Aspre critiche da parte del Consiglio di Stato sulle modalità operative della Commissione regionale dei trasporti. Lombardi: ‘Frizioni senza senso’
Resta elevata la tensione sull’asse Commissione regionale dei trasporti del Luganese (Crtl)-Consiglio di Stato (CdS), Dipartimento del territorio (Dt) in particolare. Di pochi giorni fa la lettera del governo che annuncia di aver adottato il Programma d’agglomerato del Luganese di quinta generazione (Pal5), ma le buone notizie sostanzialmente finiscono qui perché per il resto lo scritto è un elenco di critiche al lavoro della commissione, al punto che il CdS esprime esplicitamente “riserve sulla qualità” del programma presentato. Un programma approvato sì, ma solo “per permetterne la trasmissione alla Confederazione ritenendo che rispettasse quantomeno i requisiti di base per la sua valutazione”. L’incarto è infatti ora in mano all’Ufficio federale dello sviluppo territoriale.
Che fra le parti non corra proprio buon sangue non è una novità e gli ultimi esempi in ordine di tempo, solo per citarne alcuni, sono i battibecchi relativi al sorpasso di spesa della Rete tram-treno del Luganese, alle modifiche di progetto della Circonvallazione Agno-Bioggio e ai ricorsi sullo svincolo autostradale di Sigirino. A condire ulteriormente il rapporto, ora, queste nuove considerazioni governative. La prima generica critica riguarda le modalità di lavoro “con cui è stato condotto l’allestimento del Pal5” che “sono lungi dall’essere soddisfacenti”. Richiamando la corrispondenza dell’ultimo anno e mezzo, il Cantone sottolinea che la Crtl avrebbe “disatteso la metodologia stabilita dalla Confederazione per l’allestimento del programma d’agglomerato e la convenzione stessa stipulata con il nostro Consiglio”. Altra falla: il Pal5 “non ha potuto godere di un processo partecipativo e di un coinvolgimento attivo con Cantone e Comuni”. Inoltre, in generale si ritiene che la documentazione prodotta presenti “lacune, incongruenze e imprecisioni, nei contenuti e nella forma, nonostante puntuali richiami da parte nostra e dei nostri servizi”.
A tal proposito, nello scritto si entra poi più nel dettaglio, con una decina di punti specifici. Alcuni aspetti sono puramente tecnici – come l’incoerenza fra alcuni dati presentati –, mentre altri affrontano questioni di contenuto. Ad esempio, il tema della viabilità nel polo urbano che secondo il CdS il Pal5 “non ha affrontato adeguatamente” e di conseguenza “non sono state proposte misure concrete ed efficaci per contenere, rispettivamente ridurre, il traffico individuale motorizzato”. Non va meglio con la mobilità lenta che “non porta una visione innovativa”. A tal proposito, si puntualizza: “Attraverso l’analisi della situazione attuale si sarebbero dovute recepire le esigenze di mobilità pedonale e ciclistica, rilevando le lacune attuali in particolare nelle aree densamente edificate ed elaborando le necessarie misure infrastrutturali a complemento di quelle già individuate nella terza generazione”. Cosa che non sarebbe stata compiutamente effettuata, tanto che “sono ancora presenti divergenze con il concetto cantonale Strategia bici 2045”.
Secondo l’autorità cantonale, la Crtl avrebbe trattato al di sotto delle aspettative anche il tema dello stazionamento che “è stato affrontato marginalmente, riproponendo la strategia degli anelli filtro” già presente nel Pal3. Ovvero: un primo anello di P+R collocati presso le fermate del trasporto pubblico (Tilo e Flp), un secondo anello periferico composto da una serie di nodi intermodali allacciati alla rete del trasporto pubblico urbano, un terzo anello costituito da posteggi di breve durata nel centro dell’agglomerato e non destinati al traffico pendolare. Ebbene, questa strategia, ricorda il CdS, è stata “criticata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, poiché prevede posteggi di grande capacità troppo vicini al centro città e in concorrenza con il sistema di trasporto pubblico”.
Tra le critiche reiterate emerge poi quella legata alla scarsa comunicazione tra le parti. “Il concetto di riorganizzazione e potenziamento del trasporto pubblico su gomma è stato affrontato senza il coinvolgimento dei servizi tecnici del Dt” per esempio. Conseguenza: “Le strategie del trasporto pubblico non possono essere considerate quale base per ulteriori valutazioni, ma andranno rivalutate e corrette, soprattutto nel contesto delle prossime generazioni di programma d’agglomerato”. Inoltre, “la tempistica delle misure di competenza cantonale non è stata concordata con i nostri servizi” e pertanto “non può essere considerata definitiva o rilevante ai fini decisionali”. Da ultimo, si sottolinea che la competenza progettuale, esecutiva e di manutenzione della ciclopedonale Paradiso-Melide è dei tre Comuni (Paradiso e Melide appunto, e Lugano) coinvolti, che ne saranno anche i proprietari.
Tanti dunque i nodi al pettine, tanto che una volta adottato il Pal5 il Dt e la Crtl dovranno ora affrontare i temi aperti, riguardanti l’aggiornamento delle convenzioni di attuazione, il finanziamento delle progettazioni e delle opere e i prossimi lavori da svolgere. Una lettera dai toni forti dunque, che dall’altra parte ha inevitabilmente creato malumore. «È da un po’ di tempo che il Dt mostra chiaramente la sua insofferenza nei confronti della Crtl – osserva il presidente della Crtl Filippo Lombardi –, che ricordo ha uno statuto leggermente diverso dalle altre Commissioni regionali dei trasporti. Fin dagli inizi, il Luganese ha infatti chiesto di poter gestire i Pal, portarli a Berna e poi implementarli insieme al Cantone. Questo lavoro di coordinamento si rivela a volte un po’ difficoltoso. Si creano talvolta purtroppo delle inutili frizioni che francamente non hanno senso. Per il cittadino questi bisticci sono cavolate. Che spetti al Comune, alla Commissione, al Cantone o alla Confederazione portare a termine un progetto, al cittadino non interessa. Gli interessa che siano eseguiti. E possibilmente in tempi ragionevoli».
Sul contenuto delle critiche, Lombardi sottolinea che quando si è iniziato a lavorare sul Pal5 il Cantone aveva rassicurato sulle possibilità finanziarie, ma «quando abbiamo finito l’esercizio, la parola d’ordine era ‘tagliare’. Alla fine, quel che abbiamo inoltrato è un Pal molto ridimensionato rispetto all’inizio, tutti i progetti di una certa rilevanza sono slittati di una decina di anni, ma non per volontà nostra. Chiaro che se abbiamo dieci anni di ritardo sul tram-treno, evidentemente diventa inutile pianificare adesso, nemmeno in priorità ‘B’, la seconda tappa (dal centro città a Cornaredo, ndr)». E il tema della Rttl si ripresenta anche nel concreto delle critiche: «Come facciamo ad affrontare il tema della riduzione del traffico individuale motorizzato se il tram-treno, che è l’opera cardine di tutta la mobilità regionale, continua a slittare?». Rispedite al mittente anche le critiche sul mancato processo partecipativo, in quanto «ci sono stati numerosi momenti di coinvolgimento di Cantone e Comuni». Malgrado il malumore suscitato dallo scritto, il presidente sottolinea però che la Crtl non risponderà con gli stessi toni: «Non sarebbe negli interessi del cittadino».