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Incidente mortale a Grancia: l’autista dovrà andare in carcere

La Corte di appello e di revisione penale ha condannato il 25enne a tre anni di pena, due dei quali sono stati sospesi condizionalmente

Riconosciuto il pentimento
(Rescue Media)
12 maggio 2025
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Il ricorso è stato accolto, ma solo parzialmente. Il 25enne alla guida dell’auto che ha causato l’incidente avvenuto a Grancia nel febbraio 2021 dovrà scontare una pena detentiva. Lo ha stabilito la Corte di appello e di revisione penale, presieduta da Giovanna Roggero-Will, a latere Rosa Item e Francesca Lepori Colombo. Il giovane, assistito dagli avvocati Anna Grümann e Paride De Stefani, è stato condannato a tre anni di reclusione, dei quali due sospesi con la condizionale. In primo grado, invece, la Corte delle Assise criminali aveva inflitto al 25enne tre anni e mezzo di carcere interamente da espiare.

La difesa aveva chiesto una sospensione integrale della pena e una diversa qualificazione dei fatti, sostenendo che gli altri passeggeri del veicolo fossero saliti volontariamente, contribuendo consapevolmente alla situazione di pericolo. Tuttavia, la Corte ha precisato che “la consapevole partecipazione degli occupanti dell’auto alle manovre pericolose non esclude l’illiceità dell’azione del conducente”, il cui sincero pentimento è stato riconosciuto.

Dopo la definitiva condanna per omicidio colposo – già passata in giudicato e non oggetto dell’Appello –, in secondo grado, i giudici hanno invece accolto le contestazioni relative a reati minori: l’imputazione per infrazione grave alle norme della circolazione è stata derubricata a semplice contravvenzione, mentre per un altro capo d’imputazione, relativo a contravvenzioni alla legge sulla circolazione stradale, è stato disposto l’abbandono del procedimento per intervenuta prescrizione già al momento del primo giudizio.

La Corte ha inoltre riconosciuto il “sincero pentimento” dell’imputato portoghese nato in Ticino – come richiesto dai legali – per aver provocato l’incidente che aveva causato il decesso di una ragazza di sedici anni e determinato l’invalidità permanente a un giovane di venti anni.

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