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A rischio chiusura il ‘preasilo inclusivo’ a Gravesano

È il sogno di Georgia, e della figlia Virginia: uno spazio dove personale con disabilità possa realizzarsi, accogliente anche per bambini con fragilità

In sintesi:
  • Rilevato nel 2023 dalla famiglia per dare possibilità alla giovane portatrice di una sindrome genetica rara di fare esperienza professionale, oggi la sua vita è appesa a un filo
  • La responsabile: ‘Purtroppo nella nostra società ci sono ancora tanti tabù sui disabili’
Da sinistra: Virginia e la mamma Georgia, Laila ed Erica
(Ti-Press)
24 febbraio 2025
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Si trova ai margini del paese di Gravesano, tra alcuni supermercati e il cimitero. Da fuori, uno stabile piuttosto anonimo. Internamente, un ambiente accogliente e familiare, nonché una realtà preziosa non solo per l’accudimento dei bambini ma anche per l’inclusività. È il preasilo L’Allegro Quadrifoglio. Lì, dopo tante porte in faccia, è attiva come aiuto educatrice Virginia. Il più grande sogno della giovane è lavorare con i bambini, ma avendo una sindrome genetica rara ha trovato molti ostacoli sul suo percorso. Aiutata dalla famiglia, è riuscita a trovare uno spazio dove crescere professionalmente e personalmente. Uno spazio dove anche altre persone con disabilità potrebbero realizzarsi, ma che ora è a rischio chiusura.

Un percorso a ostacoli

«Sì, purtroppo a causa del basso numero di bambini iscritti (9, con una frequenza di 6 al giorno, su una capienza massima di 15, ndr) quest’anno scolastico potrebbe essere l’ultimo di attività» ci dice Georgia Prior Castegnero, mamma di Virginia e responsabile della struttura. È lei che ci spiega perché la famiglia ha deciso di rilevare il preasilo nel 2023. «Avendo un leggero ritardo motorio e cognitivo, fino alla terza elementare Virginia ha frequentato la scuola regolare, poi le hanno suggerito la scuola speciale, ma come famiglia ci siamo opposti». Come mai? «Perché abbiamo notato che l’integrazione era ottimale. Alla fine siamo riusciti a iscriverla in una classe regolare in Italia, a Lavena Ponte Tresa, dove ha ottenuto la licenza di scuola media, e anche lì ha dimostrato di sapersi relazionare bene coi coetanei e di apprendere da loro». Al termine della scuola dell’obbligo la ragazza ha iniziato a frequentare il ciclo protetto in classe speciale al Liceo 1 di Lugano. Due anni, tra lezioni e pratica professionale. «Ha svolto stage in diversi ambiti, ma fin da subito ha detto che le sarebbe piaciuto lavorare con i bambini».

‘Rapporti di stage sempre positivi’. Ma tante porte in faccia

Grazie all’impegno della famiglia e all’aiuto degli insegnanti che la seguivano, Virginia è così riuscita a fare degli stage in una scuola dell’infanzia, al preasilo dell’Atgabbes e in questo a Gravesano, che allora aveva un’altra gestione. «I rapporti di stage sono sempre stati molto positivi – prosegue la madre –. Si è sempre dimostrata all’altezza del compito, un aiuto valido. Quindi mi sono rivolta alla precedente titolare chiedendole la possibilità di far fare a Virginia uno stage fisso, un giorno alla settimana, per un intero anno scolastico». Ma, purtroppo, «mi ha detto che non avrebbe più portato avanti l’attività per ragioni personali. Mi sono attivata per trovarle un’alternativa: ho scritto ovunque per farle fare uno stage. Cantone, direttori, ispettori. E la maggior parte non hanno neanche risposto. Quindi abbiamo deciso di fare un investimento noi come famiglia e di rilevare l’attività». Un’attività che Prior Castegnero conosce bene, avendola svolta in passato e quindi, assumendo altre due educatrici nel 2023 è partita l’avventura dell’Allegro Quadrifoglio. Alla quale ha contribuito anche Virginia, dando una mano tutte le mattine.

Non un’attività a scopo di lucro

Durante il primo anno scolastico gli iscritti sono stati 20, al giorno 12 in media, «e questo ci ha permesso di andare avanti serenamente a livello finanziario». Questo seppur il preasilo non sia «a scopo di lucro»: «Con le entrate copriamo unicamente l’affitto del locale, le spese e il personale che è assunto a ore. Non abbiamo aperto L’Allegro Quadrifoglio per guadagnare, ma come progetto per Virginia, per permetterle di fare esperienza. Ma non solo per lei, perché, visto il buon risultato, il progetto ha suscitato interesse da parte dei ragazzi e delle loro famiglie e crediamo che questa possa essere una valida opportunità anche per altre ragazze e ragazzi». Per Virginia un trampolino fondamentale: «Alla fine, insistendo e bussando alle porte, si è aperta la possibilità per lei di un’attività un giorno alla settimana di volontariato al centro diurno per anziani di Lamone e sempre un giorno alla settimana in un asilo nido di Lugano. E a marzo comincerà uno stage in una scuola dell’infanzia. Nessuno però l’avrebbe presa in considerazione se non avesse avuto esperienza e questa è riuscita a farsela al preasilo di Gravesano».

‘Ancora tanti tabù sui disabili’

Ora questo spazio che è stato un’opportunità imprescindibile per il percorso di Virginia e che ha il potenziale per esserlo anche per altre ragazze nella stessa situazione, è a rischio di chiusura. «E mi dispiacerebbe moltissimo. Purtroppo sono ancora tanti i tabù presenti nel nostro territorio che riguardano la disabilità. Inoltre, il nostro non è un preasilo inclusivo solo per il personale, ma anche per i bambini: accogliamo tutti, in qualsiasi situazione di fragilità». Ma come mai è calato il numero di iscritti, quando c’è notoriamente una forte necessità di strutture come asili nido? «È vero, riceviamo richieste quasi quotidianamente, proprio perché i nidi sono saturi. Il problema è che le famiglie vorrebbero poter lasciare i bambini tutto il giorno, non solo la mattina. Il limite delle quindici ore settimanali (da disposizioni cantonali, ndr) fa desistere molti. Il preasilo è qualcosa di diverso, è più accudimento. E fare il passo verso il nido sarebbe troppo impegnativo e oneroso, bisognerebbe cercare un altro locale».

Alla ricerca di soluzioni

Un’alternativa più praticabile sarebbe invece trovare «dei professionisti legati al mondo dell’infanzia e della maternità, per poter subaffittare lo spazio e far fronte alle spese di gestione» nei momenti di chiusura del preasilo, ovvero al pomeriggio. «Oppure, passare a una forma giuridica di associazione no profit se ci fosse il sostegno di sponsor disposti a sostenerci». Modi per garantire la continuità a percorsi speciali, come quello di Virginia.