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Basso Mendrisiotto, il dossier arriverà la prima settimana di settembre

Il documento aggregativo sarà presentato a Municipi e Consigli comunali. A Chiasso Marco Ferrazzini propone di prendersi più tempo

La discussione è aperta
(Archivio Ti-Press)
17 giugno 2025
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La prima settimana di settembre segnerà un punto di svolta per l'aggregazione del Basso Mendrisiotto. Sarà proprio in quei giorni che i Municipi e i Consigli comunali dei cinque Comuni coinvolti – Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo – prenderanno visione per la prima volta del dossier aggregativo. Ad annunciarlo, durante la seduta di Consiglio comunale di lunedì, è stato il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni. «Stiamo finendo il rapporto finale – ha spiegato –. A Chiasso verrà presentato il 1° settembre a Esecutivo e Legislativo. In quell'occasione i membri del Consiglio comunale potranno fare delle osservazioni che condivideremo con i coordinatori dello studio». Il passo successivo sarà un messaggio municipale che «verrà sottoposto in votazione consultiva sia tra i municipali che tra i consiglieri comunali». Da questi esami arriveranno le prime risposte. «È chiaro che se in un qualche Comune dovesse esserci una forte maggioranza contraria, bisognerà valutare il da farsi – ha ammesso Arrigoni –. I tempi sono ristretti: se tutto andrà come da programma, il rapporto verrà esaminato dal Consiglio di Stato che fisserà la data della votazione consultiva, nel corso dell'autunno 2026».

Il nodo delle finanze

Ad animare, già da tempi non sospetti, la discussione, è soprattutto la situazione finanziaria di Chiasso. «Attualmente c’è un po’ di negatività nei nostri confronti – è stata l'analisi del sindaco –. Come Municipio ce la stiamo mettendo tutta per applicare le misure di risparmio che abbiamo introdotto». Misure presentate «in modo molto trasparente» anche nel corso di un recente incontro con sindaci, capidicastero Finanze e responsabili dei servizi finanziari dei Comuni coinvolti. «Se valutiamo l'asse temporale 2028-2030 non siamo peggiori degli altri, anzi, abbiamo molti meno investimenti previsti rispetto ad altri. È chiaro – ha sottolineato il sindaco di Chiasso – che il nostro problema è il 2025 e un Preventivo che dobbiamo migliorare e che sulla carta è molto negativo (il disavanzo stimato è di 5,8 milioni)». In vista dell'autunno «sarà importante cercare di stimolare più gente possibile a votare perché è fondamentale per la nostra regione. L'opportunità di investimento di un comune aggregato di ventimila persone sarà di circa 18 milioni di franchi all'anno. Non dovesse andare in porto, vedo molto difficile una futura aggregazione nei prossimi 20 anni».

‘Rinviamo il voto di un anno o due’

Il dibattito è entrato nel vivo. E una prima prova la si è avuta con le parole di Marco Ferrazzini (Us-I Verdi). « I nostri vicini conoscono benissimo la situazione finanziaria di Chiasso... Basta avere un po' di naso politico e vivere il territorio per capire che le possibilità di successo nel 2026 sono illusorie – sono state le parole dell'esponente del gruppo Us-I Verdi –. Un voto negativo sarebbe un vero disastro perché per anni non ne parleremmo più e Chiasso si troverebbe da sola con una situazione finanziaria non sostenibile». Da qui la proposta al Municipio e alle forze politiche «di rinviare la votazione di un anno o due. Non per tirare in là ma per rivedere la discussione sotto l'aspetto della verità ovvero che il progetto aggregativo serva a Chiasso per salvarsi. Se la cittadina dovesse fallire, le conseguenze saranno disastrose anche per gli altri». Le reazioni sono arrivate dal Plr. Daniele Godenzi si è detto «non così preoccupato» perché «Chiasso ha grosse potenzialità di risparmio, certo è che bisogna lavorarci e avere il coraggio per metterle in atto». Per Luca Maghetti un'aggregazione non è solo questione di moltiplicatore. «Lo si è visto a Balerna con il gruppo che ha sconfessato sindaco e Municipio». In conclusione il sindaco Bruno Arrigoni ha detto che «se chi è vicino alla politica è dubbioso è perché fondamentalmente ha paura della votazione della sua popolazione, che potrebbe anche dire no». La discussione è più che mai aperta.