L’analisi del membro di Cda e coordinatrice dell’Industry Advisory Board della rassegna, Nadia Dresti: ‘È l'industria che traccia la via da seguire’
L’apertura dalla TAKK ab Entertainment di André Béchir a un anticipo dei concerti estivi ai primi di luglio (dal 2 all’11) nel 2027 è, per il Locarno Film Festival, la notizia più attesa: consentirebbe di concretizzare l’esigenza di riposizionare – nella seconda metà di luglio – la rassegna sul calendario internazionale. Per il Municipio, oltre che per il Festival, una grossa opportunità, ma anche una bella gatta da pelare: bisogna scegliere fra l’usato sicuro e funzionante della Msf di Dani Büchi con la sua “Moon&Stars” (Msf che non è intenzionata ad anticipare i suoi concerti) e l’incognita (relativa) della TAKK. In più, il mandato diretto per il 2027 non potrà non avere conseguenze sul contratto quinquennale 2028-32, conteso a concorso pubblico fra le due stesse pretendenti.
Da questo coacervo di scelte, variabili, opinioni e prospettive, emergono alcune solide certezze. Come quelle espresse, per la prima volta con dovizia di particolari, da Nadia Dresti, membro di Cda e coordinatrice dell’Industry Advisory Board del Locarno Film Festival (Lff), nonché membro dell’European Film Academy.
Per restare competitivi, adattandosi alle leggi del mercato mondiale del cinema che è deciso dall’industria cinematografica. Qualche anno fa il Lff si recava a Hollywood a discutere con le società americane come Disney e 20th Century Fox, riuscendo a ottenere grossi film che sarebbero usciti nel corso del mese di luglio nelle sale americane. Ciò ci permetteva di proporli in prima europea a Locarno, suscitando così l’interesse dell’industria mondiale e di tutta la stampa. Ricordiamo tutti quando Harrison Ford e Daniel Craig – cioè Indiana Jones e James Bond – erano a Locarno: la Piazza traboccava ed erano presenti molti giornalisti mai venuti prima. Ora, con l’arrivo delle piattaforme, a causa di strategie di mercato e per evitare la pirateria, i grossi film escono ancora a luglio nelle sale americane, ma anche nel resto del mondo, Ticino compreso. In questo nuovo scenario, svolgendosi ad agosto, il Lff non riesce più a ottenere quelle nuove grosse produzioni che fanno la differenza.
Sì, in effetti è opportuno ricordare che già il precedente Cda presieduto da Marco Solari aveva capito che il Festival, già fortemente ancorato al territorio e molto rispettato in Svizzera, per crescere doveva rafforzare il suo posizionamento internazionale. Proprio per questo, nel profilo di una nuova presidenza svizzera il fattore dell’internazionalità era di assoluta importanza. A oggi Maja Hoffmann ha già aperto al Festival le porte di importanti Fondazioni internazionali (e non solo). Inoltre, sin da subito ha sottolineato il fatto che agosto è appunto un mese di vacanze per l’internazionale, chiedendo al suo Cda, che definisce gli obiettivi strategici, di chinarsi sulla possibilità di anticipare le date.
Innanzitutto va sottolineato che ha capito le esigenze di crescita del Festival e ha preso consapevolezza delle sfide da affrontare per perseguire lo scopo; sfide che riguardano il Locarnese, il Ticino e anche il resto della Svizzera. In concreto, prima ci siamo rivolti alla Federazione internazionale delle associazioni di produzione cinematografica a Bruxelles, che regola e protegge i festival di “categoria A” (come Locarno) per capire dove potevamo posizionarci senza sovrapporci a un’altra rassegna della nostra stessa categoria. Dovendo rimanere in estate per poter offrire al pubblico le proiezioni in Piazza Grande – il principale “atout” del Lff – le uniche date disponibili nel calendario mondiale risultano essere le ultime due settimane di giugno o di luglio. Giugno non è stato preso in considerazione per l’immediata vicinanza al Festival di Cannes, che termina a fine maggio; mentre le prime due settimane di luglio sono già occupate da un altro festival di “categoria A”. Di conseguenza, l’unica opzione rimanente e percorribile è quella delle ultime due settimane di luglio. Va anche ricordato che i due festival più importanti al mondo, non aperti al pubblico e riservati quindi ai soli professionisti, sono Cannes e Venezia. Venezia, che attualmente inizia 10 giorni dopo Locarno, ha saputo posizionarsi come trampolino di lancio per gli Oscar, attirando in tal modo tutta l’industria cinematografica mondiale: questi professionisti, di conseguenza, oggi organizzano le vacanze in famiglia nelle prime due settimane di agosto… proprio quando si tiene Locarno.
Sì, avviando un sondaggio che ha coinvolto tutte le parti interessate: il Municipio cittadino, l’Organizzazione turistica regionale, il Cantone, la Confederazione, sponsor, partner e mondo politico, oltre ovviamente ai due Board consultivi del Cda: l’Industry Advisory Board che è formato da 7 professionisti del cinema mondiale e consiglia il Cda sulle scelte strategiche necessarie per il consolidamento dell’identità del Lff e per promuovere le relazioni tra il Festival e l’industria stessa; e il Policy Advisory Board, con figure chiave provenienti dal settore culturale, politico, economico, sociale e turistico e ha il compito di sostenere il Cda nelle scelte strategiche di natura politica e istituzionale. Nell’ambito del sondaggio, pur rendendoci attenti alle molteplici conseguenze di un riposizionamento, tutti ci hanno dimostrato il sostegno e la fiducia che per altro sono dovuti a una realtà consolidata da ben 78 anni quale è il Lff. Le nuove date esatte verranno comunque decise dal Cda, che dovrà ovviamente adattarsi alle scelte più a largo raggio che opererà la Città.
Il mondo cambia e il settore dell’audiovisivo non fa eccezione. Prima, per vedere un film nuovo si andava solo al cinema. Ora le varie piattaforme acquistano o producono film anche con grossi registi come Scorsese; film e registi che si possono scoprire standosene comodamente seduti sul divano di casa. Se tutti guardassimo solo le serie Tv – di grande qualità, tra l’altro – o i vari Amazon o Netflix, le sale da cinema chiuderebbero. Il mercato ha cambiato le abitudini della gente. Anche il Lff, per restare competitivo, deve adattarsi alle leggi del mercato mondiale del cinema, che è deciso dall’industria cinematografica.
Certamente: nel Dna di Locarno rimane la scoperta di nuovi talenti e un contatto preferenziale con i professionisti indipendenti, che infatti ci seguono; ma Locarno ha anche la grossa fortuna di avere Piazza Grande, che è una carta preziosissima per interessare anche i grossi “player”. Il lancio di un nuovo film davanti a migliaia di persone ha ripercussioni mediatiche importanti nel business, in particolare nei Paesi limitrofi come l’Italia, la Francia, l’Austria e la Germania. Ora i nuovi film americani, europei o asiatici non arriviamo più a ottenerli proprio a causa di una perdita di attrattività a livello internazionale.
La nostra situazione di precarietà nel contesto globale in cui come Lff ci situiamo ci è stata confermata nero su bianco anche dalle società di vendita europee. Gli aventi diritti di un film (i venditori mondiali e i produttori) decidono dove mostrare in prima mondiale o europea i loro film. Lo fanno, naturalmente, dove possono trovare i loro clienti, e cioè i distributori europei e mondiali. Locarno è sempre stata una piattaforma di lancio importante per loro, ma adesso non lo è più. Se ci posizionassimo nel mese di luglio, sicuramente ci verrebbero proposti film nuovi, accompagnati da attrici, attori e registi. Di Festival di “categoria A” aperti al pubblico ce ne sono altri molto importanti come Berlino, San Sebastian – che si concentra sul cinema latino – o il Sundance (creato dal compianto Robert Redford). Noi siamo esattamente in quel novero e vogliamo rimanerci. Perciò stiamo cercando di far capire l’estrema importanza che avrebbe un cambiamento delle date dal punto di vista della competitività, in un contesto internazionale (parliamo di migliaia di rassegne) e nazionale (una ventina, di cui 7-8 rilevanti per le loro specificità) affollato di festival.
Come il resto del mondo. Dopo un incontro a Zurigo tra la Direzione del Lff e i rappresentanti delle associazioni dei distributori svizzeri, siamo stati informati che il “Trade Show”, importante manifestazione professionale che si tiene da moltissimi anni a Locarno durante il Festival (accogliamo oltre 350 esercenti e distributori svizzeri per diversi giorni), per ragioni strategiche potrebbe spostarsi in un’altra data e quindi in un’altra città svizzera. Questo, appunto, perché per i professionisti del cinema agosto non è più un mese interessante. Perdere quei 350 professionisti avrebbe per noi ripercussioni pesanti a livello di immagine ed economico. In questo discorso rientra anche Locarno Pro, il settore del Festival che si occupa dell’industria cinematografica e che quest’anno ha attirato, e ospitato per 5 notti, qualcosa come 1’800 professionisti da tutto il mondo. Tutti hanno constatato che i grossi “player” non erano presenti, il che potrebbe indurli a riflettere se vale la pena o no tornare in futuro a Locarno.
Sì, e che va preso molto sul serio. È anche grazie alla nostra statura internazionale che continuiamo a godere di un sostegno finanziario importante. Parlo della Città, dei Comuni, del Cantone, dell’Ufficio federale della cultura, di Media Desk Suisse, del Dipartimento federale degli affari esteri tramite la Direzione dello sviluppo e della cooperazione, oltre chiaramente a sponsor, partner e fondazioni. L’80° è vicino e credo che tutti vogliamo la stessa cosa: festeggiare come festival cinematografico più importante della Svizzera e determinato a difendere – o meglio sarebbe dire ripristinare – il suo forte posizionamento internazionale.