Nel fine settimana sul sito della Camera di commercio sotto la voce ‘Contributi e agevolazioni’ è stato pubblicato il bando per attrarre giovani, tra i 18 e i 40 anni, sul territorio di Varese che da anni si trova fra l’incudine (Milano) e il martello (Canton Ticino). Un intervento pilota per affrontare una sfida che si trascina da decenni: la carenza di lavoratori qualificati, calamitati a sud dal mondo imprenditoriale milanese, e a nord dagli stipendi ticinesi. Ora questo tentativo nell’ambito del progetto ‘Vieni a vivere a Varese’ che mette a disposizione 300mila euro, con contributi fino a 6mila euro in tre anni in voucher per coloro che scelgono di trasferirsi stabilmente in provincia di Varese con un contratto di lavoro. A conti fatti però ci si accorge che l’iniziativa dell’ente camerale varesino non è destinata a incidere su un andamento consolidato nel tempo, che spesso ha fatto da volano a proposte rimaste sulla carta, come quella di trasformare la fascia di confine in una Zes (Zona economia speciale) o introdurre misure fiscali a favore dei lavoratori. Con 300mila euro a disposizione, per tre anni, e un contributo di 6mila euro, potranno beneficiare del bonus 50 lavoratori. Insomma, un numero esiguo. Questo non significa che ‘Vieni a vivere a Varese’ non sia meritevole di attenzione. “Siamo un territorio ad alta industrializzazione, con imprese solide e un tessuto produttivo dinamico – commenta il presidente della Camera di commercio, Mauro Vitiello –. Per restare tali anche nell’immediato futuro, vogliamo intervenire con misure innovative e pragmatiche, che ci auspichiamo possano contribuire ad aiutare le imprese a colmare l’attuale gap tra domanda e offerta di lavoro, prima che questo diventi un problema strutturale”. M.M.