I due Municipi scrivono al governo per chiedere l’avvio di una procedura di aggregazione e la creazione di una speciale commissione
Ronco s/Ascona e Brissago pronti a convolare a nozze per dar nascita a un Comune unificato. Dopo l’avvio, nell’autunno del 2024, di una collaborazione sempre più stretta fra le due realtà territoriali anche a livello amministrativo, con la creazione di una sorta di servizio di ‘Cancelleria condivisa’ (attraverso la figura di un segretario comunale messo a disposizione da Brissago per i servizi erogati alla cittadinanza ronchese, ciò che contribuisce ad armonizzare gli assetti gestionali lasciando tuttavia piena indipendenza operativa all’autorità ronchese), ecco che, negli scorsi giorni, è partita alla volta del Consiglio di Stato una richiesta formale per l’avvio di una procedura di aggregazione dei due enti lacustri. I rispettivi Esecutivi fanno sapere, in pratica, di essere pronti al grande passo e a ulteriormente approfondire, con l’aiuto del Cantone e di una speciale commissione, il tema della fusione.
Da parecchi anni i due enti portano avanti, di comune accordo e al fine di ottimizzare i servizi consentendo risparmi, collaborazioni nei più svariati ambiti. Non da ultimo anche in quello scolastico, visto che a Ronco la presenza di un numero troppo ridotto di bimbi ha reso, di fatto, impossibile poter garantire una scuola dell’infanzia e una sede delle Elementari in paese. Ovviamente sia il Municipio, sia l’istituto di Brissago hanno subito accolto favorevolmente la richiesta dei vicini.
Il discorso delle collaborazioni non si ferma unicamente alla realtà scolastica ma abbraccia, come detto, anche altri settori (si pensi ad esempio all’approvvigionamento idrico, alla raccolta dei rifiuti come pure al trasporto pubblico e alla casa anziani, senza dimenticare l’agenda condivisa in materia di eventi pubblici promossa per evitare doppioni). Più volte, in passato, i sindaci di Brissago e Ronco s/Ascona hanno lasciato intendere che quello dell’unione amministrativa dei due Comuni distinti era una strada da percorrere, a tutto vantaggio della cittadinanza e della qualità dei servizi erogati all’utenza. I tempi sembrano dunque ora più che maturi per il grande passo. Va comunque ricordato che, qualche voce un tantino contrariata si era levata in quel di Brissago, alimentata più che altro da qualche esternazione sul tema fusioni da parte del sindaco ronchese, Paolo Senn. Dichiarazioni critiche e poco possibiliste che qualche consigliere comunale brissaghese non aveva affatto digerito e per le quali erano stati chiesti lumi.
Altro aspetto che merita una riflessione, quello legato al fatto che alle eventuali prossime nozze sulla sponda destra del Verbano non sono stati invitati – particolare che può sembrare strano vista la continuità territoriale – i Comuni di Ascona e Losone, dei quali non si fa riferimento alcuno nella lettera al governo. Due Comuni, questi ultimi, che come qualcuno certamente ricorderà rientravano invece in una visione aggregativa che abbracciava l’intera sponda destra della Maggia (storia di un decennio fa, 2011 per la precisione) sostenuta dal Cantone. Progetto poi mai concretizzatosi a seguito della bocciatura popolare in votazione consultiva (con successivo decreto d’abbandono legislativo del marzo 2012). Resta il fatto che ora, come detto, con questa richiesta specifica, la volontà politica e civica degli Esecutivi di Ronco e Brissago è confermata. Su questo matrimonio abbiamo voluto sentire il parere di Marzio Della Santa, capo sezione degli Enti locali: «La richiesta dei due Municipi fa seguito a un incontro avuto con il Cantone nel quale ci sono state anticipate le loro intenzioni. Per l’autorità cantonale è importante che le aggregazioni nascano dal basso, che siano espressione della volontà delle autorità e della popolazione. Per questa ragione Dipartimento istituzioni e Cantone non possono che salutare favorevolmente questa istanza. Sul fatto che siano ‘solo’ due i Comuni e non 3 o 4, poco importa; la superficie territoriale e il numero di enti coinvolti non costituisce in alcun modo un problema. Lo abbiamo già riscontrato in altri casi. Ciò che conta è che i processi aggregativi portino i nuovi enti a una maggior capacità funzionale e a garantire i servizi di base a coloro che ci abitano. Nel caso specifico di Ronco e di Brissago, si tratta di un’opportunità, non di una necessità. Nelle prossime settimane il Consiglio di Stato valuterà la proposta. Ancor prima delle vacanze di Ognissanti forniremo loro una risposta anche per quel che riguarda la commissione di studio che dovrà poi accompagnare il progetto».