Un’interrogazione di Plr, Centro, Ps, Udc, Verdi e Avanti (primo firmatario Patrick Rusconi) suggerisce come e quanto i due progetti si possano completare
Cosa c’entrano tra di loro la copertura parziale dell’A2 Alto Vedeggio (Pav) e la realizzazione del nuovo ospedale nella zona della Saleggina a Bellinzona? All’apparenza poco, ma non per tutti. Anzi. Un’interrogazione al Consiglio di Stato con primo firmatario il liberale radicale Patrick Rusconi e sostenuta da esponenti di Plr, Centro, Ps, Udc, Verdi e Avanti suggerisce che questi progetti vadano di pari passo.
La base di partenza è l’intervista a ‘laRegione’ con cui il direttore della sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori Nicola Bagnovini aveva lamentato la situazione critica del loro settore. Una situazione richiamata anche dal testo dell’interrogazione: “Dopo gli investimenti pubblici record nel 2022 e nel 2023 (mai nella storia del Cantone Ticino si erano superati i 300 milioni), si è registrato un calo con un ritorno a livelli di investimento inferiori. Inoltre, a medio termine, non si intravedono progetti di grande rilevanza che possano supportare questo fondamentale settore della nostra economia. Questo scenario potrebbe determinare un rallentamento dell’economia, una riduzione del personale impiegato nel settore e per alcune imprese di costruzione anche l’eventualità di una chiusura. Tuttavia, non sono solo le imprese del settore edile a essere colpite, ma l’intero sistema economico del cantone. In momenti di recessione, investire è fondamentale”.
Convinti di questo, Rusconi e cofirmatari rilevano come ci siano appunto due grandi opportunità al momento: il progetto Pav sull’A2 e l’ospedale in zona Saleggina. A loro avviso, “se questi due progetti venissero sviluppati in sinergia, potrebbero apportare importanti benefici all’ambiente, al territorio, alla socialità e all’economia, contribuendo oltretutto alla risoluzione di problematiche significative”. Per la zona Saleggina, ad esempio, “le possibili problematiche di dezonamento in concomitanza al tema compensi agricoli potrebbero trovare una soluzione proprio nel progetto Pav che a sua volta rappresenterebbe un’opportunità straordinaria per la riqualifica del nostro territorio. A trarne beneficio sarebbero quindi il territorio, l’ambiente, l’edilizia, l’economia e anche opere di utilità pubblica come il nuovo ospedale”.
Il Pav, rimarcano gli interroganti, “è una sfida senza precedenti, ma le sue implicazioni potrebbero avere risvolti straordinari. Gli aspetti legati a questo progetto potrebbero infatti innescare un vero e proprio processo di economia circolare, dove gli interessi pubblici e privati potrebbero interagire in modo sinergico con quelli ambientali, sociali e territoriali”.
Il sostegno socialista e verde all’interrogazione si nota anche perché “il territorio riconquistato è una risorsa straordinaria che potrà essere impiegata come compenso agricolo a beneficio non solo dell’ambiente ma anche di tutti quei progetti di utilità pubblica che dovessero necessitarne. Questo concetto, facilmente intuibile e anche quantificabile, dovrebbe essere inserito nel ‘bilancio’ complessivo del progetto Pav”. Tra gli aspetti positivi che potrebbero e dovrebbero essere contabilizzati in questo ‘bilancio’, si evidenziano “il riutilizzo degli inerti, la perequazione urbana e il compenso agricolo, il valore aggiunto, la qualità di vita, l’attrattiva, la riqualifica territoriale, gli aspetti ambientali, l’innovazione, l’indotto diretto e indiretto e le positive ricadute economiche e congiunturali a cui seguiranno nuovi posti di lavoro e nuove opportunità imprenditoriali”.
In caso di realizzazione del Pav, per i firmatari interpartitici dell’interrogazione “l’opera permetterà di recuperare ettari di area verde. La convenzione firmata nel marzo 2022 è storica, poiché segna un passaggio di testimone: in pratica il Cantone, tramite il Dipartimento del territorio, coordinerà un progetto nato dal basso, proposto dai Comuni di Monteceneri e Mezzovico-Vira per la copertura parziale del tratto autostradale che li attraversa. Insomma, se era un sogno nel cassetto, ora ci potrebbero essere le condizioni per trasformarlo in realtà”.
L’obiettivo, si legge ancora nel testo dell’atto parlamentare, “è quello di salvaguardare e riqualificare il nostro territorio con un concetto simile alla copertura e al rimodellamento del territorio che sarà realizzato ad Airolo”. Un progetto che Rusconi e cofirmatari ricordano che era stato definito “virtuoso da più punti di vista” dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali.
Ciò che è ancora importante sottolineare, “e che differenzia il Pav da altri progetti”, per i proponenti è “proprio il suo potenziale di rifinanziamento. Pav è infatti un progetto non fine a sé stesso ma effettivamente rifinanziabile, utile alla riqualifica del nostro territorio e prezioso come compenso agricolo. Il territorio verde recuperato e in parte destinabile all’agricoltura, rappresenterebbe un patrimonio per l’intero cantone e per opere di utilità pubblica che necessitassero di compensi agricoli. Parte delle risorse utili al finanziamento dell’opera potrebbero quindi essere garantite proprio attraverso gli inerti e il compenso agricolo”.
Dopo tanto argomentare, si va al sodo: le domande. “Il Dipartimento del territorio e il Dipartimento delle finanze come valutano le potenzialità intrinseche al progetto Pav?”, cominciano Rusconi e cofirmatari. Che continuano chiedendo anche come Ustra valuti questo progetto, e se il Dt abbia intrapreso altri passi dopo la firma della convenzione. Trova spazio anche uno dei punti principali dell’interrogazione, cioè il recupero di ettari di terreno, chiedendo se potrebbe essere utilizzato come eventuale compensazione anche per il progetto Saleggina”, in quanto tempo potrebbe essere realizzata l’opera e, in generale, quali saranno i prossimi passi.