Parte a Lugano un progetto pilota - condotto con Usi e Ibsa - per migliorare la salute delle persone anziane tramite attività artistiche e culturali
Tradotto dall’inglese suona come ‘prescrizione culturale’ ed è un trend che esiste già da anni in diversi Paesi principalmente anglosassoni. Ora, sbarca in Svizzera con un progetto pilota promosso dalla Città di Lugano in collaborazione con l’Istituto di medicina di famiglia (Ismf) dell’Usi, Ibsa e Lac. In estrema sintesi, consiste nel prescrivere a dei pazienti sopra ai 65 anni una serie di attività artistiche, culturali o sociali, che possano contribuire – assieme alla regolare terapia prevista per la malattia in questione – al benessere e alla salute dei pazienti.
L’iniziativa è stata presentata oggi, ma ha radici più lontane, come spiegato dal vicesindaco Roberto Badaracco e dal direttore della Divisione cultura della Città Luigi Di Corato. «Questa collaborazione è l’evoluzione naturale del progetto Cultura e Salute, lanciato nel 2020 allo scopo di promuovere le sinergie tra i due mondi – ha detto quest’ultimo –, c’è stato un grande lavoro ed è una grossa soddisfazione vederlo ora concretizzarsi». Il capodicastero Cultura, da parte sua, ha sottolineato che «si tratta di una collaborazione pubblico-privato innovativa per la realtà svizzera, lungimirante e che porta approcci e prospettive basati su evidenze scientifiche».
Delle basi scientifiche solide ha parlato anche il direttore dell’Ismf, dottor Luca Gabutti – che guiderà il team di ricerca –, spiegando che ci sono studi che dimostrano come in Svizzera ad esempio un anziano su quattro soffra di solitudine. E quest’ultima a sua volta ha un impatto incisivo su varie patologie mediche. Conseguentemente, scopo del progetto è combattere l’isolamento sociale proponendo attività di pittura, fotografia, musica, danza, teatro, volontariato o altro ancora. Concretamente, in collaborazione con i medici di famiglia che risponderanno all’appello, verranno ‘reclutati’ nei prossimi mesi cento partecipanti che per un anno e mezzo parteciperanno alle attività più indicate al loro caso e verranno monitorati – tramite questionari, esami clinici e smartwatch – per constatarne i progressi di salute. Le spese saranno a carico di Usi e Ibsa.
Qualora dovesse dare risultati soddisfacenti, il progetto verrebbe poi esteso e strutturato. Parallelamente, in autunno si svolgerà la quinta edizione del corso di Cultura e Salute promosso da Usi, Ibsa e Città che, come ricordato dalla direttrice dell’Ibsa Silvia Misiti, avrà relatori di caratura internazionale ed è aperto a studenti, dottorandi e alla cittadinanza in generale. Senza focalizzarsi sulle arti, il corso tratterà quest’anno proprio di prescrizione sociale.