Quasi un ticinese su due sarebbe pronto a mettere in discussione l’obbligatorietà dell’assicurazione malattia. E a settembre si votano due iniziative
Sono i sintomi di una profonda insofferenza verso un sistema – quello della LAMal – che è diventato insostenibile. Quasi due ticinesi sue tre, a fronte di un prevedibile nuovo aumento di cassa malati per il prossimo anno, sono pronti a cambiare assicuratore. Non solo, il 46% dei cittadini che risiede a Sud delle Alpi è addirittura disposto a mettere in discussione il principio di assicurazione obbligatoria. Detto altrimenti: pur di non pagare i premi sarebbe favorevole a rinunciare alla copertura assicurativa in caso di malattia. Sono le cifre che emergono da un sondaggio del portale di comparazione online bonus.ch. Numeri che dimostrano, ancora una volta, come il problema del peso dei premi di cassa malati in Ticino sia ormai ben oltre la soglia di sopportazione.
Sentimento di insofferenza che condizionerà anche il dibattito in vista delle votazioni cantonali del 28 settembre, quando i cittadini si esprimeranno sulla proposta del Partito socialista di limitare i premi al 10% del reddito disponibile – proposta che era già stata respinta a livello federale, ma con il Ticino che aveva dato preavviso favorevole – e su quella della Lega che suggerisce di rendere integralmente deducibili dalla dichiarazione fiscale i premi di cassa malati. La votazione si terrà, con ogni probabilità, pochi giorni dopo che l’Ufficio federale di sanità pubblica avrà quantificato e comunicato l’aumento dei premi per il 2026. Una tempistica che potrebbe giocare un ruolo importante per l’esito della votazione. Al centro delle discussioni c’è, ovviamente, anche il costo che le due proposte in votazione comporterebbero: l’iniziativa leghista costerebbe 100 milioni (55 circa a carico del Cantone, il resto a carico dei Comuni), oltre 300 quella socialista (interamente sulle spalle del Cantone).
«Chi intende cambiare cassa malati fa bene». Non usa giri di parole Danilo Forini, deputato del Ps in Gran Consiglio e tra i più attivi sul dossier ‘costi della salute’. Forini però avverte: «Questi cambiamenti rubano anche molto tempo e implicano diverse scartoffie. Il sistema di casse malati private non funziona più. In un’epoca in cui si parla di diminuzione della burocrazia e semplificazione – rilancia il granconsigliere del Ps con una frecciatina al fronte borghese – una cassa malati pubblica unica è diventata una necessità». Tornando ai dati pubblicati da Bonus.ch, «viene dimostrato come siamo il Cantone nettamente più sofferente della Svizzera. Da noi la situazione semplicemente non è più sostenibile. Per questo dobbiamo fare qualcosa urgentemente per abbassare il costo dei premi di cassa malati a carico dei cittadini». Soluzione che per il granconsigliere socialista è quella, ovviamente, di un limite dei premi al 10% del reddito disponibile. «È l’unica proposta concreta sul tavolo per fissare un limite massimo del costo dei premi di cassa malati. Il resto, compresa l’iniziativa della Lega, sono le solite ricette che da anni si evocano quando si annunciano i nuovi premi. Purtroppo ad oggi si sono rivelate solo un inconcludente ‘bla bla’». C’è poi il dato secondo il quale molti ticinesi sarebbero disposti a rinunciare alla copertura assicurativa pur di non pagare i premi. «È davvero allarmante. Dimostra che le persone sono allo stremo nel sostenere i costi di cassa malati. Se non facciamo nulla urgentemente, rischiamo la ‘trumpizzazione’ della Svizzera. Ci troveremo con metà della popolazione senza accesso alle cure sanitarie e con solo i benestanti che possono andare dal medico e all’ospedale, spendendo cifre folli in caso di malattie gravi».
L’elevato tasso di assicurati intenzionati a cambiare cassa malati non sorprende neppure il granconsigliere leghista Alessandro Mazzoleni. «È l’ulteriore conferma che il nostro è il cantone maggiormente sotto pressione a causa del costo della cassa malati e dunque i cittadini, oggi non solo quelli del ceto medio basso, fanno di tutto pur di ottenere un premio inferiore – osserva Mazzoleni –. È vero che anche il cambiamento dell’assicuratore incide sui costi amministrativi e di riflesso, per un effetto contorto, seppur in maniera contenuta, sull’entità del premio stabilito da Berna per i singoli cantoni, ma in Ticino le purtroppo limitate disponibilità finanziarie di un numero crescente di persone inducono quest’ultime a optare per un’altra cassa malati pur di risparmiare mensilmente venti, trenta, cinquanta franchi. È del tutto comprensibile».
Per ridurre in Ticino i premi di cassa malati, o quantomeno frenarne l’aumento, non resta che abbassare i costi sanitari… «D’accordo, tuttavia il problema è che chi è chiamato a regolare i costi della salute, cioè i Cantoni, non è oggi direttamente coinvolto nel controllo della spesa sanitaria – riprende Mazzoleni –. Le casse malati pagano le fatture per i servizi sanitari ma non possono influenzare l’offerta sanitaria. Il Cantone deve determinare l’offerta sanitaria ma non conosce le richieste degli assicurati e dunque il costo delle prestazioni loro offerte. Chi è chiamato a determinare la politica sanitaria, attraverso la sua pianificazione, a cominciare da quella ospedaliera, e a combattere gli abusi, dovrebbe essere coinvolto direttamente nella fissazione dei premi. Altrimenti la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Ora invece il Cantone non ha informazioni legate alla fatturazione dei servizi erogati agli assicurati, perché le ha solo la cassa malati». E qui, aggiunge Mazzoleni, «si inserisce la nuova iniziativa popolare della Lega, lanciata il 1° Agosto». La quale prevede che «il Cantone, chiamato a organizzare il servizio sanitario, collabori strettamente con l’assicurazione che si occupa di pagare le prestazioni». Concretamente «proponiamo che il Consiglio di Stato lanci un progetto pilota in Ticino secondo cui il Cantone sceglierà, previo pubblico concorso, una cassa malati con la quale definire l’importo dei premi e condividere le informazioni sulle prestazioni e i relativi costi, così da ricavare informazioni utili anche per la pianificazione. Inizialmente gli affiliati a questa cassa malati sarebbero gli assicuratori al beneficio dei sussidi».