Le entrate straordinarie hanno permesso alla Città di ribaltare le previsioni. Ma il sindaco Samuele Cavadini richiama alla prudenza
Alla resa dei conti il 2024 a Mendrisio sarà ricordato come l'anno degli... ‘extra’. A fare la differenza, finanziariamente parlando, sono state infatti le entrate straordinarie. Una iniezione di capitali di sicuro sufficiente per permettere all’amministrazione di chiudere i Bilanci consuntivi ampiamente nelle cifre nere e scacciare le nubi all'orizzonte che annunciavano, per contro, un disavanzo da profondo rosso (di 3,6 milioni). Come preannunciato in occasione dell'ultimo Consiglio comunale dal sindaco Samuele Cavadini, l'avanzo registrato supera i 4,8 milioni. Un risultato che restituisce finanze sane, ma davanti al quale il Municipio non intende allentare la presa sul controllo della spesa. Una marcatura a vista che ha dato modo, peraltro, di contenere le uscite rispetto a quanto preventivato. Ciò che però ha davvero sovvertito le previsioni sono alcune voci, appunto, straordinarie. È il caso delle imposte alla fonte, lievitate assieme al numero di lavoratori frontalieri - che nel quarto trimestre dell'anno scorso hanno oltrepassato quota 11mila - sino a quasi 13 milioni. Ed è il caso delle sopravvenienze di imposta, che hanno portato nelle casse 9,1 milioni; ovvero oltre 6 milioni in più di quanto prospettato. O ancora delle imposte comunali suppletorie, che hanno ridato un maggior incasso di 1,4 milioni.
Tutti numeri, quelli elencati, che potrebbero indurre all’euforia. Dalle parti di Palazzo civico, però, non si possono perdere di vista gli scenari, non del tutto rassicuranti, delineati dal Piano finanziario; né si possono trascurare le incognite economiche. Quanto basta per tenere i piedi ben saldi a terra e indugiare alla prudenza, anche nel soppesare le entrate fiscali. Come dire che non sembra esserci margine per un allentamento della pressione fiscale - oggi al 77 per cento -, così come auspicato di recente dalla Lega dei ticinesi. Il messaggio che arriva dall'Esecutivo è chiaro: per ora il moltiplicatore non si tocca.
La Città, in ogni caso, ricomincia da un bilancio solido. E non è poco. Ritrovarsi fra le mani certe cifre è stata una bella sorpresa. «In effetti, guardiamo ai Consuntivi 2024 con un certo stupore – ci conferma il sindaco Cavadini –. Ma va contestualizzato – avverte subito –. In questi ultimi tre anni abbiamo chiuso i conti in positivo – di 863mila franchi nel 2002 e di 131mila nel 2023, ndr –, ma veniamo, va ricordato, da una serie negativa. Inoltre, la proiezione futura è piuttosto impegnativa e il contesto con cui siamo confrontati è in chiaroscuro. In altre parole, è bene rimanere un po’ sul chi vive».
Del resto, al tavolo del Municipio non si può trascurare che, senza quegli ’extra‘, tirate le somme ci si sarebbe trovati di fronte a un deficit di 2,7 milioni, inferiore rispetto a quanto indicato nei Preventivi, ma comunque tale. Al di là di chi vede il bicchiere mezzo pieno (e chi mezzo vuoto), anche in questo caso vi è chi rimprovera una eccessiva prudenza nel calcolare le potenziali entrate. Prendiamo, ad esempio, le sopravvenienze che arrivano dal passato fiscale del Comune. «Su indicazione della stessa autorità cantonale – ci spiega il sindaco –, nell'anno della pandemia abbiamo sottostimato il gettito. In realtà, abbiamo visto che l'economia ha tenuto più di quanto ci si potesse immaginare. Non solo, sono arrivate nuove aziende. E il gettito è cresciuto, persino in barba alle riforme fiscali». Le entrate fiscali, in particolare delle persone giuridiche appunto, sono state rivalutate e le ricadute oggi sono evidenti. Anche il capitale proprio riprende ossigeno, passando dai quasi 33 milioni e mezzo del 2023 ai 38,6 milioni del 2024.
Non di meno aver governato la spesa pubblica - «che non ci è sfuggita di mano e sulla quale abbiamo fatto pressione» - ha sortito, altresì, i suoi effetti. Allo stesso modo ci si è contenuti negli investimenti - al netto di 6 milioni e 881mila franchi -, inferiori rispetto al 2023 (con 7,1 milioni). Si riconfermano invece come una voce importante (e che sfugge al governo della Città), i contributi dovuti al Cantone, a cominciare dalla politica degli anziani. Di controcanto, tra i ricavi, per il 2024 si può annoverare il versamento giunto dal Casinò Admiral, di 1,66 milioni. La casa da gioco, infatti, ha superato la soglia di 71 milioni del prodotto lordo dei giochi.
Consapevole degli scenari economici attuali, la Città non rinuncia comunque a costruirsi un futuro. Il Municipio ha fatto sapere di essere pronto, a breve, a presentare la sua strategia di marketing territoriale, messa a punto con una azienda del settore proprio, si ribadisce nel messaggio che accompagna i Consuntivi 2024, con l'intento di "meglio mettere in evidenza i punti di forza che consistono nel fidelizzare gli attuali cittadini e aziende, nonché di attrarne di nuovi". E adesso si può partire con una campagna mirata, che farà leva su un portale ad hoc e materiale promozionale.
Senza trascurare la digitalizzazione in corso, a proposito di progetti ci si accinge a stringere i tempi pure sulla pianificazione logistica della rete Ecam, Ente case anziani Mendrisiotto. Allestito un masterplan, lo si è già condiviso con il Cantone, il quale, come si legge nero su bianco, ha preavvisato "favorevolmente l’autorizzazione preliminare alla progettazione della casa per anziani Torriani 3". Adesso Esecutivo ed Ecam stanno lavorando al dossier, che sfocerà in un concorso di progettazione per la nuova struttura.
In cima alla lista c’è pure l'impegno a dare forma a un ente di diritto pubblico per la gestione delle Aim, le Aziende industriali. E anche qui l’autorità cittadina conferma di essere all'opera. Il gruppo di lavoro, si chiarisce, "si è costituito nel corso dell’estate 2024". Quanto al Municipio ha "fissato l’obiettivo del primo gennaio 2026 per la costituzione del nuovo ente".
A questo punto con quale spirito la Città di Mendrisio guarda avanti? «Possiamo dire di avere una economia che ci sostiene e dà buoni risultati. Sull'avvenire, comunque, restiamo guardinghi: non siamo immuni dalla situazione internazionale. In ogni caso Mendrisio qualcosa da dire ce l'ha. È una realtà dove fare impresa e vivere. E i numeri ci danno ragione. In dieci anni – tra il 2011 e il 2022, ndr – siamo cresciuti – per numero di imprese e posti di lavoro, ndr – e la nostra economia ha dimostrato di essere diversificata e di possedere una sua resilienza». Uno scenario, insomma, più che incoraggiante. L'importante, si fa capire, è non montarsi la testa.