Ocst-Docenti esprime ‘grande rammarico’ per la sentenza del Tram sul caso. Allievi manipolati? C'è un precedente. Ma era finita diversamente
Era già successo. In un passato lontano – correva l'anno 1942 – in Svizzera, a Rorschach, un gruppo di allievi (anzi di allieve) si era già mobilitato a difesa di un docente. E anche allora era stato accusato di essere manipolato. Pari pari come è successo a Scintilla studentesca nel mettersi al fianco dell'ormai ex professore di elettrotecnica della Spai di Mendrisio, Roberto Caruso, il cui licenziamento dopo 35 anni di lavoro, confermato da una sentenza del Tribunale cantonale amministrativo (Tram), è divenuto definitivo. Una presa di posizione, quella dei ragazzi dell'Istituto, coraggiosa, ribadita, di recente, in una missiva indirizzata al Consiglio di Stato, che sin qui non ha ricevuto risposta.
È il sindacato Ocst-Docenti, rammaricato per l'epilogo della vicenda, a riaprire il libro della memoria e a portare alla luce quell'inatteso precedente. A distanza di 83 anni, rimarca Ocst-Docenti, "stupisce innanzitutto notare come il sostegno e l’apprezzamento espresso da allievi ed ex allievi del docente, molti dei quali maggiorenni, siano stati letti come segni di manipolazione, senza tuttavia addurre alcuna prova a sostegno di tale grave addebito". All'epoca almeno, si ricorda, una inchiesta amministrativa aveva fatto chiarezza e confermato "la piena indipendenza e responsabilità delle allieve", 14enni. Nel caso del Centro professionale tecnico (Cpt), invece, "non è neppure stato possibile difendersi da un’ignominiosa accusa non comprovata", si annota nella presa di posizione. In altre parole, "un docente, quando è criticato dagli allievi, è quasi naturalmente e spontaneamente ritenuto già colpevole, quando invece è apprezzato, difeso e sostenuto da essi, viene comunque ritenuto colpevole, e paradossalmente proprio a causa di questo stesso sostegno".
Tornando alla decisione del Tram, questa appare "praticamente inoppugnabile". Come già fatto osservare dal legale dell'insegnante, avvocato Stefano Fornara, a laRegione, la Lord, la Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, permette di disdire un contratto per "qualsiasi circostanza oggettiva o soggettiva". Di conseguenza, si osserva, "garantisce al datore di lavoro un notevole margine di apprezzamento circa la rottura o meno del rapporto di fiducia".
Ecco per un sindacato che affianca docenti in difficoltà, si rimarca, "risulta difficile capire come sia stato possibile che per il professor Roberto Caruso, con il quale non è mai emerso un problema con allievi e famiglie, non si siano approfondite le cause all’origine della sua ‘insistenza e insubordinazione’ attraverso una chiara procedura di accertamento indipendente dei fatti, definendo precisamente le responsabilità dei vari attori e agendo di conseguenza". A questo punto, il licenziamento, che colloca l'insegnante "suo malgrado in compagnia di pochissimi docenti licenziati negli ultimi anni in Ticino per motivi ben più gravi e documentati, non dimostra nei suoi riguardi né il rispetto che gli è stato richiesto unilateralmente, né la proporzionalità nei provvedimenti applicata solitamente in una gestione delle risorse umane pienamente degna di questo nome".
Non di meno Ocst-Docenti, si assicura, continuerà "con determinazione" a battersi in nome di "una valida politica del personale, degna di questo nome".