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‘Secondo piano’: un progetto pilota dedicato ai giovani

La Fondazione Gabbiano ha inaugurato una nuova struttura in via Maderno a Lugano che ambisce a dare priorità alla popolazione adolescenziale in difficoltà

Un’iniziativa avviata nell’ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera ‘Ccn - Community care per Neet’
3 ottobre 2025
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“Incipit vita nova”: da qui inizia una nuova vita. È con questo riferimento al sommo poeta che la Fondazione Gabbiano ha voluto riassumere l’obiettivo finale del suo nuovo progetto pilota dedicato ai giovani tra i 15 e i 20 anni in situazioni di difficoltà. Grazie a questo servizio, inaugurato oggi nella sede di via Maderno 18 a Lugano, verrà offerta la possibilità di rimettersi in gioco, di rinascere attraverso attività diurne di vario genere che mirano a evidenziare le competenze dei giovani, le capacità e le potenzialità con spazi d'ascolto individualizzati, sostegno educativo e accompagnamento socioprofessionale. “Secondo piano” è il nome scelto per questo progetto. Una decisione non casuale che racchiude, così si legge in una nota, “significati simbolici e pratici. Indica il secondo piano dell'edificio dove si svolgeranno le attività, un luogo fisico e metafisico di crescita, ma richiama anche ciò che purtroppo spesso viene messo in secondo piano, come le priorità degli adolescenti in contrasto con quelle degli adulti”. Insomma, un secondo piano che rappresenta un piano B e ambisce a dare gli strumenti necessari per una ‘vita nova’. A indirizzarli verso questo nuovo spazio saranno le scuole, la Magistratura dei minorenni e l’Istituto delle assicurazioni sociali (Ias).

‘Un fenomeno esploso soprattutto dopo il Covid’

«La popolazione adolescenziale – ci dice Edo Carrasco, direttore generale della fondazione – è sempre più disorientata. Ci sono sempre più giovani che faticano a terminare il proprio percorso formativo della scuola media o che dopo averlo concluso non riescono a trovare subito la propria strada. Alcuni di loro si chiudono in uno stato di isolamento sociale. Si tratta di un fenomeno che abbiamo visto esplodere soprattutto dopo il Covid e che merita di essere arginato». ‘Neet’ è l’acronimo inglese per definire la situazione di questi giovani: ‘Not in education, employment or training’, ovvero ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi. «Abbiamo fatto qualcosa di nuovo e diverso, attraverso la creazione di atelier che finora non esistevano. Alla Città di Lugano, e in particolare i servizi sociali, abbiamo espresso questo bisogno di offrire una possibilità che vada a coprire i buchi scoperti. Una valida alternativa ai servizi referenti, tra cui gli istituti scolastici, Servizio giovani e inserimento Ias e Magistratura dei minorenni».

‘Serve una proposta concreta, incisiva e strutturata’

‘Secondo piano’ nasce nell'ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera ‘Ccn - Community care per Neet’. «C’è un’urgente necessità affinché il recupero del disagio giovanile dei Neet, nei territori Interreg Italia-Svizzera, sia affrontato con soluzioni efficaci e concretamente inclusive», spiega Alcide Gazzoli, project manager Ccn. «Sempre più spesso tra loro ci sono anche minorenni, giovani donne e madri lasciate a sé stesse. Non lavorano, non studiano, non vivono in famiglia e, intrappolati in questo ‘non’, finiscono per perdere ogni desiderio e slancio verso la vita attiva. Per riaccendere la loro motivazione – prosegue Gazzoli – serve una proposta concreta, incisiva e strutturata». La rete di partner di Cnn riunisce imprese sociali, amministrazioni pubbliche, istituzioni sanitarie e associazioni per contrastare il disagio attraverso azioni «concrete: educazione ambientale, laboratori agricoli, sport, workshop di cucina ed educazione alimentare». La via per promuovere l’inclusione è una, conclude, «educare».

Gli atelier e le attività

Nella struttura di via Maderno troveranno accoglienza dagli 8 ai 10 giovani dai 15 ai 20 anni, che saranno accompagnati a svolgere alcuni atelier di lavoro. Come ‘Next patch’, che utilizza il videogioco come strumento educativo per sviluppare competenze trasversali come pensiero critico, problem solving, collaborazione e gestione delle emozioni; ‘Cuci-gang’ è pensato invece per sviluppare competenze tecniche e personali attraverso attività di sartoria; in ‘Cambio-abito‘ ragazzi e ragazze saranno introdotti alla gestione del magazzino costumista, con nozioni di catalogazione e organizzazione, simulando dinamiche professionali reali. Nello spazio esiste anche un angolo dedicato alla fotografia, dove i giovani potranno sviluppare le foto come ai vecchi tempi, in una camera oscura. Altre attività saranno poi proposte con ‘Green Vibes’, ‘Sviluppo e Carriera’, ‘Sound Check’ e ‘L’Officina del dolce’. Come afferma Carrasco, «scopo di questo luogo sarà mediare tra approcci educativi tradizionali e modelli più contemporanei». L'educatrice e coordinatrice del progetto è Francesca Faravelli.

‘Un investimento per il futuro’

All'inaugurazione erano presenti Sandro Canuti, programma Interreg Italia-Svizzera, Luca Santagostino, direttore strategia organizzazione e sviluppo Clinica Santa Croce, Andrea Incerti, presidente della Fondazione Gabbiano e sindaco di Bissone e Fabio Schnellmann, presidente del Gran Consiglio. «Non stiamo vivendo dei grandi momenti – afferma Schnellmann – la situazione delle finanze del Cantone è delicata (si pensi per esempio al caso della Croce Rossa, ndr), però sono dell'avviso che questi progetti, soprattutto in favore dei giovani, non debbano essere privati di risorse, anzi, che vadano piuttosto implementati. Quello che si fa per i giovani non è un costo, ma un investimento per il futuro». Il Cantone infatti è tra i sostenitori del progetto, oltre a Interreg, che rappresenta un terzo dell’investimento del progetto.

Come dice Incerti, «il Gabbiano ha pellegrinato per tutto il Ticino e ora ha trovato casa anche a Lugano». L'auspicio della fondazione è che in questa sede si riesca a dare ai giovani solide fondamenta per il loro futuro da costruire con un supporto personalizzato: coaching, orientamento, formazione e sviluppo professionale. Nei prossimi giorni inizieranno le prime segnalazioni e l’inserimento dei ragazzi.

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