Il Dt indaga l’eventualità di un finanziamento federale. Rinviati serate pubbliche e sondaggio. Zali su Marchesi: ‘Si avvicinano le elezioni...’
Il tema della variante interrata della Circonvallazione Agno-Bioggio (Cab) sarà discusso con Berna. Dopo le polemiche di settimana scorsa, dovute a una risposta del Consiglio federale a un’interpellanza del consigliere nazionale Piero Marchesi (Udc) che lasciava intendere che l’opera avrebbe potuto beneficiare di un finanziamento della Confederazione – il contrario di quanto più volte, l’ultima ancora lo scorso giugno, dichiarato dal consigliere di Stato Claudio Zali –, il Dipartimento del territorio (Dt) mette i puntini sulle ‘i’. E lo fa con una nota scritta, che ripercorre a grandi linee le tappe salienti del progetto stradale che dovrebbe contribuire a sgravare il traffico nei nuclei dei due comuni malcantonesi. La novità principale, è che “considerate le richieste giunte da più parti e in particolare gli atti parlamentari presentati, il Dt ha preso contatto con l’autorità federale per un confronto specifico, fuori procedura”.
In sostanza, Bellinzona e Berna si parleranno sull’eventualità specifica di ottenere un finanziamento per la Cab. Di nuovo, dato che nella propria ricostruzione, il Dipartimento spiega che in realtà la Confederazione ha già negato una prima volta quest’eventualità. Non solo: si spiegano anche i motivi che hanno portato successivamente il Dt a non richiedere più questa possibilità al Consiglio federale. Berna aveva già giudicato “gravemente insufficiente” il rapporto costi/benefici della Cab, nel confronto con altre circonvallazioni, nel 2007, nell’ambito delle discussioni sul Programma di agglomerato del Luganese di prima generazione (Pal1). Se n’è riparlato poi con il Pal2, quando i costi sono stati contenuti (da 180 a 134 milioni di franchi) e allora il rapporto costi/benefici è stato valutato “sufficiente”, ma un finanziamento è stato comunque negato in quanto “in concorrenza con la Rete tram-treno del Luganese (Rttl)”.
Ciò premesso, il Dt puntualizza che nella risposta all’atto parlamentare il governo federale “non si è confrontato in alcun modo sul progetto Cab”, ma “si è limitato a indicare quanto previsto dalla legge: le circonvallazioni rientrano tra le opere che possono essere teoricamente cofinanziate”. Il governo si è dunque limitato a ricordare le regole, senza esprimersi sul caso concreto. Anche perché, per quest’ultima variante della Cab, non è stato sin qui proprio interpellato. Sono stati i servizi del Dt, infatti, a inizio anno durante i lavori accompagnatori alla Commissione regionale dei trasporti del Luganese per il Pal5 a escludere la possibilità di finanziamenti, sia sulla base delle precedenti valutazioni negative, sia in virtù del fatto che la Confederazione aveva da poco approvato la propria quota parte (circa 500 milioni) per la Rttl.
Ma perché Berna non è stata interpellata? Lo chiediamo direttamente al direttore del Dt. «Perché non è gratis presentare una richiesta che riteniamo infondata in un Programma di agglomerato – spiega Claudio Zali –: contribuisce negativamente alla valutazione dell’intero programma, che non è solo una richiesta di credito, ma è l’espressione di una visione territoriale. Proponendo due grandi progetti in contraddizione, ci sarebbe il forte rischio di veder ridotti i contributi globali. Dal punto di vista della Confederazione non avrebbe senso finanziare il 30% della Cab, per mantenere i pendolari in auto, quando viene già dato un contributo molto importante per la Rttl. Questo per me è chiaro». La variante completamente interrata della Cab costerebbe circa 550 milioni, mentre quella parzialmente interrata 337, ricorda Zali. E non è mai successo che siano stati cofinanziati progetti di circonvallazione anche solo vicini a queste cifre. Anzi. Nei 170 Programmi di agglomerato vagliati dal 2009 al 2023, Berna ha approvato solo 23 progetti di circonvallazione e di questi 17 avevano un costo inferiore ai 30 milioni e uno soltanto era superiore (di poco) ai 100.
Eppure, il Dt ora ha deciso di chiedere a Berna come sarebbe stata valutata una richiesta di cofinanziamento di entrambe le varianti. Perché? «Intanto, chiariamo che si tratta solo di un’ipotesi tecnica, la decisione ormai è stata presa. Lo facciamo perché siamo in una situazione nella quale aleggiano dei dubbi (instillati oltre che da Marchesi e della Conferenza dei sindaci del Malcantone, anche da due atti parlamentari, uno a firma Plr e l’altro Udc), che secondo me non hanno motivo di esistere, e siccome vogliamo evitare che dalle consultazioni escano risultati falsati, è giusto aspettare sia con le serate pubbliche sia con il sondaggio consultivo. Ricordiamo che è plausibile anche il ricorso allo strumento del referendum finanziario obbligatorio, quindi è importante spazzare il campo da ogni dubbio».
La domanda è solo ipotetica, ma se dovesse arrivarvi una risposta affermativa? «In questa remotissima eventualità, mi cospargerei il capo di cenere, magari chiedendo a Marchesi che è più bravo di me di venire qui, e lo inseriremmo nel Pal di prossima generazione. Il treno non è perso». A proposito, come replica alle dure critiche che il consigliere democentrista le muove? «Marchesi cavalca la polemica, le elezioni si avvicinano... a mio avviso, prevale l’interesse politico».