Guerra a Gaza e scuole, il Collegio dei docenti precisa: ‘Non si politicizza l’insegnamento ma si custodisce la dignità degli spazi di riflessione’
Dopo il Liceo 3 di Lugano, anche il Liceo 1 si schiera a fianco dei docenti della Scuola media di Viganello, dopo che questi ultimi sono stati oggetto di critiche del Municipio cittadino per la propria lettera aperta a sostegno della popolazione palestinese, stremata da due anni di conflitto con Israele. Alla luce degli sviluppi della guerra e del dibattito che si è acceso negli scorsi giorni in Ticino, il Collegio dei docenti del Liceo “ritiene necessario prendere posizione pubblicamente”.
“Le immagini e le notizie che giungono dal Medio Oriente suscitano in tutti noi domande radicali sul valore che attribuiamo alla vita umana, sulla coerenza delle istituzioni democratiche rispetto ai principi fondamentali e sul ruolo educativo della scuola. Restare in silenzio equivarrebbe a rinunciare alla natura stessa della nostra professione”, si precisa in entrata. I docenti citano poi due aspetti di rilievo: il fatto che 157 Paesi su 193 abbiano riconosciuto lo Stato di Palestina – la Svizzera figura fra gli altri 36 –. “Un segnale di grande rilevanza che ripropone con forza il principio dell’autodeterminazione dei popoli”, e in particolare il rapporto della Commissione internazionale indipendente dell’Onu del 16 settembre scorso, secondo il quale “le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso e continuano a commettere atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza”.
Elementi, questi, che “hanno concorso a maturare una consapevolezza che cresce anche nel nostro cantone e che la scuola, come istituzione educativa e civica, non può ignorare. La libertà di insegnamento costituisce un diritto della collettività e assicura che la scuola resti un luogo di confronto, lontano da ogni forma di censura o propaganda. Affrontare i temi di attualità in classe con rigore, rispetto e apertura permette agli studenti e alle studentesse di partecipare attivamente e consapevolmente alla vita democratica. La scuola ticinese deve pertanto restare un presidio di libertà e pluralismo”. Citando poi i compiti affidati ai docenti dall’articolo 2 della Legge cantonale sulla scuola, il Collegio sottolinea che “non si tratta di prendere una posizione politica, ma di riaffermare i diritti inalienabili alla vita e alla dignità umana”, condannando sia l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 sia le successive sofferenze inflitte ai civili palestinesi.
“La difesa dei diritti fondamentali non è oggetto di contesa politica – ribadisce poi il Liceo 1 ricordando l’appello del Consiglio di Stato ticinese lo scorso maggio al Consiglio federale, per porre fine alla crisi umanitaria –, ma imprescindibile fondamento della convivenza civile”. Un ringraziamento infine alla Sme di Viganello “per aver rotto il silenzio per primi”, precisando che “ci riconosciamo nello spirito che ha animato le colleghe e i colleghi”, come pure nei confronti degli altri docenti che hanno espresso solidarietà nei confronti delle vittime del conflitto. “Un coro civile che attraversa le scuole ticinesi e che chiede coerenza, ascolto, umanità”. Citando infine la consigliera di Stato Marina Carobbio, si conclude ricordando che la scuola deve essere “un luogo di educazione civica viva e di partecipazione consapevole; difendere questi spazi di riflessione non significa politicizzare l’insegnamento, ma custodirne la dignità”.