Con un’interpellanza al Consiglio di Stato, il gruppo esprime la sua contrarietà alla riforma proposta dal Municipio di Tresa
“A poco meno di sei anni dall’aggregazione coatta di Sessa, il Municipio di Tresa si fa un baffo delle promesse fatte alla popolazione di Sessa e chiude la scuola”. Così il Movimento per il socialismo (Mps) si schiera contro la chiusura della scuola dell’infanzia e della scuola elementare di Sessa, portando con un’interpellanza al Consiglio di Stato (CdS) il tema a un livello cantonale, dal punto di vista politico.
Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi sottolineano come l’esecutivo cantonale, in quanto “organo di controllo e vigilanza sui Comuni, non può rimanere silente e non intervenire a difesa delle garanzie date alle cittadine e ai cittadini di Sessa”. I due deputati aggiungono che quanto sta progettando il Municipio di Tresa rappresenta “un atteggiamento inaccettabile che mina profondamente il rapporto di fiducia tra cittadini e autorità politiche”.
L’Mps ha tenuto a ricordare che la popolazione di Sessa “nella votazione consultiva del 25 novembre 2018 aveva respinto la proposta di aggregazione con il 52,72% dei voti”. Nonostante il risultato negativo alle urne, parte della popolazione di Sessa, nel marzo 2019, aveva consegnato una petizione alla Cancelleria di Stato, firmata da 272 aventi diritto di voto nel Comune ai quali si erano aggiunti 70 residenti. I firmatari chiedevano al CdS di “rivedere la sua decisione e proporre l’aggregazione di Tresa senza il Comune di Sessa e presentare al Gran Consiglio il messaggio che suggerisce l’adozione del progetto originale a quattro (Sessa compreso)”. Nel 2019, continua l’Mps, “sulla base di questa petizione la maggioranza del Gran Consiglio ha proceduto a un’aggregazione coatta di Sessa”.
Pronzini e Sergi evidenziano che “la garanzia di mantenere nell’ex comune di Sessa la scuola dell’infanzia ed elementare era una di queste importanti opportunità offerte dal nuovo Comune Tresa”. Per questo motivo chiedono al governo se “non ritiene che il Gran Consiglio debba onorare, in particolare alla luce delle circostanze con le quali è avvenuto il coinvolgimento di Sessa nella fusione, le promesse fatte in occasione dell’aggregazione in materia di sedi scolastiche” e se “non ritiene, in qualità di organo di vigilanza e sulla base degli orientamenti che aveva proposto al Gran Consiglio (e che escludevano Sessa dall’aggregazione) di dover richiamare il Gran Consiglio al mantenimento delle garanzie date e delle promesse fatte”. Inoltre chiedono se, nella prospettiva indicata nella precedente domanda, “non ritiene di poter avanzare proposte – anche in deroga alle attuali disposizioni in materia di formazione delle sezioni scolastiche – che permettano di instaurare una moratoria dell’attuale struttura delle scuole nel comune di Tresa che dia il tempo necessario a trovare una soluzione concordata”.