In commissione ‘Sanità e sicurezza sociale’ ha la meglio il rapporto di Cedraschi (Plr), firmato anche da Centro e Udc. Forini (Ps): ‘Colpirebbe i deboli’
La blacklist dei morosi dei premi di cassa malati deve essere rimessa in vigore e, quindi, tolta dal freezer in cui è stata infilata nel 2020 in piena emergenza Covid. A sostenerlo è la maggioranza della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ che oggi, sottoscrivendo il rapporto di Alessandro Cedraschi (Plr), ha deciso di respingere un'iniziativa (del 2018) del Ps che, al contrario, chiedeva di eliminarla del tutto.
Istituita nel 2012, cinque anni fa “il Consiglio di Stato ha revocato temporaneamente, fino alla fine della fase epidemica, la sospensione della copertura assicurativa Lamal per tutti gli assicurati iscritti nella blacklist, al fine di garantire loro l'accesso alle cure necessarie”, ricorda Cedraschi nel suo rapporto. E con questa sospensione, “si è interrotto il flusso delle segnalazioni ai Comuni degli elenchi con i nominativi dei residenti in mora con il pagamento delle fatture emesse dalle loro casse malati”. Arriva poi, nel 2023, un sondaggio inviato dalla Sezione degli enti locali del Dipartimento istituzioni a tutti i Comuni. Dalle risposte, emerge che “ancora troppi morosi Lamal, quasi due terzi, si rifiutavano di rispondere alle convocazioni, impedendo al Comune di prendere conoscenza della reale situazione economica e di valutare l'eventuale attivazione degli aiuti sociali cantonali e comunali”.
E siamo a stamattina, quando Plr, Centro e Udc hanno detto che questa blacklist deve tornare in vigore. Perché sebbene vengano riconosciute le peculiarità del Ticino – con aumenti dei premi ben al di sopra della media nazionale negli ultimi anni – ha “una valenza positiva”. Nel rapporto di Cedraschi, infatti, si sottolinea come “il 50% dei morosi paga le proprie pendenze senza arrivare all'iscrizione nel registro, il 30% delle persone che subiscono la sospensione decide di pagare (circa 35 milioni di franchi l'anno) e questo principio tutela già i minorenni, i beneficiari di prestazioni complementari e le persone in assistenza”. Non solo: “Il 25% degli assicurati morosi dei quali si conosce la valutazione comunale è giunto a questa situazione per mancata collaborazione con l'apparato di supporto comunale e quindi si è impedita la verifica della loro situazione. E sono in gran parte questi soggetti che poi finiscono nella blacklist”. Infine, “la situazione in Ticino si è stabilizzata sotto il profilo finanziario (20 milioni di franchi a carico del Cantone), nel numero di procedure aperte, di debitori e assicurati sospesi e nell'uscita degli assicurati dalla lista nera”. E si ricorda pure che qui a differenza di altri cantoni “non basta essere morosi per finire sulla blacklist, perché i Comuni elaborano il loro preavviso solo dopo aver convocato il moroso e aver verificato se si tratta di una persona in grado di pagare le fatture”. Questa verifica puntuale “permette di evitare di penalizzare con la sospensione assicurativa le persone economicamente fragili”.
Su tutt'altra posizione la minoranza della ‘Sanitaria’ che ha aderito al rapporto, favorevole all'iniziativa parlamentare del 2018, redatto dal socialista Danilo Forini. In calce, oltre a quelle del Ps e dei Verdi, anche le firme dei commissari leghisti: Omar Balli, Alessandro Mazzoleni e Stefano Tonini. L’eventuale reintroduzione delle blacklist “non è una soluzione efficace per affrontare la problematica della morosità: non ha dimostrato nei fatti nessuna efficacia nel controllare il numero di morosi”, scrive il relatore. “Al contrario, comporta – aggiunge – gravi conseguenze etiche, sociali ed economiche”. La questione della “morosità”, sottolinea Forini, “è un tema rilevante, soprattutto in un contesto economico in cui i premi di cassa malati continuano ad aumentare, mettendo in difficoltà molte persone”. Ora i premi “vanno pagati”, chiarisce il deputato del Ps. Che ricorda: “Chi non lo fa è perseguito tramite le normali procedure di esecuzione e di fallimento, fino ad arrivare al pignoramento dello stipendio e della sostanza”. Ebbene: “Oltre a queste misure deterrenti e di incasso”, la riattivazione delle ‘liste nere’ solleverebbe “gravi questioni etiche, sociali, economiche e giuridiche”. Liste nere che sarebbero fra l’altro “inefficaci”, poiché “non esiste una correlazione diretta tra la loro introduzione e il numero di morosi”. Senza dimenticare che “la morosità, nella maggior parte dei casi, non è il frutto di negligenza, ma di difficoltà economiche e sociali". Le blacklist "colpiscono principalmente i gruppi più vulnerabili: disoccupati, precari, persone con disturbi psichici o dipendenze”. Il relatore di minoranza evidenzia poi un aspetto non secondario. “La riattivazione delle blacklist – avverte Forini – priverebbe dell’accesso alle cure mediche non solo persone che non vogliono pagare le fatture di cassa malati, ma anche (e soprattutto) persone che non possono farlo: un’eventuale decisione in tal senso del Gran Consiglio si esporrebbe quindi a un probabile ricorso per incostituzionalità di un assicurato che – ad esempio – non era informato di poter beneficiare di una riduzione dei premi di cassa malati e che può dimostrare di non avere i mezzi a sufficienza per pagare i premi o le partecipazioni dei costi dell'assicurazione malattia”.
Per la minoranza vi sarebbero allora più “alternative” alle liste nere. Come il "potenziamento dei servizi sociali comunali”. Scrive il relatore: “I Comuni, in collaborazione con le casse malati, potrebbero offrire maggiori consulenze mirate per aiutare i morosi a regolarizzare la loro posizione senza ricorrere alla stigmatizzazione delle blacklist”. Un altro passo "importante" sarebbe “quello di stabilire collaborazioni con le organizzazioni non governative che già operano con persone vulnerabili”. E ancora: “Implementare un sistema di pagamento dilazionato potrebbe essere una soluzione utile per chi non riesce a pagare l’intero importo del premio in un’unica soluzione. Le casse malati potrebbero offrire modalità di pagamento flessibili, consentendo ai morosi di saldare il proprio debito in rate mensili o trimestrali”. Insomma “le casse malati possono e devono essere molto più attive e proattive in questo ambito”. Afferma Forini: «La minoranza non misconosce certo il problema dei morosi, ma prospetta alternative eticamente e socialmente sostenibili».