L’impegno dell’Associazione di quartiere Solduno Ponte Brolla Vattagne nelle giornate di chiusura della strada a causa della frana
Castagnate, panettonate, serate ludiche o a tema, incontri, salvaguardia degli interessi. Tutte attività che fanno parte del Dna di un’associazione di quartiere, che sono volte a facilitare la conoscenza tra residenti dello stesso comparto e saldare amicizie. Ma non solo. Le stesse associazioni devono fungere da punto di riferimento durante le situazioni di emergenza offrendo, laddove necessario, un aiuto concreto alla comunità.
È stato il caso, di recente, dell’Associazione di quartiere Solduno Ponte Brolla Vattagne, confrontata con lo smottamento che, lungo la strada cantonale tra Solduno e Ponte Brolla, ha portato per diversi giorni alla chiusura della cantonale, della linea ferroviaria e, pure, a grossi problemi di approvvigionamento idrico. Sì perché i massi e i detriti staccatisi dal pendio rovinando a valle si sono portati via anche le condotte dell’acqua potabile, risorsa ovviamente indispensabile per gli abitanti del quartiere. Cronaca di martedì 23 settembre. Francesco Ferriroli, copresidente dell’Associazione, ricorda l’operato di quelle giornate: «Come quartiere abbiamo vissuto un momento particolare, tagliati fuori a livello di viabilità e pure privati dell’acqua potabile. Ci siamo subito attivati per assicurare un’informazione tempestiva e capillare ai nostri residenti e ai proprietari di case di vacanza (in totale una settantina di persone, ndr.). In questo frangente abbiamo vissuto giornate di grande solidarietà (soprattutto nei confronti degli anziani) che mai, in precedenza, dal maggio 2014 quando è stata costituita l’Associazione, avevamo conosciuto. Siamo stati in grado di affrontare i disagi con spirito di servizio, altruismo e disponibilità all’aiuto mantenendo le persone aggiornate sui problemi man mano che si sviluppavano e si risolvevano».
Il Comitato dell’Associazione di quartiere Solduno Ponte Brolla Vattagne tiene anche a evidenziare l’apprezzata vicinanza delle autorità, sindaco Nicola Pini e direttore della Lea (Locarnese ente acqua), Flavio Galgiani, in primis, «che si sono prodigati in modo esemplare per ovviare agli inconvenienti. Hanno saputo cogliere i reali sentimenti dei cittadini e rassicurarli». Resta il fatto che la frana caduta tra Solduno e Ponte Brolla potrebbe non essere un caso isolato: «Vero. Circa tre mesi fa, in occasione della consueta pulizia e manutenzione dei sentieri pedestri dei quali l’associazione si fa carico, avevamo notato la presenza di alcuni massi pericolanti. Abbiamo subito segnalato agli organi competenti questa situazione di latente pericolo. Sappiamo che dalla montagna potranno staccarsi anche in futuro delle frane. La situazione resta precaria, anche se aspettiamo di sentire il parere del geologo. Per questo motivo siamo dell’avviso che un raccordo stradale alternativo all’attuale vada realizzato. Vediamo di buon occhio, fatto salvo se ci sono i presupposti finanziari per sostenerla, l’idea di una passerella ciclopedonale adattabile alle auto sulla Melezza, tra Tegna e Losone».
Quali insegnamenti a livello associativo vi ha lasciato questa esperienza? «È stata la prima volta che, come Associazione, ci siamo trovati confrontati con un’emergenza. Per noi tutti è stato un banco di prova, un impegno civico in situazione di disastro». Superato a pieni voti.