laR+ Luganese

Caso Hospita, respinte le istanze probatorie di Eolo Alberti

Per la procuratrice pubblica Borelli, risulterebbero inutili ai fini dell’inchiesta. Verso il rinvio a giudizio. Posticipato il fallimento della società

Una saga iniziata oltre un anno fa e di dominio pubblico da agosto
(Ti-Press)
8 maggio 2025
|

Si avvia alle fasi conclusive l’inchiesta Hospita Suisse. La procuratrice pubblica Chiara Borelli ha infatti respinto tutte le istanze probatorie presentate dall’avvocato Pierluigi Pasi, difensore di Eolo Alberti. Stando a nostre informazioni, sono previsti degli interrogatori conclusivi tra circa un mese e poi – salvo sorprese dell’ultimo minuto – la pp dovrebbe firmare l’atto d’accusa con relativo rinvio a giudizio. Oltre al sindaco di Bioggio ed ex granconsigliere leghista, ricordiamo, sono indagate a vario titolo cinque persone, sebbene una di queste sia nel frattempo deceduta, per presunti reati amministrativi e finanziari.

La vicenda è deflagrata pubblicamente lo scorso agosto, con i fermi e successivamente l’arresto di Alberti e dell’ex contabile diventato poi direttore amministrativo della Hospita Suisse Anesthesia Care Sa, rimasti in carcerazione preventiva rispettivamente sei e quattro settimane. Il caso vede di fatto contrapposti i vertici della società: da una parte Alberti, il già citato ex contabile, e l’ex azionista di maggioranza poi deceduto. Dall’altra, il dottor Claudio Camponovo, direttore sanitario della Hospita e terzo azionista – che si è costituito accusatore privato ed è seguito dall’avvocato Nicola Fornara – e Sabrina Aldi. La granconsigliera leghista è stata interrogata come testimone nella vicenda, essendo stata direttrice amministrativa della società, seppur per soli pochi mesi a cavallo fra il 2023 e il 2024, subentrando ad Alberti dopo che quest’ultimo è stato nominato dal Gran Consiglio nel Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), carica che ha poi lasciato dopo l’arresto.

Al centro della disputa, una serie di flussi finanziari tra le società Hospita Suisse Medical System e la figlia (la citata Anesthesia Care) da una parte e l’Immobiliare 5 Vie Sagl dall’altra. Scopo delle operazioni, sarebbe stata la copertura delle spese di costruzione di uno stabile commerciale ormai quasi edificato a Bioggio, che dovrebbe ospitare un negozio Migros, diverse attività private e avrebbe dovuto accogliere anche una camera iperbarica in dotazione alla Hospita. Altri flussi di denaro sotto la lente riguardano quelli per motivi privati, ma il vero motivo del contenzioso apparirebbe legato al progetto edilizio. E infatti diverse delle istanze presentate dalla difesa di Alberti concernevano la conoscenza delle transazioni finanziarie e dei loro scopi da parte del dottor Camponovo. A comprovare tale tesi, vari documenti presentati negli ultimi mesi, come contratti e verbali di assemblee societarie.

Fornara: ‘Esito che immaginavamo’

Borelli ha tuttavia bocciato queste prove, in quanto a suo giudizio non direbbero nulla in merito alla consapevolezza del dottore sul fatto che la società avrebbe de facto finanziato il progetto immobiliare, come da tesi accusatoria. Un’iniziativa della quale Camponovo sarebbe a conoscenza, ma non dell’origine dei finanziamenti. Come parimenti bocciate sono state la maggior parte delle richieste di sentire, nuovamente o per la prima volta, dei testimoni: interrogatori che avrebbero dovuto per la difesa dimostrare la buonafede delle operazioni, ma che per Borelli risultano inutili ai fini dell’inchiesta. Altri testi sono stati audizionati, ma senza modificare l’accusa. «Era l’esito che immaginavamo – ci dice l’avvocato Fornara –. Questi documenti che avrebbero dovuto stravolgere l’inchiesta sono inconsistenti e irrilevanti. Sono anche state sentite alcune persone ulteriori, ma non hanno portato assolutamente a nulla né hanno modificato di un millimetro l’inchiesta». Nel frattempo è stato bloccato il fallimento della Hospita Suisse: nei giorni scorsi gli eredi dell’azionista di maggioranza, scomparso lo scorso ottobre, hanno versato all’Avs 31mila franchi di contributi non pagati.

Il o la segnalante? Mistero

È invece tuttora pendente la querela inoltrata a novembre da Alberti per diffamazione e calunnia contro ignoti in relazione alla fonte della segnalazione che ha innescato l’inchiesta penale. Ovvero, la persona che ha riferito a un’agente della Polizia giudiziaria delle presunte malversazioni, ma anche che il sindaco di Bioggio avrebbe disposto l’inizio dei lavori sul terreno 5 Vie, risultato inquinato, prima di procedere alla bonifica richiesta dalla legge e, inoltre, che lo stesso Alberti avrebbe anche dato documenti confidenziali della società al comitato della Lega. La commissaria appartenente alla sezione che indaga sui reati finanziari sarebbe stata contattata dalla gola profonda (una persona “nota” all’agente) più di una volta. Le informazioni ricevute, tra metà maggio e i primi di luglio del 2024, e l’esito di iniziali verifiche, circoscritte però al nome e al recapito delle società e all’identità delle persone menzionate dal/la segnalante, sono poi finite in un rapporto, che l’agente della Polcantonale ha trasmesso al pg Andrea Pagani, a inizio luglio.

Il sindaco ribadisce la propria innocenza

Lui, Alberti, ribadisce la propria innocenza, sostiene di non aver sottratto alcunché alla società, di non aver commesso né appropriazione indebita né truffa, insomma di non aver prelevato nulla dai conti societari se non il proprio stipendio mensile, e che neppure dal rapporto di revisione, voluto da Camponovo e fatto fare a una società esterna a Hospita, sarebbero emersi elementi di rilevanza penale. Sostiene inoltre, prove alla mano, di essersi attenuto alle prescrizioni del Dipartimento del territorio (questione terreno 5 Vie) e soprattutto di non avere dato alcun documento di Hospita alla Lega. Da qui la denuncia per diffamazione e calunnia contro ignoti. Sì, perché imputato e difensore a tutt’oggi non sanno chi è l’autore o l’autrice della segnalazione. Lo hanno chiesto alla pp Borelli, ma invano. Sarebbe inopportuno saperlo, avrebbe in sostanza detto loro la magistrata. Della querela sporta da Alberti si occupa il procuratore generale sostituto Moreno Capella.

Le voci e le verifiche leghiste

Ma le voci secondo cui qualcosa non funzionava in Hospita circolavano da prima di metà maggio. Voci che erano giunte “verso fine marzo 2024” all’orecchio di Norman Gobbi, allora coordinatore della Lega, movimento di cui Alberti era stato deputato prima di essere nominato dal Gran Consiglio, nell’ottobre 2023, nel Cda dell’Eoc (era già uscito da Hospita e il ruolo di direttore amministrativo era stato assunto da Aldi). Voci su contrasti interni e problemi di liquidità che avrebbero portato al mancato pagamento di oneri sociali, ha spiegato il capo del Dipartimento istituzioni, interrogato in settembre quale persona informata sui fatti dal pg Pagani.

Dopo quelle voci, coordinatore e vice coordinatori decidono di avviare delle verifiche, con il consenso di Alberti, e, stando a quest’ultimo, anche dei vertici della Hospita in quel momento, cioè l’azionista di maggioranza e il contabile. È aprile (2024). Le verifiche sulla situazione societaria vengono affidate dai responsabili del movimento all’avvocato Enea Petrini, ex granconsigliere della Lega, che sfoceranno in un rapporto da lui stilato. Sentito dal pg, Gobbi è stato perentorio: “Se avessi percepito la presenza di indizi di reato o anche solo di sospetti, avrei senza indugio segnalato il caso al Ministero pubblico, togliendo la casacca del coordinatore della Lega per mettere quella del consigliere di Stato”.