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Aspettando la frana. Indotto il distacco controllato dal pendio

I tecnici del Cantone prevedono possa volerci fino a domenica. Attivato lo Stato maggiore degli enti di primo intervento

Non resta che attendere
(Ti-Press/Benedetto Galli)
20 febbraio 2025
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Toccherà a tutti armarsi di pazienza, alla popolazione di Brusino Arsizio, come ai tecnici cantonali e al personale degli enti di pronto intervento. E restare in attesa. Aspettare che la frana si stacchi e scenda sulla strada cantonale. Smosso in modo artificiale, alleata l’acqua del Ceresio, e sotto l’osservazione stretta degli specialisti il fronte franoso che minaccia la il collegamento viario tra Riva San Vitale e la località di Poiana, lì in zona Al Sasso, adesso bisogna stare a guardare, pronti a ogni evenienza. In effetti, è difficile prevedere in quanto tempo il materiale scivolerà lungo il pendio. Del resto, si sta parlando di quasi 3mila metri cubi di detriti che nel corso della giornata di giovedì hanno iniziato a muoversi a due centimetri l’ora.

Previsioni su quattro giorni

Così, sguardo fisso sull’area dello smottamento, si rimane a veder scendere terra, sassi e alberi sulla strada: gli specialisti del Dipartimento del territorio si sono ‘riservati’ sino a domenica. «Le nostre valutazioni sono queste – ci dice Andrea Bosisio, a capo del Centro di manutenzione di Mendrisio; quando lo raggiungiamo, giovedì a pomeriggio inoltrato, è sul posto della frana –. Certo salvo complicazioni meteo e contrattempi. La previsione più favorevole è che il materiale scenda tutto e subito, dovesse staccarsi a scaglioni, invece, ci ritroveremo a dilatare la nostra tempistica». Tutto sta procedendo bene? «Ci sono stati alcuni piccoli imprevisti tecnici, ma l’operazione sta avanzando».

Quando tutto sarà finito, infatti, ci illustra Bosisio, «sarà possibile verificare che la situazione sia in sicurezza – in alto ci sono degli operatori incaricati di monitorare il versante – e dopo l’analisi del geologo cantonale, potremo sgomberare il materiale arrivato sulla Cantonale». Nel frattempo, si tiene sotto controllo la situazione e prima che la sera si avvicini si accendono i fari sistemati dalla Protezione civile sull’area interessata.

La strategia: intervenire

La strategia, però, la si è decisa ore prima. Ovvero quando si è capito che, da sola, la frana non si sarebbe staccata dalla montagna. Quindi occorreva rompere gli indugi per riuscire a velocizzare, poi, gli interventi di messa in sicurezza della zona. È il primo pomeriggio di giovedì quando riusciamo a ‘rubare’ qualche minuto al lavoro del geologo cantonale. «Stiamo cercando di far scendere il materiale a valle con l'aiuto dei Pompieri, immettendo dell'acqua dalla parte superiore della frana», ci conferma Andrea Pedrazzini, che sovraintende alle operazioni di distacco controllato dello smottamento. Operazioni che vedono sul campo, oltre ai militi del Centro soccorso cantonale pompieri Mendrisiotto, pure gli addetti alla manutenzione stradale del Dipartimento del territorio e i forestali. Isolata la zona per ragioni di sicurezza e predisposto il dispositivo – che prevede di pompare l'acqua dal lago –, verso le 14 di giovedì si effettua un test preliminare, prima appunto di provare a smuovere in modo artificiale la frana e farla scivolare sulla strada.

Un lavoro di squadra

Sono tanti gli occhi puntati sul versante della montagna. È stato infatti istituito uno Stato maggiore degli enti di primo intervento (Smepi), coordinato dalla Polizia cantonale. Al tavolo, come annotano dalla stessa Polcantonale, sono seduti i tecnici del Dipartimento del territorio, i collaboratori dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc), della Polizia comunale di Mendrisio, del Centro di Cooperazione di Polizia (Ccpd) e della Protezione civile, oltre, come detto, ai pompieri e ai soccorritori del 144.

«In questo contesto – ci spiega ancora il portavoce della Polizia –, sono state predisposte le soluzioni più idonee per garantire la sicurezza, le attività in caso d’incendio e le emergenze sanitarie della popolazione di Brusino Arsizio. Sul posto sono presenti quattro mezzi di soccorso, tra cui Polizia cantonale, Udsc, pompieri e il servizio 144, pronti a rispondere alle esigenze di soccorso e alle altre necessità della popolazione. Per le urgenze sanitarie, inoltre, sono a disposizione tre natanti della Polizia cantonale, dell’Udsc e del 144, utilizzabili per il trasporto di persone che necessitano di cure mediche».

Si confida nel sostegno del Cantone

Anche il sindaco del Comune sul Ceresio, Lucio Negri, aspetta di avere un quadro più chiaro della situazione. Nel frattempo, i contatti intrecciati mercoledì – non appena ufficializzato l’avviso che la strada sarebbe stata chiusa – con la Società di navigazione del Lago di Lugano si sono rivelati fruttuosi. Da venerdì sarà attivato un trasporto speciale che collegherà il paese a Capolago, per facilitare gli spostamenti di pendolari, scolari e studenti.

In una pausa della mattinata di giovedì Negri ci confessa di aver letteralmente «messo le tende in Cancelleria». In questi giorni l'intera amministrazione, sottolinea, «sta lavorando in maniera eccezionale». Tutti, in effetti, sono stati messi un po’ alla prova per riuscire a dare delle risposte a necessità che in tempi ‘normali’ sono parte della quotidianità. Quindi si attende. Perché, ci fa notare il sindaco, quando la frana si sarà staccata si avrà modo di capire quanto tempo ci vorrà per sgomberare il materiale, ripristinare la strada e mettere in sicurezza il versante della montagna. A quel punto si conosceranno pure i costi dell'evento. «Speriamo – commenta il sindaco – di poter contare sulla solidarietà del Cantone quando sapremo le ricadute finanziarie dell'operazione».

Attivata una navetta via lago

Al momento si pensa, quindi, alle soluzioni in grado di supplire alle esigenze della popolazione, e su entrambi i lati della frontiera. Con gli abitanti di Brusino, a dover fare i conti con gli eventi naturali sono pure i residenti, dunque i lavoratori frontalieri, di Porto Ceresio e dei dintorni, giusto al di là del valico. A unirsi alla cordata e a dare man forte in questi giorni vi è pure l’Autorità di bacino lacuale Ceresio, Piano e Ghirla. La collaborazione transfrontaliera ha permesso, infatti, di far fronte al problema degli spostamenti. Da venerdì mattina, a partire dalle 6.30, verranno organizzate delle corse speciali via lago. La navetta lacuale oltre ad avvicinare Brusino a Capolago, collegherà anche Porto Ceresio – dove è stato messo a disposizione a titolo gratuito un parcheggio nelle vicinanze dell’imbarcadero – a Morcote, da dove verrà organizzato un autobus per Lugano, direzione Bissone e Noranco.

Un risultato che rincuora, innanzitutto, le autorità locali, come ci fa capire il sindaco Negri, che ha trovato una buona collaborazione con la Navigazione. A esprimere il suo apprezzamento è pure il sindaco di Porto Ceresio, Marco Prestifilippo, grato per l’attenzione dimostrata e «la prontezza con cui è stato affrontato il problema». Lo stesso presidente dell’Autorità di bacino del Ceresio, Massimo Mastromarino, ha ritenuto «fondamentale intervenire e fare la nostra parte per assicurare la mobilità transfrontaliera, così come abbiamo fatto in passato».

Sul lato svizzero la prima corsa, destinazione Capolago, partirà alle 7.10 dalla fermata all’altezza della funivia, dando modo di intercettare la coincidenza del treno verso sud per Chiasso e verso nord per Lugano. La seconda, sulla via del ritorno, è prevista alle 16.30 da Capolago. Infine, una terza da Capolago in partenza alle 18 agevolerà il rientro di lavoratori e studenti a casa, facendo tappa ancora una volta a Morcote e capolinea a Porto Ceresio. Il tempo di percorrenza della tratta ticinese sarà di mezz'ora circa.

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