Il ricordo di Stefano Terzi, tragicamente morto a 57 anni, viticoltore e impegnato fra i giovani del Centro psico-educativo di Stabio
La cura del verde era la sua vita. Non solo in quanto manutentore e custode degli stabili del Centro psico-educativo di Stabio, ma anche titolare dell’azienda agricola in via Obino 35 a Castel San Pietro che portava il suo nome. Stefano Terzi, 57 anni, è morto drammaticamente sabato mattina, poco prima delle 11, in uno dei suoi vigneti in zona Gorla, investito – come reso noto da una prima ricostruzione della Polizia cantonale – da un trattore.
Lanciato l’allarme, sul posto sono intervenuti alcuni agenti della Polizia cantonale e, in supporto, della Polizia comunale di Mendrisio, i militi del Centro soccorso cantonale pompieri Mendrisiotto, nonché i soccorritori del Servizio autoambulanza Mendrisiotto, che, purtroppo, per le gravi ferite riportate, non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’uomo. Proprio per la tragicità della situazione sono accorsi per prestare sostegno psicologico i professionisti del Care Team.
Stefano Terzi, che aveva studiato alla Scuola professionale in agricoltura di Mezzana e aveva frequentato un corso di formazione in salute mentale all’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale di Mendrisio, era anche impegnato, nel suo contesto lavorativo di Stabio, nella collaborazione, come amava scrivere sul suo profilo social, con gli educatori e gli psicologi nell'ambito quotidiano seguendo i ragazzi sotto l'aspetto socio-professionale, come la cura del parco o il progetto orto.
Il lavoro per la terra e per la viticoltura non gli aveva impedito di impegnarsi anche nel contesto politico venendo eletto alla carica di consigliere comunale a Castel San Pietro fra le fila del Partito liberale radicale. Massimo Bossi, presidente della locale sezione Plr, lo ricorda così: «Stefano era un uomo del paese e coinvolto in una quantità importante di associazioni, sensibile ai temi ambientali proveniva da una famiglia sempre attiva nell’agricoltura di origini bergamasche, il papà Franco e la mamma Rosa, inseriti molto bene qui a Castello, in una più ampia e importante comunità di viticoltori. Stefano è cresciuto a Castello, dove, dopo essere rientrato da una breve esperienza abitativa a Mendrisio, aveva acquistato una casa colonica a Obino. Una sensibilità e amabilità verso gli altri invidiabile, Stefano era sempre pronto a organizzare eventi, anche il Carnevale con la Castello Bene, sempre presente alle feste di quartiere, una persona benvoluta, che tutti conoscevano. Da sempre impegnato politicamente e con una conoscenza del territorio che pochi hanno. Un uomo molto pratico che aveva sempre una soluzione per tutto, anche nelle varie commissioni sapeva andare al di là del puro messaggio e affrontare le problematiche in modo intelligente. Era molto attaccato al territorio e solo recentemente avevo scoperto che faceva anche volontariato a favore di giovani con casi sociali problematici».
Molte le manifestazioni a cui prendeva parte, dalla Sagra dell’Uva a San Martino, dal Club del tappo fino al Palio di Mendrisio, dove una foto, al termine della tradizionale corsa degli asini, lo ritrae sorridente con una coppa in mano.