seduta di Consiglio comunale (7 ottobre 2024) ne era stata presentata un’altra – da Pierluigi Zanchi ma pure sostenuta trasversalmente – che con essa si integra, in quanto chiede che “i proventi delle azioni Ses debbano essere utilizzati dal Comune per promuovere in proprio, incentivare e sussidiare azioni di politica energetica che vadano a beneficio di cittadini e aziende”.

Giusto anche ricordare come la settimana scorsa la stessa Ses ha annunciato che le tariffe per il 2026 diminuiranno ulteriormente, del 12 per cento in Ticino e del 22 nei Grigioni.

I favorevoli: politica meno incentrata sul lucro e più orientata al servizio pubblico

Tornando alla mozione della Sinistra Unita, nel rapporto di maggioranza lo stesso Albi, il relatore Simone Beltrame, Barbara Angelini Piva, Ariele De Stephanis, Frano Dragun, Gionata Genazzi e Kevin Pidò aggiornano innanzitutto le cifre della Ses (nel 2024 utile netto di 21,6 milioni, riserve salite a 299 milioni e un totale di 2,1 milioni distribuiti in dividendi) e fanno notare come non solo la Città di Locarno, che con il 18,6 per cento detiene la fetta più grande di azioni in mano ai Comuni, “a tutt’oggi non si è posta il problema dei forti aumenti della bolletta”, ma “ha sostenuto e ottenuto più volte il versamento di un dividendo straordinario”. Un “tesoretto” che, considerato tra le altre cose come le tariffe elevate “toccano non solo i privati cittadini, ma anche le attività commerciali e i piccoli e medi artigiani”, per i commissari citati sarebbe opportuno utilizzare per “rivedere al ribasso le tariffe”. Inoltre, “il modus operandi dei Comuni azionisti, secondo cui i medesimi delibereranno in che maniera investire al meglio il dividendo, è a nostro avviso lesivo del principio di causalità, il quale regola il nesso fra il fornitore di servizi e il consumatore finale”. In sostanza, in seno alla Ses serve “una politica aziendale meno incentrata sul lucro e più orientata al servizio pubblico” e per tutte queste ragioni, la maggioranza della Gestione invita i colleghi del legislativo ad accogliere la mozione in questione.

I contrari: troppo specifica e vincolante, il tema merita riflessione più ampia

Seguono invece il preavviso negativo del Municipio (per il quale la norma proposta è troppo specifica e vincolante) Orlando Bianchetti, Stefano Lappe (correlatori), Damiano Cossi e Luca Renzetti, i quali “pur riconoscendo la legittimità delle preoccupazioni sollevate dalla mozione”, ritengono “che essa non debba essere accolta sia per le motivazioni espresse dall’esecutivo, sia perché giuridicamente insostenibile e inefficace anche dal profilo pratico”. Nello specifico “la modifica proposta mira – si legge nel rapporto di minoranza – a disciplinare il singolo caso specifico della Ses tramite una norma regolamentare di carattere generale”. Un approccio “non coerente con la logica di un Regolamento comunale” che “rischia di creare un precedente problematico e di compromettere la flessibilità d’azione del Comune nei confronti di altri enti partecipati”. Per i quattro commissari il quadro normativo di diritto pubblico risulta “già adeguato”, in quanto “gli strumenti che consentono al Municipio e al Consiglio comunale di intervenire – anno per anno – con la stessa forza e incisività auspicata dai mozionanti sono già previsti dall’ordinamento vigente”.

Piuttosto, è “auspicabile che il Municipio si doti di una strategia complessiva per tutte le società partecipate e di una strategia specifica per ciascuna di esse”, approccio che “permetterebbe un monitoraggio più efficace, una maggiore coerenza politica e una valorizzazione del ruolo del Comune quale azionista attivo e responsabile”. Per arrivare a ciò, pur invitando il Consiglio comunale a respingere una mozione che fa “uso improprio dello strumento normativo e introduce vincoli non opportuni in ambito regolamentare”, gli scriventi sottolineano come “le legittime preoccupazioni sollevate dai mozionanti meritano di trovare spazio all’interno di una riflessione politica più ampia, da sviluppare anno per anno dalle forze politiche della Città”.