Il Consiglio comunale ha votato una risoluzione promossa dal gruppo Morbio 2030. Una voce contraria in più nel Distretto
Nel Mendrisiotto si alza una nuova barriera contro il potenziamento dell'autostrada fra Lugano e Mendrisio, il cosiddetto progetto PoLuMe, e la creazione di una corsia dedicata ai Tir fra Coldrerio e Balerna. Come già manifestato da diversi Comuni nel 2022, anche Morbio Inferiore ha deciso di far sentire la sua voce contraria alle opere messe in campo da Ustra, l'Ufficio federale delle strade. Con una risoluzione votata il 26 maggio scorso a maggioranza – 16 i favorevoli, 5 i contrari, 3 gli astenuti –, il Consiglio comunale ha voluto lanciare, infatti, un nuovo segnale all'indirizzo delle autorità superiori, aderendo alla risoluzione presentata da Morbio 2030. Alla prova dell'alzata di mano il gruppo, che in una nota esprime tutta la sua "soddisfazione", ha trovato il sostegno di Lega-Udc e di alcuni esponenti del Centro, tra cui si contavano tre cofirmatari della proposta.
Cosa ha motivato i promotori e il legislativo stesso a uscire allo scoperto? Innanzitutto, la valanga di ‘no’ che il 24 novembre scorso il popolo ha rovesciato sui piani federali di ampliare ulteriormente la rete delle strade nazionali, contestando in particolare i progetti di sei tratti autostradali nella Svizzera tedesca e francese. In quell'occasione la bocciatura di Mendrisiotto e Basso Ceresio è stata compatta, quanto a Morbio Inferiore la percentuale di voti contrari è stata del 63,53%. In altre parole, la strategia Ustra non ha certo fatto breccia da queste parti, come testimonia pure il ricorso depositato al Tribunale amministrativo federale dai Municipi di Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio contro l'area di sosta dei camion lunga 1'800 metri a lato dell'A2.
Non solo, "i cantieri decennali, l'aumento del traffico, l'inquinamento fonico, atmosferico e ambientale che queste opere comporterebbero per il nostro territorio e per la nostra popolazione – ricorda Morbio 20230 – mostrano come questi investimenti – per il PoLuMe si parla di 1,8 miliardi di franchi, ndr – siano controproducenti e privi di una visione lungimirante e d'insieme". Insomma, davanti a questa alzata di scudi "è giunto il momento – chiosa il gruppo politico – che le autorità cantonali e federali lo riconoscano".