Luganese

Righetti combustibili lascia la città, bonifica per il terreno

In via di risanamento lo storico sito di via Besso, il carburante spostato nei tank di Rivera

Ti-press/Putzu
21 giugno 2018
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Il ‘progresso’ non si ferma e tutto sconvolge, anche presenze quasi centenarie a Lugano come la Righetti, col suo deposito di combustibili a Besso. L’attività dell’azienda continua, con basi logistiche nel Vedeggio. Ma sicuramente uno scorcio caratteristico del viale costituito dallo stabile Veladini e appunto dall’attiguo deposito della Righetti, è destinato a cambiare volto.
Osservando l’interno della proprietà, si nota un grande scavo e la mancanza delle tipiche autobotti con rimorchio – anche qui, proverbiali le manovre di uscita e ingresso sulla via Besso ­– mentre all’albo comunale è apparsa la domanda edilizia per la demolizione, parziale, del complesso comprendente il deposito di combustibili e una stazione di servizio privata.

«In questo momento stiamo scavando per disinquinare il sito» ci spiega Carlo Righetti, Ceo della Righetti combustibili Sa. «Siamo stati lì 90 anni e naturalmente un po’ di gasolio è finito nel terreno. Come ditta siamo in affitto dai proprietari, che sono mio cugino, le mie sorelle e io stesso, e dopo 90 anni ho pensato che invece di tenere i camion in città a Lugano si può fare altro».
Fondata nel 1927 dal nonno dell’attuale titolare, Carlo, la Righetti deposita e distribuisce olio combustibile per riscaldamento dalla metà degli anni 50. Nel ’93 è stata aperta la Righetti service, ditta di pulizia e manutenzione, «da quattro anni a questa parte sono arrivati i miei figli Paolo e Andrea che hanno preso in mano le due ditte, e ora continuiamo a Mezzovico. Abbiamo anche aperto un autolavaggio a Gentilino. che lavora benissimo e le stazioni di servizio nostre (tra cui il famoso ‘Fungo’ nel pieno centro di Lugano ndr), ne apriremo una nuova a Cadro magari con un piccolo shop».

Un piano di quartiere

«A Besso avevamo un piccolo deposito, circa 200mila litri, e oggi come oggi una ditta non può più avere piccoli serbatoi, perché con 100mila litri o 10 milioni di litri servono le stesse misure di sicurezza, la sorveglianza notturna, insomma le spese sono praticamente le stesse. Serviva più che altro per il cabotaggio in città, dove però molti hanno virato sul gas naturale. Oggi abbiamo affittato spazi nei tank della Carburoil a Rivera, che non vende olio da riscaldamento. Bisogna dire che in Svizzera ci sono un mare di spazi liberi: mentre prima dovevamo avere riserve di combustibile per due anni, in caso di guerra, oggi la legge prevede scorte solo per sei mesi. Tanto che la Pina petroli ha già abbattuto uno dei serbatoi di Grancia e sembrerebbe che ne voglia abbattere anche un secondo».

Cosa succederà adesso nella proprietà di Besso? «Non abbiamo ancora deciso niente. Ci sono diverse possibilità di sviluppo; ora bisogna fare una pianificazione di quartiere assieme al Comune di Lugano, è una decisione che prenderemo tra noi eredi. Per quanto riguarda il disinquinamento, è una bella spesa. Sondaggi, analisi del terreno, l’intenzione è quella di far stralciare la nostra proprietà dal catasto dei siti inquinati. Abbiamo quasi finito; la terra, scavata fino a due metri e mezzo, viene lavata trattata a Mezzovico dalla ditta Tib. Comunque facciamo tutto tramite l’Ufficio protezione acque, secondo le regole. Il capannone grande è del 1897, e dobbiamo abbatterlo. Scherzando, volevo quasi chiamare il museo del Ballenberg...».