Il pp Simone Barca chiede una pena di 8 anni e mezzo di prigione da scontare nei confronti del 22enne ritenuto colpevole anche di tentato omicidio
“Le abbiamo un po’ prese, un po’ date, però uno di loro è stato portato via dall'ambulanza”: parole scritte sui social ad alcuni suoi contatti dal 22enne, che è sul banco degli imputati oggi con le accuse di sequestro di persona, rapimento, rissa e tentato omicidio. Le ha rievocate il procuratore pubblico Simone Barca nella requisitoria, al termine della quale ha richiesto una pena di 8 anni e mezzo di prigione nei confronti del giovane, che dovrebbe essere obbligato a continuare il trattamento ambulatoriale. Quelle parole sono state scritte dal giovane mentre i suoi correi sono stati giudicati e condannati per aver rapito, sequestrato e picchiato un coetaneo a Vezia. Il rappresentante dell'Accusa ha sostenuto che non sia possibile credere a quello che ha raccontato il 22enne, che si è assunto il rischio di togliere la vita a una persona in occasione della rissa divampata fuori da una discoteca in centro a Lugano.
Scene di violenza davvero cruente che il pp ha paragonato a «un sequel di Arancia meccanica». La vittima a causa delle botte ricevute nel fienile ha subito una serie di conseguenze e ferite gravi. Questo è quanto capitato il 16 agosto 2023, ha detto Barca, che ha ricordato la fuga dalle sue responsabilità da parte del 22enne, che è partito il giorno dopo per le vacanze nei Balcani ed è tornato solo al termine dell'inchiesta, all'inizio dell'anno successivo. Ha seguito il branco, è l'unica spiegazione fornita dall'imputato, ha ricordato Barca, secondo il quale il 22enne non è credibile. Il pp ha ricostruito i fatti di Vezia e della rissa fuori dalla discoteca di Lugano in maniera diversa: i calci alla testa sono stati sferrati a pochi centimetri da punti in cui avrebbero potuto essere letali per la vittima, come accertato dal medico legale. Il pp ha ritenuto che l'imputato abbia scelto volutamente di partecipare alla spedizione punitiva tra Figino e Vezia e al tafferuglio scoppiato il 7 luglio 2024, dieci giorni prima che iniziasse il processo nei confronti dei due suoi correi per il primo episodio in ordine di tempo.
Sandra Xavier, avvocata della vittima delle botte che ha preso dall'imputato fuori dalla discoteca di Lugano, si è allineata alla richiesta del pp: «Il 23enne dopo quella nottata sta convivendo con la paura, con un allarme ininterrotto, che lo paralizza, lo isola in una sorta di prigione invisibile», ha sostenuto Xavier, che ha ripercorso i fatti, «che si caratterizzano per la loro brutalità con una violenza», che solo per caso non ha avuto un epilogo letale. Alla vittima è stata fratturato l'osso mascellare in due punti. Mai l'imputato ha chiesto scusa, mai ha mostrato rimorso ma soltanto indifferenza nei confronti del mio assistito, ha rilevato l'accusatrice privata, che ha chiesto alla Corte di condannare il 22enne un risarcimento di 20'000 franchi per torto morale a favore della vittima.