laR+ Luganese

Pigioni moderate a Lugano, Ghisletta critica le cifre del sindaco

Il Capodicastero immobili entra a gamba tesa sulle statistiche: ‘Oggi la Città non ha praticamente alloggi disponibili per le persone in difficoltà’

Una panoramica notturna sulla città
(Ti-Press)
4 luglio 2025
|

Non è complicato trovare appartamenti a pigione moderata a Lugano, stando alle statistiche presentate ieri dal Municipio di Lugano. Le cifre illustrate giovedì, basate sul 2024, mostrano una quota del 42% di pigioni che rientrano nel concetto di alloggio sostenibile, in crescita rispetto al 2023 (era il 38%). Questi dati contraddicono quanto emerso nel caso delle 11 palazzine di via Gerso a Breganzona e le informazioni emerse in almeno un paio di incontri pubblici, l’ultimo dei quali a Pregassona.

Le statistiche non hanno convinto neppure Raoul Ghisletta, Capodistero immobili dell’Esecutivo cittadino, secondo cui “oggi la Città non ha praticamente alloggi disponibili per le persone in difficoltà. Il Municipio, oltre a esprimere la propria vicinanza agli inquilini in difficoltà, ha il compito di costruire una politica dell’alloggio. Compito che spetta pure al Cantone, in particolare al Dipartimento socialità e sanità, purtroppo latitante da un decennio”. Il sindaco di Lugano Michele Foletti, sollecitato in merito più volte dalla redazione, non ha commentato il comunicato diffuso da Ghisletta e il fatto che il municipale della Sinistra si sia smarcato dall’Esecutivo, per la seconda volta, in maniera plateale, su un argomento, che è stato per tanti anni un cavallo di battaglia del Partito socialista.

Scatta l’interrogazione della Sinistra

Alla presa di posizione critica del municipale della Sinistra, si aggiunge l’interrogazione dello stesso gruppo in Consiglio comunale (primo firmatario Cristiano Canuti). Un’interrogazione che, oltre a chiedere spiegazioni sull'accesso alle prestazioni sociali e sulla questione dell’alloggio, richiama il tavolo di lavoro sulla povertà a Lugano che ha coinvolto la Divisione della socialità, gli attori privati attivi nell’ambito dell’aiuto sociale fra i quali l’associazione facente capo a fra Martino. Fra Martino e i suoi collaboratori hanno illustrato alcuni dati relativi al progetto di monitoraggio delle persone che non ricorrono alle prestazioni sociali, sviluppato in collaborazione con il Cantone e la Città. Nell’atto parlamentare, si legge che “oltre al problema della mancanza di informazione, Fra Martino ha sottolineato i seguenti fenomeni preoccupanti: lunghi tempi di attesa per l’ottenimento di prestazioni (in particolare decisioni relative a prestazioni complementari e sussidi cassa malati); restrizioni crescenti negli aiuti per le persone con permessi B e, in misura sempre maggiore, anche per le persone con permessi C; aumento degli sfratti e difficoltà nel reperire alloggi a pigione accessibile”.

Sfratti in aumento?

L’atto parlamentare ha chiesto al Municipio di Lugano una valutazione in merito all’aumento degli sfratti e sulla difficoltà nel reperire alloggi a pigione accessibile e cosa intende fare per risolvere i due problemi. Inoltre, all’Esecutivo cittadino viene chiesto se non è il caso di intervenire anche in maniera strutturale per situazioni particolari (ad esempio famiglie con figli e anziani colpiti da disdette collettive), ripensando i criteri di intervento del Regolamento prestazioni sociali e del Regolamento lascito Achille Ferrata, oppure se ha valutato la possibilità di utilizzare la modalità del prestito senza interessi per aiutare le famiglie e le persone che lavorano, e non rientrano nei criteri attuali, ad affrontare spese impreviste. Il municipale della Sinistra ha richiamato la preoccupazione espressa in due precedenti atti parlamentari per l’insorgere di disdette collettiva ai danni di inquilini residenti in immobili relativamente vecchi con pigioni contenute a Lugano: disdette che coincidono con un passaggio di proprietà. In alcuni casi di tratta di disdette vendita (concretizzate o prospettate), in altri limitati casi (centro città) di disdette per creare degli airbnb (quindi con abbandono della residenza a carattere primario).

Il ceto medio basso ‘verrà espulso’

Il comunicato diffuso da Ghisletta, intitolato ‘Alloggio: ma che Città vogliamo?’, comincia così: “Il ceto medio basso nei quartieri centrali di Lugano potrà restare ancora per qualche anno secondo lo studio statistico sull’alloggio della Città! Ovviamente potrà restare solamente fino a quando esisterà quella quota del 20% di appartamenti in mano a privati, che hanno un affitto inferiore di un quarto rispetto alla media degli affitti a Lugano. Poi per naturale procedere della gentrificazione il ceto medio basso sarà espulso e andrà ad abitare in periferia”. Il municipale della Sinistra ricorda che “è dal 2015 che queste cose si sanno: ovvero da quando il Consiglio comunale votò il controprogetto 2015-2025 per la politica dell’alloggio (fondandosi su uno studio dell’ing. Rovelli). Il controprogetto prevedeva di investire 10 milioni di franchi, ma è stato usato dal Municipio nella misura di poco più di 1 milione di franchi (nell’Esecutivo la priorità è andata allo sport: 240 milioni di investimenti al Pse e dintorni…).

Intanto gli affitti aumentano

Intanto, prosegue Ghisletta, tra l'anno scorso e il 2023, “i costi degli affitti crescono di oltre il 3% a Besso, Breganzona e Loreto. La situazione purtroppo è destinata a peggiorare, in quanto molti vecchi stabili con affitti convenienti saranno rinnovati e i prezzi aumentati. La Città deve agire e non stare a guardare! Si devono mettere in atto i buoni propositi auspicati dal Consiglio comunale in alcuni sedimi della Città e nella fase 3 del Polo sportivo e degli eventi. Consiglio comunale che nel rapporto sul consuntivo 2024 ha indicato chiaramente come il livello di investimento netto auspicato deve essere di 60 milioni di franchi annui e non di 45 milioni come ha prospettato il Municipio a fine 2024”.

Leggi anche: