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Magistratura dei minorenni, ecco l'iniziativa per accelerare sulle deleghe e distribuire i carichi di lavoro

Il testo è stato allestito da Roberta Soldati (Udc) e sottoscritto da parte della sottocommissione. ‘Serve una corsia preferenziale per questo dossier’

Un messaggio governativo è atteso a breve
(Ti-Press)
28 agosto 2025
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La richiesta è stata messa sul tavolo da tempo: permettere nell’attività della magistratura dei minorenni, così come già avviene al Ministero pubblico, la delega generale per consentire ai segretari giudiziari di svolgere determinate mansioni e di espletare alcuni compiti anche in modo autonomo. Ad esempio: essere coinvolti nei picchetti o emanare misure protettive. Una richiesta, quella di introdurre nella Legge sull’organizzazione delle autorità minorili il principio della delega, che arriva direttamente dalla magistratura dei minorenni. Già nel settembre 2024, incontrando la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, la giudice dei minorenni Fabiola Gnesa aveva sottolineato la necessità di questo aggiustamento giuridico per sgravare l’attività della giudice e valorizzare quello della (per ora unica) segretaria giudiziaria a disposizione della magistratura dei minorenni.

Una richiesta che parte della sottocommissione Giustizia ha fatto propria e – attraverso un’iniziativa parlamentare elaborata depositata da Roberta Soldati (Udc), Sabrina Gendotti (Centro), Cristina Maderni (Plr) e Marco Noi (Verdi) – vuole mettere il tema in cima alle priorità. Il Gran Consiglio dovrebbe infatti già discuterne questo autunno. «Si tratta di una modifica che può apparire di poco conto, ma in realtà ha un impatto importante sulla magistratura dei minorenni», spiega a ‘laRegione’ la democentrista Roberta Soldati, che ha allestito il testo dell’iniziativa. «La magistrata Gnesa e la sua sostituta devono ripartirsi, in due, i picchetti di tutto l’anno. Festivi compresi. Con questa iniziativa – continua Soldati – vogliamo fare in modo che questo carico possa essere almeno diviso con la segretaria giudiziaria. Auspico poi che l’organico della magistratura dei minorenni, lo stesso dal 2006, venga potenziato». La proposta è, nel concreto, di introdurre attraverso l’articolo 3bis due punti: “Sotto la sua responsabilità, il Magistrato dei minorenni può delegare l’audizione delle parti, dei testimoni e della persona informata sui fatti, così come altri atti istruttori al segretario giudiziario” e “Quando il segretario giudiziario procede con degli atti istruttori, le parti possono chiedere che il magistrato dei minorenni vi provveda personalmente”.

‘Entro ottobre il tema deve andare in aula’

Del tema si sta occupando anche la Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni. Lo scorso 25 luglio, attraverso un comunicato, il Di rendeva noto di essere al lavoro su una bozza di messaggio governativo che vuole consentire alla Magistratura dei minorenni e all’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi di delegare qualche compito in più ai rispettivi funzionari giuristi per alleggerire il carico di lavoro dei magistrati. La bozza è stata inviata (con termine di risposta il 18 agosto) alle due autorità giudiziarie. Ad ora, però, non è arrivata nessuna novità. I quattro firmatari hanno quindi deciso di smuovere la situazione. «Abbiamo deciso di depositare l’iniziativa proprio per una questione di urgenza. La magistratura dei minorenni opera con un carico di lavoro sempre maggiore e degli effettivi decisamente limitati. Va data la priorità, una corsia preferenziale», dichiara convinta Soldati. «Ora mi aspetto che il Consiglio di Stato nel giro di dieci giorni presenti un messaggio». In questo modo la commissione ‘Giustizia e diritti’ potrà allestire un rapporto e portare la proposta davanti al Gran Consiglio il prima possibile. «La seduta di ottobre dev’essere il limite massimo», ci tiene a puntualizzare la deputata dell’Udc.

Nel testo dell’iniziativa parlamentare depositata viene anche ricordato come il diritto federale non ostacoli la proposta di attribuire maggiori competenze ai segretari giudiziari: “Di principio la legge in senso letterale non pone dei limiti e in teoria la Confederazione e i Cantoni potrebbero autorizzare il Procuratore pubblico a delegare qualsiasi compito a qualsiasi collaboratore del Ministero pubblico, quale sia la sua funzione e qualifica”. Precisa l’iniziativa, “le legislazioni cantonali devono limitare il campo di applicazione a queste disposizioni, sia in relazione alle persone alle quali questi compiti sono attribuiti, sia ai compiti stessi oggetto della delega, in funzione anche della gravità del reato”. Nel testo si ricorda anche come molti Cantoni abbiano già codificato nelle proprie legislazioni il principio della delega. In ogni caso, “resta inteso che in questa definizione devono essere tassativamente escluse le misure coercitive previste dall’articolo 26 della Legge federale di diritto processuale minorile: fermo, controllo delle urine, prelevamenti di sangue... – sottolinea l’iniziativa – che devono essere obbligatoriamente ordinate dal magistrato titolare dell’azione penale minorile e non da un ‘semplice’ segretario giudiziario”.