L'associazione Libertà, energia, ambiente (Lea) scrive al Consiglio di Stato sostenendo la mozione Giezendanner. Gianini (Plr) favorevole, Storni (Ps) sni
Passo del Gottardo aperto tutto l'anno o, quantomeno, prolungarne il periodo di percorribilità? Il Consiglio di Stato si faccia promotore presso le Autorità federali per approfondire e sostenere questa possibilità. A chiederlo, con una lettera inviata al governo cantonale, è Libertà, energia, ambiente (Lea), l'associazione d'area del Plr. Una lettera con cui, “nel rispetto di precise condizioni volte a garantire la sostenibilità ambientale e la tutela delle comunità locali”, si suggerisce di dare un'accelerata di quelle serie a quanto già a Berna si sta muovendo.
L'apertura, per Lea, deve tener conto “dell'esclusione del traffico pesante, avere un accesso contingentato per il traffico leggero con regolazioni che consentano un flusso sostenibile, un monitoraggio ambientale e infrastrutturale, il sostegno alle economie locali e una stretta collaborazione con MeteoSvizzera e il Centro neve e valanghe Wsl di Davos”.
In attesa della risposta del Consiglio di Stato, da Berna la reazione del consigliere nazionale liberale radicale Simone Gianini, contattato da laRegione, arriva a stretto giro: «Saluto positivamente che anche in Ticino ci si muova, perché non può essere un tema trattato solo a livello federale, visto che sarebbe il nostro cantone a trarne il vantaggio maggiore», afferma in entrata. Gianini, lo ricordiamo, è tra i 60 firmatari della mozione di Benjamin Giezendanner (Udc/AG), che va nella direzione ora sostenuta anche da Lea: aprire la strada nazionale del Passo tutto l'anno. Per renderla percorribile senza interruzioni da dicembre a gennaio servirebbero ovviamente numerosi lavori. Si parla della costruzione di paravalanghe, coperture parziali e nuovi raccordi.
Secondo una stima dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), pubblicata dalla ‘Sonntagszeitung’ contestualmente alla notizia dell’inoltro della mozione, servirebbero circa 300 milioni. Un importo che il depositario dell'atto parlamentare definisce "relativamente basso", se lo si paragona ad esempio ai 2 miliardi necessari per la seconda canna, attualmente in fase di realizzazione, o ad altri progetti previsti da Ustra in altre parti della Svizzera. Un recente sondaggio effettuato dal ‘Blick’ ha tuttavia mostrato come la maggioranza degli intervistati sarebbe però contraria a una simile misura. «Non sorprende, visto che a essere stati interpellati, come troppo spesso accade, sono stati unicamente svizzero-tedeschi e romandi», osserva Gianini, il quale aggiunge che «proprio per questo ha un alto valore strategico che l’idea sia stata rilanciata in Parlamento da un collega argoviese e sottoscritta da una sessantina di deputati da un po’ tutta la Svizzera».
Riferendosi all’interesse in Ticino da parte di Lea, Gianini sottolinea come sia «altrettanto positivo che vengano anticipate alcune possibili problematiche». Ad esempio, precisando che «se si riesce perlomeno ad arrivare a una chiusura ritardata e un'apertura anticipata sarebbe già positivo, pensando soprattutto alle colonne per le vacanze tardoautunnali e a quelle pasquali che mettono sotto pressione il transito al Gottardo». Per il deputato ticinese, quanto ora indicato da Lea «va pure incontro alle preoccupazioni espresse da Pro Alps (già Iniziativa delle Alpi, ndr), perché il tema dei veicoli pesanti deve ovviamente essere tenuto sotto controllo. Lo fa peraltro anche la mozione Giezendanner, che preconizza appunto di investire i soldi necessari anche per opere di aggiramento e aumento della sicurezza attorno ai paesi del Canton Uri oggi interessati dal traffico di transito».
Su un’altra fonte di preoccupazione, vale a dire il possibile aumento della capacità, Gianini è netto: «Lo scopo è quello di scongiurare che in caso di chiusura del tunnel il Ticino resti isolato, rispettivamente di gestire meglio i periodi di grande traffico tramite una strada che già esiste e in estate è a pieno carico, di modo che non si può parlare di aumento di capacità». Beninteso, conclude Gianini, «un aumento di capacità, che la medesima maggioranza degli intervistati dal Blick ha invece indicato di accogliere favorevolmente mediante l’utilizzo di tutte e quattro le corsie del futuro doppio tunnel del San Gottardo, oltre a essere in contrasto con quanto deciso con il voto popolare del 2016, avrebbe ben altro impatto sul traffico già congestionato del Sottoceneri, in particolare del Mendrisiotto, e per questo è da evitare».
Tra i firmatari della mozione Giezendanner c'è anche Bruno Storni, consigliere nazionale del Ps, il quale commenta che «realisticamente l’apertura tutto l’inverno è difficilmente realizzabile e finanziabile». Ma qualcosa si può fare, e «preciso che avevo sostenuto la proposta soprattutto per poter valutare la possibilità di anticipare l’apertura del Passo di circa un mese con l'obiettivo di ridurre le colonne per il periodo pasquale considerando che da tempo l’innevamento diminuisce e diminuirà ancora». Chiaramente, «senza mezzi pesanti come propone Lea». Ad ogni modo, per Storni «sarebbe comunque un cerotto che, come vediamo quando il Passo è aperto, non risolve il problema colonne. Le soluzioni sono la ferrovia, che è anche più veloce, e meno turismo di massa».