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Aiuti cantonali ai media, in commissione i numeri sono sul filo

I rapporti di Isabella (favorevole) e Bühler (contrario) sono stati firmati oggi. A causa di alcune assenze, non sono ancora di maggioranza o minoranza

Parola al Gran Consiglio
(Ti-Press)
3 giugno 2025
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Il dossier sugli aiuti cantonali ai media locali sta per sbarcare in Gran Consiglio. Oggi, infatti, in commissione ‘Economia e lavoro’ si è proceduto alla firma dei due rapporti anche se, a causa di alcune assenze, nessuno ha ancora la maggioranza. Se ne saprà di più entro l'inizio della prossima settimana, ma comunque sia la certezza è che il margine sarà risicatissimo sia in commissione, sia in parlamento.

Il rapporto di Claudio Isabella (Centro), cui aderiscono oltre i centristi il Ps, i Verdi e Amalia Mirante (Avanti) chiede, al contrario di quanto fa il Consiglio di Stato, di non ritenere evasa la mozione con cui nel 2020 Lorenzo Jelmini (Ppd, ora Centro), Marco Noi (Verdi), Tatiana Lurati-Grassi (Ps), Amanda Rückert (Lega) e Alessandro Speziali (Plr) avevano chiesto al governo, appunto, di sostenere i media presenti in Ticino (Rsi esclusa, avendo già il canone) in un periodo di grande difficoltà tra pubblicità in calo e costi in aumento.

‘Un problema serio che va affrontato’

Nel rapporto di Isabella si sottolinea come questa difficoltà “sia un problema serio e che va affrontato. È necessario garantire la pluralità dell'informazione, assicurando che sia di qualità, originale e di prossimità, caratteristiche che sono messe in serio pericolo”. Per garantire tutto questo Centro, Ps, Verdi e Mirante chiedono al governo “di attivarsi concretamente elaborando misure di sostegno da adottare in favore di tutta la carta stampata regionale, per un periodo iniziale di quattro anni e un importo indicativo annuo di 500mila franchi. Inoltre, come già fatto con gli enti parapubblici, si chiede di sensibilizzare il Consiglio federale sull'importanza di collocare inserzioni pubblicitarie sulla stampa cartacea ticinese”. Questo perché “la diminuzione dell'accesso all'informazione locale, specifica del territorio, è fondamentale per una comunità informata”. E “il contenuto delle informazioni della carta stampata, come gli approfondimenti, le visioni critiche, le opinioni, la cronaca locale, il settore internazionale, lo sport è ben diverso da quello fornito dall'informazione gratuita su determinati siti. Bisogna – scrive Isabella – contestualizzare la differenza di base tra varie fonti e avere ben chiaro il valore caratteristico e importante che la stampa fornisce”.

‘Sarebbe indebolita la libertà editoriale’

Il rapporto contrario, stilato dal democentrista Alain Bühler e sottoscritto da Udc, Plr (non all'unanimità) e Lega va nella direzione opposta. Nel senso che, considerando quanto si sta muovendo a Berna a livello di aiuti, chiede di ritenere evasa la mozione di Jelmini e cofirmatari. Anche perché “l'indipendenza dei media è un pilastro della democrazia. Ogni misura di sostegno pubblico, anche se indiretta, comporta un rischio latente di condizionamento”, scrive Bühler. Secondo cui “una stampa che dipende dal finanziamento statale può trovarsi nella posizione di rinunciare, anche inconsciamente, al proprio spirito critico. Non basta dichiarare la neutralità dello Stato: occorre evitarne ogni sospetto”. Ne consegue che “il sostegno più efficace non è quindi quello economico diretto, ma quello che promuove un ambiente favorevole all'innovazione, all'imprenditorialità, alla formazione professionale”. Non da meno, per Bühler “occorre evitare aiuti ricorrenti e selettivi, che potrebbero indebolire la libertà editoriale. Il pluralismo non nasce dai sussidi, ma si coltiva attraverso la libertà di espressione, la competizione editoriale e la diffusione di una cultura civica e mediatica consapevole”.