Ticino

Eit.ticino: ‘Preoccupa la carenza di manodopera e il calo degli investimenti’

Tanti i temi approfonditi durante l’assemblea dell’associazione di categoria dei professionisti del settore elettrico, tra bilanci e sfide future

‘I risparmi negli investimenti di oggi non faranno altro che tradursi in spese superiori in prospettiva futura’
(Ti-Press)
22 maggio 2025
|

È un’annata “a tinte sfocate” quella registrata dall’associazione di categoria dei professionisti del settore elettrico Eit.ticino, riunitasi ieri sera in assemblea a Lugano, rispetto alla congiuntura nei comparti principali dell’edilizia in generale. E questo a fronte di “una certa stabilità nell’edilizia privata”. Sempre accentuata, invece, “la frenata degli investimenti da parte del settore pubblico nell’ambito degli appalti pubblici”.

Sono tanti i temi affrontati durante i lavori assembleari di ieri. E non mancano critiche rispetto all’operato della politica. “Sconcertante – si legge in effetti in una nota dell’associazione di categoria – è stata la decisione di ridurre gli investimenti per riequilibrare i conti dello Stato. In un periodo in cui sarebbe strategico sostenere l’economia attraverso progetti infrastrutturali che potessero stimolare l’occupazione e la crescita, il parlamento – viene rimproverato – ha invece optato per una restrizione che a lungo termine rischia di avere ripercussioni sul tessuto economico regionale, oltre che contribuire alla creazione di un debito occulto”. Tant’è, sottolinea il comunicato, che “i risparmi negli investimenti di oggi non faranno altro che tradursi in spese superiori in prospettiva futura”.

Tema di discussione, anche il mercato del lavoro che, scrive Eit.ticino, “sta vivendo una fase di cambiamento generazionale”. Cambiamento che, per l’associazione, “rappresenta una delle sfide più importanti per le aziende”. A preoccupare, la carenza di manodopera “dovuta in larga parte al passaggio in massa alla terza età della generazione dei baby boomers e a una marcata denatalità”. La sostituzione di questo gran numero di persone, si constata, “si sta dimostrando già oggi piuttosto complicata”. A confermare queste tendenze anche i dati dell’Ust, l’Ufficio federale di statistica, citati nella nota. Dati che mostrano che “l’offerta di manodopera indigena si ridurrà di circa 297mila unità a tempo pieno entro il 2035”. A questo proposito, per l’associazione, “la formazione professionale continua e superiore gioca un ruolo fondamentale affinché anche in futuro si possano formare dei professionisti per garantire la continuità nelle e delle aziende”.