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Sulla casa montana di Monteceneri ‘sarà referendum al 100%’

La consigliera comunale Alessandra Noseda (Lega) annuncia battaglia sul messaggio da 4,7 milioni. Il sindaco: ‘Progetto razionale e responsabile’

In sintesi:
  • Messaggio approvato a larga maggioranza durante la seduta dell’11 giugno: l’edificio di Nante necessita di importanti lavori
  • Per Noseda gli importi sono troppo onerosi e ci sono altre priorità. Solcà: ‘Si rischia di innescare una conflittualità progettuale che non gioverà a nessuno’
Il complesso della Madonna delle nevi
(Ti-Press)
13 giugno 2025
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Passerà «al 100%» dalle urne la ristrutturazione e l’ampliamento della casa montana a Nante del Comune di Monteceneri. Ne è convinta Alessandra Noseda (Lega), tra le pochissime consigliere comunali a non aver sostenuto il messaggio municipale contenente la richiesta di credito da 4,7 milioni di franchi, approvato durante la seduta di mercoledì 11 giugno. Oltre ad aver presentato un rapporto di minoranza in qualità di commissaria della Gestione, Noseda si sta infatti già mobilitando per raccogliere le firme necessarie per un referendum comunale.

Se ne parla da dieci anni

L’iter del progetto è lungo ormai dieci anni. Risale infatti al 2015 la prima mozione, presentata dal consigliere comunale Marco Truaisch (Alto Vedeggio Rosso Verde) che chiedeva un credito per uno studio che potesse definire gli interventi di manutenzione straordinaria della casa Madonna delle Nevi. L’edificio, risalente alla prima parte del Novecento era di proprietà dell’ex parroco di Rivera don Cesare Nicola ed è stato da lui ceduto all’ex Comune di Rivera negli anni Ottanta, ereditato poi da Monteceneri con l’aggregazione. Oggi è praticamente in disuso, dal 2014 non si va più in inverno a causa del rischio di cedimenti del tetto in caso di abbondanti nevicate, mentre per motivi legati allo spazio e alla vetustà è diventato sempre meno utilizzato in generale.

Per il Municipio si autofinanzierebbe

Dopo la mozione è stata costituita una commissione speciale, che ha preparato un rapporto redatto proprio da Truaisch, che sostanzialmente loda l’operato del Municipio. Si precisa, ad esempio, che grazie a “un accurato lavoro di ricerca e alla conferma di diversi sussidi” l’investimento effettivo sarà di poco superiore ai 2 milioni. Buone notizie anche sul fronte della gestione corrente, stimata in poco più di 130’000 franchi annui, che verrebbe quasi interamente coperta dall’affitto versato dal gestore – si è candidata la Valbianca Sa, ma andrebbe comunque aperto un concorso –; dal 50% degli utili generati; dal risparmio derivante dal non dover più ricorrere ad altre strutture in affitto per le settimane montane. Contenta anche la maggioranza della Gestione, mentre due rapporti di minoranza, uno di Massimo Nottaris (Lega) che si è astenuto e l’altro proprio di Noseda, sono stati invece più critici.

«Il Municipio propone di ristrutturare un rudere che non ha nemmeno una strada d’accesso – sostiene la consigliera – e si arriverà a spendere sui 5 milioni, secondo i miei calcoli, contando inevitabili rincari». Nel messaggio si fa riferimento però a diversi finanziamenti, facciamo notare. «Sì, ma non c’è nulla di sottoscritto, tant’è che è stato fatto votare il messaggio con il credito di 4,7 milioni. E in ogni caso, anche togliendo i finanziamenti sicuri e quelli promessi a voce, avremmo comunque quasi 2,5 milioni che dovremmo chiedere in prestito». Noseda è critica anche nei confronti del business plan, definito «ambizioso» di fronte alla mancanza di neve, alla crisi economica e alla forte concorrenza della vicina casa montana di Lugano. E poi c’è il capitolo Valbianca: «Si tratta solo di un’ipotesi di lavoro allo stato attuale». La preoccupazione è che alla lunga i costi di gestione ricadano comunque sul Comune.

Noseda: ‘Le priorità sono altre’

Comune che «ha altre priorità». Ad esempio? «Mancano servizi di base importanti, dalle canalizzazioni alle mense scolastiche. Abbiamo il moltiplicatore d’imposta al 92% e nel confronto con altri Comuni, come Mezzovico-Vira, ci perdiamo su tutta la linea. Questo è dovuto al fatto che da noi c’è una gestione che io definisco delirante, con grande spreco di denaro pubblico». Da messaggio, si prevede il raddoppio o quasi degli attuali 35 posti letto, la ristrutturazione dei piani terra e il rifacimento di quelli superiori, l’adattamento agli standard Minergie (che dovrebbe agevolare dei contributi). Uno scenario che a Noseda non piace. Meglio dunque lo status quo, ovvero con i bambini delle Elementari, circa 200, che per la scuola montana utilizzano case di altri Comuni in affitto «a costi contenuti. Invece dobbiamo spendere milioni per un fallimento totale: sarebbe stato più onorevole ritirare il messaggio».

Solcà: ‘No a conflittualità progettuale’

Una posizione netta, che altrettanto nettamente viene stigmatizzata da Pietro Solcà. «È una possibilità che il nostro Stato di diritto offre quale espressione massima di democrazia – osserva il sindaco –. Non fare nulla significa avere investito importanti risorse invano, non solo economiche ma anche in termine di tempo e impegno politico. La mia più grande preoccupazione è che sia l’innesco di una conflittualità progettuale che non gioverà a nessuno e che porterà a uno sterile sperpero di denaro pubblico. Questo modo di agire non risolve i problemi, anzi! Nel caso concreto lascerà inutilizzata una fatiscente struttura, con un enorme potenziale, che precluderà l’utilizzo ai nostri giovani e non solo. Sarebbe un’ulteriore dimostrazione di incapacità di sostenere un bene a favore dell’intera collettività, con il solo fine di assecondare speculazioni personali, partitiche o egoistiche. Se confermata, la casa montana di Nante crescerà e contribuirà a unire, permettendo anche alle future generazione di rivivere quelle che, per molti di noi, sono state esperienze indimenticabili».

Solcà sottolinea che il progetto è «razionale e responsabile, che non peserà sulle finanze comunali, ma potrebbe addirittura portare un indotto. In più avrà sicuramente ricadute positive sul promovimento turistico della valle. L’Alta Leventina necessita di strutture ricettive, a sostegno delle attività sportive e ricreative già presenti e che saranno a breve termine ulteriormente sviluppate».