Luganese

Scuole Tresa, l’Udc torna ad attaccare il Decs

In un’interpellanza si sottolineano le presunte incoerenze e ingerenze da parte del Dipartimento in merito alla chiusura della sede di Sessa

L’oggetto della contesa
(Ti-Press)
20 maggio 2025
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Incoerenze, ingerenze, caos interno. È forte il giudizio dell’interpellanza – primo firmatario: Alain Bühler (Udc), con lui Alessandro Cedraschi (Plr) – presentata al Consiglio di Stato (CdS) in merito al caso della riorganizzazione scolastica di Tresa. Dito puntato contro il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs). Le posizioni espresse nell’atto parlamentare non sono nuove, ma riflettono a grandi linee quanto osservato dal sindaco democentrista di Tresa, Piero Marchesi.

Ricordiamo che, a seguito della diminuzione di allievi registrata negli ultimi anni e prevista nei prossimi nella scuola di Sessa, il Municipio di Tresa ha deciso di chiudere con il corrente anno scolastico la sede, centralizzando tutti gli allievi al centro scolastico di Croglio. La decisione ha causato malcontento nel quartiere, portando alla costituzione del Gruppo Sos Scuole comunali, che ha cercato in vari modi di opporsi negli ultimi mesi all’eventualità. Da ultimo: dei ricorsi presentati al CdS contro la riorganizzazione. Del tema si sta ora occupando il Tribunale amministrativo cantonale, dopo che il presidente del governo Norman Gobbi ha respinto la richiesta di concedere l’effetto sospensivo presentata dai ricorrenti, e quindi concedere un anno scolastico in più a Sessa in tutti i casi.

Ora, le otto domande di quest’interpellanza insistono su alcuni concetti espressi già da Marchesi. Si ricorda che il nuovo ordinamento scolastico deciso da Tresa, compresa quindi la chiusura di Sessa, è stato approvato dal Decs a metà aprile e si domanda se così facendo “tutti i requisiti relativi al quadro giuridico che regola l’organizzazione e la didattica della scuola in questione siano rispettati”. Questi stessi servizi, dopo aver approvato l’ordinamento, hanno poi “senza base legale” auspicato la restituzione dell’effetto sospensivo, da lì il “caso interno al Decs”. Bühler e Cedraschi ritengono inoltre che siano stati compiuti “apprezzamenti politici inopportuni, invadendo ambiti che spettano esclusivamente all’autorità politica e giudiziaria”. Si domanda pertanto che il CdS prenda delle misure “per riportare ordine e chiarezza nel Decs”, chiedendo se il governo non ritenga che questo comportamento “rischi di creare un precedente gravissimo, che mina l’immediata esecutività delle decisioni municipali e l’affidabilità delle istituzioni”. Da ultimo, si chiede cosa si intenda fare per evitare il ripetersi di queste situazioni e soprattutto se si intendano sanzionare il caposezione Scuole comunali e l’ispettore del Luganese “per essersi prestati manifestamente a valutazioni e proposte di natura politica che non gli competono”.

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