Il deputato del Centro e avvocato Gianluca Padlina interpella il Consiglio di Stato anche su procedura e conseguenze dell’annunciato arrocco
La partecipazione di ieri del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025-2026 “è stata preannunciata al presidente del Tribunale d’appello e a tutti i membri del Consiglio di Stato?”. Il fatto che Zali si sia presentato a magistrati e avvocati “quale nuovo direttore del Dipartimento delle istituzioni era noto a tutti gli altri membri del governo, oppure hanno dovuto apprenderlo dalla stampa?”. Sono solo alcune delle domande poste al Consiglio di Stato, tramite un’interpellanza appena, depositata dal deputato del Centro e avvocato Gianluca Padlina. Sullo sfondo dell’atto parlamentare c’è l’annunciato scambio di Dipartimenti fra i due ministri leghisti Zali e Norman Gobbi, con quest’ultimo alla testa del Territorio e l’ex giudice a quella delle Istituzioni. Sull’arrocco, come comunicato nel pomeriggio dallo stesso Consiglio di Stato, si attende ancora la decisione del governo.
Ed è anzitutto sugli aspetti procedurali che Padlina, già presidente dell’Ordine ticinese degli avvocati, si sofferma e lo fa in maniera dettagliata. “Dopo le elezioni cantonali del 5 aprile 2023, sul Foglio ufficiale nr. 69 del 7 aprile 2023 il Consiglio di Stato – ricorda fra l’altro il parlamentare del Centro – ha pubblicato la risoluzione governativa del 6 aprile 2024 relativa alla suddivisione dei Dipartimenti, adottata dopo la cerimonia di insediamento per la legislatura 2023-2027. Secondo quanto sancito dall’articolo 69, capoverso 2, della Costituzione cantonale, per ogni decisione del Consiglio di Stato occorre, di principio, la maggioranza assoluta dei suoi membri – ovvero il voto di 3 membri su 5 –, la norma precisa tuttavia che per ogni revoca, sospensione o modifica di atti individuali e concreti occorre il voto concorde di almeno 4 membri”.
Argomenta ancora Padlina: “Il testo dell’art. 69, cpv. 2, Cost. cant. corrisponde, invariato, al testo dell’art. 18 cpv. 2, del Regolamento sull’organizzazione del Consiglio di Stato e dell’Amministrazione (RCdSA). Visto e considerato che, (a) conformemente a quanto stabilito dall’art. 5 cpv. 2 RCdSA, la suddivisione della titolarità dei Dipartimenti è stata stabilita all’inizio della legislatura (cfr. risoluzione governativa del 6 aprile 2023, pubblicata su Foglio ufficiale nr. 69 del 7 aprile 2023, pag. 6) e (b) la norma in questione non prevede alcuna possibilità di ulteriore riattribuzione dei Dipartimenti nel corso di una legislatura, se non in caso di elezione complementare, se ne dovrebbe necessariamente dedurre che un’eventuale decisione di riattribuzione della titolarità della conduzione dei Dipartimenti richiami l’esigenza che il Consiglio di Stato disponga la revoca e/o la modifica della risoluzione governativa relativa alla ripartizione dei Dipartimenti adottata all’inizio della legislatura”. Il tutto “con la conseguenza per cui l’eventuale (nuova) decisione di ripartizione dei Dipartimenti non possa essere adottata a maggioranza semplice ma richiami l’esigenza della maggioranza qualificata in virtù dei combinati disposti di cui agli art. 69 cpv. 2 Cost. cant. e 18 cpv. 2 RCdSA”.
Detto della procedura, Padlina pone al governo una serie di quesiti, oltre a quelli di cui abbiamo riferito in apertura. Fra le domande: “Quali motivazioni stanno alla base della proposta di procedere a una riassegnazione della titolarità dei Dipartimenti delle istituzioni e del territorio?”. Le motivazioni “sono legate a problemi di conduzione di determinati dossier in seno ai due Dipartimenti e/o all’incapacità di dialogare in maniera costruttiva con altre autorità, in particolare con il Gran Consiglio e con i Comuni?”. Ai quadri dirigenti, ai membri degli staff personali dei due consiglieri di Stato e/o ad altri dipendenti dei due Dipartimenti “sono state indirizzate comunicazioni sulle conseguenze legate alla riattribuzione della titolarità dei due Dipartimenti?”. E ancora: “Quanti e quali dipendenti sono stati informati prima della decisione?”. Altro importante quesito di Padlina al Consiglio di Stato: in caso di arrocco convalidato dal governo, “chi avrà il compito e la responsabilità operativa e politica di preparare le parti del Preventivo 2026 che riguardano i Dipartimenti del territorio e delle istituzioni (con eventuali misure di risparmio)? Gli attuali direttori o i direttori che prenderanno la conduzione dei Dipartimenti dall’ottobre 2025?”.