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Tram-treno, i binari in galleria fanno esplodere i costi

Il Gruppo Linea di collina e i Cittadini per il territorio del Luganese chiedono alle autorità di rivedere il progetto e di mantenere la linea di collina

Corsa a ostacoli per il progetto di Rete tram-treno
(Ti-Press)
21 maggio 2025
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La richiesta di congelare la linea in galleria e di mantenere l’attuale tracciato di collina è stata formalizzata dal Gruppo Linea collina e dai Cittadini per il territorio del Luganese tramite lettera inviata nei giorni scorsi alle alla Rete tram treno del Luganese (Rttl) Sa, alle Flp Sa, alla Commissione regionale dei trasporti del Luganese, al Dipartimento del territorio, all’Ufficio federale dei trasporti e ai Municipi dei comuni toccati dal progetto. Secondo le due associazioni, questa è una soluzione concreta e praticabile per contenere l’esplosione dei costi del tram-treno balzati da 490 milioni a 759 milioni di franchi. Il tema è all’ordine del giorno dell’assemblea dei Cittadini per il territorio del Luganese in programma stasera alle 18 a Villa Saroli a Lugano.

Se ne riparlerà, dunque, perché dovrebbe tornare d’attualità la proposta risalente al 2019, che è legata al mantenimento della linea di collina. Una proposta che, come detto, è contenuta in una lettera aperta firmata dall’ingegner Antonio Borra (Gruppo Linea di collina), dal professor Marco Gianini (Cittadini per il Territorio) e dall’architetto Benedetto Antonini. Una lettera che attribuisce l’esplosione dei costi a misure non necessarie, “come la fermata sotterranea e la sostituzione della fermata Molinazzo con Cavezzolo, non idonea per convogli doppi”. Misure che implicano “la dovuta revisione del progetto non dimenticando l’obiettivo fondamentale di avere tutta la Rete tram-treno su sede propria, eliminando l’attraversamento della strada cantonale a Caslano (in zona Colombera) e il passaggio a livello di Agno”. Il mantenimento della linea di collina, invece, “in sintonia col principio della ridondanza, permetterebbe la sostituzione dell’accesso diretto al centro città e, viceversa, alla stazione Ffs in presenza di disturbi, incidenti e indispensabile manutenzione”, si legge nella lettera.

La proposta rilancia il mantenimento della vecchia linea che passa da Sorengo e chiede di congelare la realizzazione del tratto Bioggio-Lugano centro, il quale prevede una galleria di 2,5 chilometri e una fermata sotterranea alla stazione Ffs di Lugano: “In questo caso l’accesso dal tram-treno alla stazione e al suo più importante nodo intermodale sarebbe indiretto e costoso per necessità di ascensori e scale mobili ridondanti, mentre solo per il centro città risulterebbe veloce e diretto”. Con la rinuncia alla costruzione, si legge, “si eviterebbe un investimento a dir poco colossale per la costruzione tra l’altro della galleria e del pozzo scale (a oltre 50 metri di profondità) tra la città e il livello superiore della stazione e del piazzale Ffs”. Però il progetto, in base alla pubblicazione del Piano d’Agglomerato del Luganese di quinta generazione (Pal5) dell’agosto 2024, tra l’altro, prevede “la sostituzione di una tratta di circa cinque chilometri km che raggiunge direttamente e già oggi, con doppi convogli la stazione Ffs e il prossimo nodo intermodale (dove ‘conviveranno’ Autopostale, Bernina Express, Asf, Arl e Ptl) con spostamenti a piedi pressoché pianeggianti e comunica indirettamente con il centro storico per mezzo della funicolare Tpl e della nuova scalinata”.

Secondo i tre firmatari della lettera, “il solo grande beneficio del tram-treno così come è concepito è il collegamento con il centro città, mentre risulta a tutti gli effetti una pesante perdita per le relazioni in forte crescita con la Ferrovia e i Trasporti su strada (regionali e cittadini), nonché per la innegabile valenza paesaggistica, di svago di prossimità e turistica della tratta Flp di Collina. Un solo beneficio non ottimale che si sommerebbe alla nuova tratta da Bioggio a Manno non giustifica l’enorme investimento che andrebbe comparato ad altri (in particolare M2 e M3 Losanna) sotto il profilo costi-benefici e qualità urbanistiche ottenute”.

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